Limodoro

Nome scientifico: Limodorum abortivum (L.) Swartz (Sinonimi: Orchis abortiva L. – Ionorchis abortiva (L.) G.Beck. Bor.- Epipactis abortiva (L.) All.)

Famiglia: Orchidaceae

Altri nomi comuni: Fiammone – Fior di legna

Habitat naturale: Boschi misti (castagni, faggi), luoghi ombrosi e caldi, cespuglieti, radure, preferibilmente su fondo calcareo da 0 a 1800 metri di quota. E’ pianta parassita che cresce sulle radici di varie piante. Presente in tutte le regioni italiane ma non comune in vaste aree di territorio.

Periodo di fioritura: Da aprile a luglio

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne con fusto robusto ed eretto striato di colore bruno o violaceo alto fino a 90 cm. Non presenta foglie che sono invece sostituite da scaglie guainanti. L’infiorescenza è lassa con 5 – 25 fiori grandi (larghi fino a 45 mm), spesso chiusi; i sepali laterali sono molto aperti mentre quello mediano è piegato sul ginostemio. I petali sono anch’essi molto aperti ma più piccoli dei sepali. Il labello presenta ipochilo concavo, ristretto alla base, di colore giallastro rigato di viola. Lo sperone è sottile e diretto verso il basso.

Note: Spesso i fiori si autofecondano rimanendo chiusi, è infatti piuttosto difficile trovarli aperti pur avendo nello sperone il nettare che richiama gli insetti. La denominazione “abortivum” sembrerebbe derivare dal fatto che molti bottoni fiorali appassiscono prima ancora di sbocciare. Quando l’impollinazione avviene per via entomofila ad operarla sono alcuni imenotteri (bombus e anthidium). E’ una pianta parassita con debole presenza di clorofilla che dipende per tutta la vita dal nutrimento fornito dal fungo simbionte (alcune specie di Russole) dal quale dipende anche la sua nascita. E’ incostante nel riproporsi nelle stesse stazioni: può scomparire per molti anni per poi riproporsi improvvisamente dopo lunga assenza.

Può essere confuso con Limodorum trabutianum Batt. che si differenzia per il fusto più fragile, verde – violaceo, e con sperone cortissimo o assente e labello più stretto.

Dove l’abbiamo osservata: Tutte le fotografie provengono dall'Appennino Bolognese; le prime sette sono state realizzate in località Sibano (comune di Marzabotto - circa m 200), le ultime tre sono state scattate in Val d'Aneva (circa m 500).

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