Rosa canina

Nome scientifico: Rosa canina L.

Famiglia: Rosaceae

Altri nomi comuni: Rosa selvatica – Rosa di macchia

Habitat naturale: Comune in tutta Italia nelle sue diverse varietà, può essere osservata in prati e pascoli così come nei campi abbandonati o nei vigneti, nelle siepi, nei boschi radi o nella macchia da 0 a 1600 metri di quota, dal mare alle montagne. Predilige terreni moderatamente aridi.

Periodo di fioritura: Da aprile a luglio

Descrizione della pianta: Arbusto legnoso alto fino a 2 – 3 metri dapprima diritto quindi arcuato salendo verso l’alto fino a essere diretto verso il basso nella zona apicale. I rami sono cosparsi di robusti aculei solitamente uncinati. Le foglie, di forma ovale, sono verdi su ambo le pagine e presentano bordo dentato. I fiori sono solitari oppure in gruppi di 2 o 3 con 5 petali non più lunghi di 2 – 2,5 cm e colore variabile tra il rosa e il bianco. Caratteristica della pianta è l’estrema variabilità dei suoi caratteri; di fatto si tratta di un genere con almeno 150 specie che si incrociano fra loro dando luogo ad un notevole numero di forme ibride. Non mancano quindi le varianti. Con notevole frequenza, i rami della rosa canina presentano galle sferiche fatte di lunghi peli rossicci dovute alla puntuta di un imenottero: il “Rhodites rosea L.”

Note: Il nome della specie deriva dal greco “Kynosbatos” dove “kynos” significa “cane” mentre “batos” significa “arbusto spinoso”. L’etimologia della parola ricorda l’uso che si faceva un tempo della pianta per curare la rabbia, grave malattia dei cani. Ancora oggi è una pianta estremamente utile: è utilizzata in medicina per le sue qualità astringenti e diuretiche: è anche un buon antinfiammatorio in caso di raffreddore o influenza. I frutti vengono usati come vitaminizzanti e quindi negli integratori energetici (elevato contenuto di vitamina C); i petali se spremuti danno la possibilità di ottenere un buon collirio. E’ una pianta che trova utilizzo anche in cucina: i frutti della rosa canina vengono utilizzati per conserve e marmellate mentre gli stessi, se disseccati e tritati, sono utilizzati per produrre un buon té. Il frutto disseccato e macerato in acquavite serve a realizzare liquori.

Dove l’abbiamo osservata:  Tutte le fotografie sono state realizzate nell'Appennino Bolognese; le prime quattro in località Prati di Mugnano (m 250 - Comune di Sasso Marconi), le ultime due presso Vergato (circa m 300).

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