Genziana mettimborsa

Nome scientifico: Gentiana pneumonanthe L. (Sinonimi: Pneumonanthe vulgaris F. W. Schmidt - Gentiana macrocarpophora St.-Lag. - Ciminalis pneumonanthe (L.)Borkh. - Dasystephana pneumonanthe (L.) Borkh. - Gentianusa pneumonanthe (L.) Pohl - Tretorhiza pneumonanthe (L.) Á. et D. Löve)

Famiglia: Gentianaceae

Altro nome comune: Genziana polmonaria

Habitat naturale: Luoghi umidi, paludi, prati paludosi, boschi e prati di bassa e media montagna da 0 a 1500 metri. Presente in Italia, quasi sempre molto rara, in Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Molise.

Periodo di fioritura: Da luglio ad ottobre

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta 10 – 50 cm con radice a fittone legnoso e cilindrico di colore giallastro. Il fusto è cilindrico gracile, privo di ramificazioni. Le foglie sono sessili, di forma lanceolato lineare, lunghe 25 – 55 mm e larghe 4 – 12 mm; sono lisce e lucide con un’unica nervatura centrale e con apice ottuso. Le foglie basali sono ridotte a squame. L’infiorescenza è data da un racemo foglioso con 1 – 15 fiori (solitamente fra 2 e 5) sostenuti da un breve peduncolo posizionato all’ascella delle foglie. La corolla è lunga 25 – 50 mm ed è tuboloso – campanulata con 5 lobi acuti intensamente azzurri. All’interno sono presenti 5 fasce verdastre punteggiate. Sono presenti 5 stami; l’ovario è bicarpellare, affusolato, lungo circa 15 mm.

Note: Specie igrofila, indifferente al substrato, sempre più rara per via delle bonifiche e per questa ragione inserita nella Lista Rossa delle piante a rischio d’estinzione in Italia. Nella medicina popolare presenta proprietà antispasmodiche, digestive mentre le radici sono utilizzabili come febbrifugo. Gentiana pneumonanthe L. è inoltre utilizzata per produrre liquori in miscela ad altre genzianelle.

Dove l’abbiamo osservata: Tutte fotografie sono state realizzate in località Prato Grande (m 1450 – Appennino Piacentino). Da notare che in Emilia era stata, alla fine del secolo scorso, ritenuta erroneamente estinta. In realtà sono presenti ancora diverse stazioni in provincia di Piacenza e Parma. La stazione di Prato Grande – Pramollo comprende parecchie centinaia di piante.

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