Pinguicola di Poldini

Nome scientifico: Pinguicula poldinii J.Steiger & Casper

Famiglia: Lentibulariaceae

Altro nome comune: Erba unta di Poldini

Habitat naturale: Rupi stillicidiose su substrato calcareo in ambiente di forra da 250 a 800 metri. Endemismo in senso stretto delle Prealpi Orientali. La maggior parte delle stazioni sono concentrate in Friuli nelle Prealpi Carniche (Val d’Arzino, Val Tramontina); altre stazioni disgiunte sono presenti in Veneto (canale settentrionale del Brenta, Alpi Feltrine, Valle Santa Felicita) e infine in alta Valsugana (Trentino).

Periodo di fioritura: Aprile e maggio

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne insettivora che non supera i 10 cm di altezza. E’ presente una rosetta basale di foglie ovate, oblungo-lanceolate appressate al terreno e più o meno revolute ai margini. La lamina superiore è ricoperta di ghiandole peduncolate e sessili; le prime hanno la funzione di catturare insetti grazie alle loro proprietà adesive mentre le seconde producono enzimi digestivi che permettono alla pianta di assimilare i composti azotati che derivano dalle “prede”. Gli scapi sono eretti e portano un solo fiore violetto con sperone sottile e rettilineo o al più debolmente incurvato verso il basso. La corolla, con diametro di 2 – 3 cm, presenta un labbro superiore e uno inferiore a petali violetti non sovrapposti, talvolta lievemente lobati. I lobi del labbro inferiore presentano un’evidente macula biancastra attraversata da strie violette che si dipanano dall’interno della fauce.

Note: Pinguicula poldinii è stata scoperta nel 1991 dal Sig. Gianfranco Tonussi, appassionato botanico che la osserva per la prima volta nel canale di Cuna in località Piedigiâf nel comune di Tramonti di Sotto (PN). A colpirlo fu l’aspetto ceruleo-violaceo del fiore e il substrato calcareo. I ripetuti ritrovamenti nei dintorni spingono il professore triestino in botanica Livio Poldini, il maggior esperto di flora del Friuli Venezia Giulia, a sottoporre la specie al giudizio di J.Steger e J.S.Casper, esperti in materia, che hanno confermato la novità della specie dedicandola nel 2001 allo stesso Poldini.

Attualmente la specie è fortemente minacciata dalla sconsiderata raccolta di semi e piante da parte di appassionati di piante carnivore e ditte specializzate nella loro commercializzazione. Il rischio è particolarmente forte in quanto sono note pochissime popolazioni ma nonostante ciò si trovano in vendita su internet i semi della specie. Il locus classicus della specie è già stato più volte depredato e devastato da venditori senza scrupoli che, eliminando ogni seme, mettono in grave pericolo la sopravvivenza della stazione. Per questa ragione evitiamo di fornire indicazioni chiare in relazione ai luoghi dove abbiamo effettuato le sottostanti fotografie. Durante l’inverno Pinguicula poldinii produce delle particolari gemme di resistenza dette “ibernacoli” capaci di resistere al freddo e al gelo sino al ritorno della primavera. La ripresa vegetativa avviene tra marzo e aprile ed è seguita dalla fioritura che avviene solitamente dopo circa un mese. Da rilevare l’esistenza, in Italia, di altre otto entità endemiche di Pinguicula oltre a Pinguicula poldinii.

Dove l’abbiamo osservata: Tutte le fotografie sono state realizzate presso Campone nel comune di Tramonti di Sotto, in provincia di Pordenone (m 460 – Prealpi Carniche).

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