Androsace emisferica

Nome scientifico: Androsace helvetica (L.) All. (Sinonimi: Aretia helvetica (L.) L. - Androsace imbricata Lam.- Androsace bryoides DC)

Famiglia: Primulaceae

Altri nomi comuni: Androsace elvetica – Androsace svizzera

Habitat naturale: Fessure di rupi, pietraie in posizioni soleggiate su substrato calcareo da 1900 a 3500 metri di quota. Si tratta di un endemismo delle Alpi presente in Italia in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Nonostante l’ampio areale è una specie nel complesso molto rara con distribuzione irregolare e puntiforme.

Periodo di fioritura: Da maggio ad agosto a seconda dell’altitudine.

Descrizione della pianta: Pianta perenne pulvinante alta appena 1 – 5 cm in grado di formare cuscinetti emisferici molto densi e compatti di colore grigio argenteo e con diametro complessivo che può raggiungere i 12 cm. Le foglie sono riunite in un manicotto quasi cilindrico e sono assai piccole (2 – 4 mm), di forma lanceolata, con apice arrotondato e coperte da peli patenti grigio – argentei. I fiori sbocciano all’ascella delle foglie superiori e sono quasi sessili, solitari, con diametro compreso tra 4 e 6 mm. I petali sono 5, di colore bianco e con fauce gialla, arrotondati e leggermente smarginati.

Note: Androsace helvetica è un tipico esempio di pianta pulvinante che presenta un apparato radicale in grado di insinuarsi nelle sottili spaccature delle rocce. Una volta insediata sulle rupi calcaree, è in grado di generare numerosi fusticini accorciati e pluriramificati a raggiera che creano una fitta trama all’interno della quale acqua e umidità sono conservate a lungo. Questo permette alla pianta di sopravvivere a quote davvero molto elevate. Ogni anno, all’apice dei fusticini sono prodotti nuovi fiori e foglie mentre i residui dell’anno precedente restano intrappolati nel pulvino procedendo nella decomposizione. In questo modo il cuscino cresce lentamente sfruttando un substrato nutritivo in parte autoprodotto dalla pianta. Durante il lungo inverno alpino le gemme rimangono verdi e sono protette, almeno parzialmente, dagli abbozzi fogliari inseriti densamente nella zona sottostante.

Dove l’abbiamo osservata: Le prime sei fotografie sono state realizzate nella Val dei Meda e quindi tra località Jigolé e il Monte Le Saline (m 2300 - Dolomiti - Gruppo Marmolada e Cima Uomo). Le fotografie dalla settima alla diciottessima sono state realizzate a monte del Goletto del Cadino a poca distanza dalla vetta del Monte Asino di Bazenina (circa m 2150 - Gruppo dell’Adamello). Le fotografie dalla diciannovesima alla ventiduesima, a forte ingrandimento, permettono di cogliere alcuni interessanti particolari come ad esempio la fitta pelosità che ricopre le minuscole foglie. Le ultime due fotografie sono state realizzate presso Forcella La Costella (m 2510 - Dolomiti - Gruppo dei Monzoni).

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