Sassifraga del Vandelli

Nome scientifico: Saxifraga vandellii Stern.

Famiglia: Saxifragaceae

Altro nome comune: Sassifraga pungente

Habitat naturale: Presente principalmente nelle fessure delle rocce calcaree; talvolta su terreni terrosi o sabbiosi in pendenza da 1100 a 2600 metri. Non mancano alcuni sconfinamenti a quote inferiori come ad esempio presso Taleggio (Bergamo) dove una stazione raggiunge appena i 500 metri di quota. Si tratta di un raro endemismo insubrico ad areale ristretto compreso tra i monti ad oriente del Lago di Como e le Valli Giudicarie. Da rilevare un areale disgiunto nell’Alta Valtellina (Bormiese) nell’ambito del Parco Nazionale dello Stelvio. Le regioni interessate sono pertanto la Lombardia e l’estremità sud occidentale del Trentino. Forma popolazioni consistenti ma isolate fra loro. Tra i principali gruppi montuosi in cui è osservabile ricordiamo, non lontano dal Lago di Como, i massicci Corni di Canzo, Resegone, Artavaggio e Grigne. Più a oriente interessa le Alpi Orobie, la zona della Presolana e della Concarena quindi la Corna Bianca in Val Cadino nel Gruppo dell’Adamello.

Periodo di fioritura: Da maggio a luglio; è in generale pianta precoce nel suo sviluppo e alle quote inferiori può anticipare la fioritura a marzo - aprile.

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta da 4 a 20 cm; forma densi pulvini compatti e pungenti che aderiscono solidamente alla roccia calcarea. Le foglie sono basali, molto coriacee, di forma lanceolata e assai pungenti con lunghezza compresa tra 6 e 8 mm. Il fusto fiorifero è gracile ed eretto, densamente ghiandoloso. I fiori, raggruppati in gruppi di 3 – 7 elementi presentano 5 petali bianchi spatolati lunghi 2 – 3 mm; gli stami sono normalmente in numero di 10 con calice più o meno globoso.

Note: E’ stata scoperta dal botanico Domenico Vandelli sui Corni di Canzo ad oriente del Lago di Como. Ogni anno produce nuovi fiori e foglie mentre i residui dell’anno precedente restano intrappolati nel pulvino procedendo nella decomposizione. In questo modo il cuscino cresce lentamente sfruttando un substrato nutritivo in parte autoprodotto dalla pianta

Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie qui sotto sono state scattate sulle rocce della Corna Bianca (Gruppo dell’Adamello) a circa 2000 metri di quota.

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