Zafferano selvatico

Nome scientifico: Crocus biflorus Miller (Sinonimi: Crocus adamii J.Gay - Crocus alexandri Nicic ex Velen. - Crocus annulatus Herb. - Crocus argenteus Sabine - Crocus circumscissus Haw. - Crocus italicus Gaudin - Crocus lineatus Jan - Crocus minimus Hook., non DC. - Crocus pestalozzae Boiss. - Crocus praecox Haw. - Crocus pusillus Ten. - Crocus tauricus (Trautv.) Puring - Crocus weldenii Hoppe & Fürnr.)

Famiglia: Iridaceae

Habitat naturale: Prati e pascoli aridi, praterie rase del piano collinare e in parte dell’area subalpina; querceti sub-mediterranei, vigne ed oliveti preferibilmente su fondo calcareo da 0 a 1200 metri. E’ presente in tutta Italia ad eccezione della Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna. Nonostante ciò è un fiore nel complesso piuttosto raro da non confondersi con il ben più comune Crocus vernus. Nello specifico risulta più frequente lungo il versante occidentale della penisola dalla Toscana a sud dell’Arno sino alla Sicilia e lungo le coste del basso adriatico (Gargano) e dello Ionio. Relativamente frequente è inoltre in Lombardia in provincia di Brescia e Bergamo. Decisamente raro nel medio e alto versante adriatico, in Emilia, in Veneto e nelle zone della Lombardia esterne alle province di Brescia e Bergamo. Rarissimo in Liguria e Piemonte dove raggiunge il limite nordoccidentale del suo areale che ad oriente raggiunge addirittura Turchia, Georgia e Iran nordoccidentale.

Periodo di fioritura: Da dicembre ad aprile

Descrizione della pianta: Pianta erbacea bulbosa perenne alta 12 – 20 cm. Dal bulbo partono due o tre spate guainanti, mentre le foglie superiori (da 3 a 7) sono lineari con banda centrale bianca (lunghe fino a 20 – 22 cm, larghe appena 1 – 2 mm); queste ultime sono di colore verde scuro e in genere superano i fiori. I fiori, in numero compreso tra 1 e 5, presentano tubo perigoniale lungo 10 – 18 cm e lacinie ellittiche viola chiaro all’esterno, più scure all’interno (pur essendo noti individui con lacinie bianco – giallastre). Da notare la presenza di 3 – 5 strie longitudinali di colore viola scuro sull’esterno delle lacinie La fauce gialla presenta filamenti pelosi lunghi circa la metà delle antere e stimmi trifidi di colore rosso – arancio.

Note: Crocus biflorus contiene alcaloidi (crocina, pierocrocina ecc…) che la rendono tossica; ha proprietà emmengogiche, ipnotico-sedative, stimolanti e toniche. L’impollinazione è entomogama. E’ specie estremamente variabile per via dell’elevato numero di cromosomi che determina la segregazione di numerose specie locali che mutano rapidamente in forme diverse.

Possibile confusione con due specie simili:

- Crocus weldeni Backer (Zafferano di Welden), privo di chiazze gialle alla base dei tepali e con fiori più piccoli. La sua presenza in Italia è limitata al solo Carso triestino.

- Crocus reticulatis Steven (Zafferano triestino); sempre a fiore singolo, con foglie non superanti i fiori, e con tuniche del bulbo vistosamente reticolate (maglie con fibre grosse 0,3 – 0,5 mm). Anche in questo caso la specie limita la sua presenza al Carso triestino con alcune stazioni disgiunte in Abruzzo e Lazio.

Dove l’abbiamo osservata: Le prime tre fotografie sono state scattate a Pieve di Tremosine (m 420 - Prealpi Bresciane). Tutte le altre fotografie sono state realizzate lungo la via normale alla Punta Alta salendo da Predore (circa m 550 - Prealpi Bergamasche). Nello specifico provengono dai prati presso Varasca Alta.

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