Zafferano della riviera

Nome scientifico: Crocus versicolor Ker Gawl.

Famiglia: Iridaceae

Habitat naturale: Prati e pendii erbosi aridi, pascoli dalla pianura all’area subalpina su fondo carbonatico da 0 a 2000 metri. Endemismo con areale esteso dalle aree collinari e montuose a nord e ad est di Nizza (Francia) sino al Finalese nella Liguria Occidentale. Sono note stazioni disgiunte nel cuneese (Valle Pesio e Valle Mongia) e nell’Appennino Ligure (Monte Maggiorasca). Le regioni interessate dalla sua presenza sono pertanto il Piemonte e la Liguria.

Periodo di fioritura: Da gennaio a maggio a seconda della quota

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta 5 – 30 cm con bulbotubero piriforme avente diametro di 10 – 25 mm avvolto da tuniche bruno-scure dissolte in fibre non reticolate più sottili di 1 mm. Le foglie inferiori sono data da 2 spate mentre le foglie superiori, in numero di 3 – 7, sono verdi, strettamente lineari, lunghe fino a 15 cm e sottili meno di 1,5 mm, con linea longitudinale bianca che attraversa l’intera lamina. I fiori sono solitari o in coppia (raramente 3 o 4) con tubo perigoniale lungo 5 – 25 cm. Sono presenti lacinie ellittiche lunghe 15 – 30 mm, larghe 6 – 12 mm, di colore variabile tra il bianco e il violetto e con 3 striature longitudinali di colore viola scuro. La fauce è sempre bianca con filamenti lunghi quanto le antere e con stimmi allargati di colore rosso-aranciato.

Note: Nel complesso è pianta da ritenersi rara segnalata come “vulnerabile” nel “Libro rosso delle piante d’Italia”. Il nome specifico “versicolor” ovvero “che cambia colore” è un riferimento alla notevole variabilità cromatica delle lacinie perigoniali che possono essere bianche, violette o persino rosate. Crocus versicolor presenta proprietà farmaceutiche emmenagogiche, stimolanti e toniche, tuttavia la pianta contiene alcuni alcaloidi (pierocrocina, crocina ecc…) che la rendono tossica. Possibile confusione con Crocus biflorus Mill., il quale tuttavia presenta fauce perigoniale gialla e foglie superiori lunghe quanto il perigonio o anche più.

Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate lungo la via normale al Monte Grammondo salendo da Villatella. Gli esemplari sono stati rilevati in prossimità della vetta secondaria del Monte Grosso (m 850 – Alpi Marittime).

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