Crambe tartarica

Nome scientifico: Crambe tataria Sebeók

Famiglia: Brassicaceae

Altri nomi comuni: Erba dei tartari – Crambio di Tataria

Habitat naturale: Cresce in Italia soltanto in Friuli in poche stazioni posizionate nei cosiddetti “magredi” pordenonesi, ovvero nei greti calcarei dei torrenti planiziali Meduna e Cellina colonizzati da praterie magre a carattere substeppico tra 100 e 300 metri di quota.

Periodo di fioritura: Da aprile a giugno

Descrizione della pianta: Pianta erbacea bienne pontico-pannonica alta 60 – 120 cm con fusto striato, subglabro molto ramificato. Le foglie basali, lunghe fino a 40 cm e larghe circa 20 cm, sono pennatosette con segmenti laterali pennatopartiti a lamina ristretta (0,5 – 2 cm) e con segmento laterale della stessa larghezza. L’infiorescenza è un racemo corimboso allungato alla fruttificazione. I fiori sono portati da peduncoli di 2 – 4 mm e presentano 4 sepali lunghi 3 mm e 4 petali orbicolari di colore bianco lunghi 6 – 7 mm. Sono presenti 6 stami.

Note: Crambe tataria è specie commestibile. Germogli e foglie fresche sono utilizzabili come ortaggi; i semi sono ricchi d’olio. E’ specie bienne. Nel primo anno si sviluppano fusto, rami e foglie mentre nel secondo anno si ha la fioritura e la fruttificazione dopo la quale il cespo ormai secco si stacca dalla radice e rotola sul terreno ad opera del vento permettendo la disseminazione. Questa particolare caratteristica è all’origine del nome comune di “corridore della steppa” utilizzato nella Repubblica Ceca. Il nome generico della specie ha origine dal greco “krambe” ovvero “cavolo” mentre il nome specifico è un chiaro riferimento ai Tatari (o Tartari), popolazione nomade euroasiatica delle steppe. Crambe tataria è una specie di origine steppica con areale che si estende dall’Ungheria e dalla Repubblica Ceca sino alla Siberia meridionale. In Italia è segnalata, con poche stazioni isolate, solamente in Friuli. Pare sia arrivata in Italia intorno all’anno 1000 per via dell’invasione degli Ungari. I semi si potevano trovare sotto gli zoccoli dei cavalli.

Dove l’abbiamo osservata: Tutte le fotografie sono state realizzate nei “Magredi del Cellina” a breve distanza dal paese di Maniago (m 230 – Pianura Friulana).

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