Arisaro comune

Nome scientifico: Arisarum vulgare O.Targ. Tozz. (Sinonimo: Arum arisarum L.)

Famiglia: Araceae

Altro nome comune: Gigaro

Habitat naturale: Incolti, muri, bordi di sentieri e viottoli, suoli ombreggiati ricchi di humus nella fascia dell’olivo, leccio e castagno da 0 a 800 metri. Presente in Italia in Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Periodo di fioritura: Da ottobre a maggio

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne rizomatosa alta 10 - 30 cm con tubero ovoidale o cilindrico. Le foglie, in numero di 1 – 2 per ogni esemplare (raramente più numerose), sono portate da un picciolo   molto lungo (talvolta fino a 20 cm) molle e verdastro soffuso di macule porporine; presentano lamina astata – cuoriforme con apice ottuso o brevemente mucronato con punta dura e rigida. Lo scapo, lungo come i piccioli o poco meno, porta all’apice una piccola spata tubulosa a forma di cappuccio verde pallido striato di rosso – porpora nella parte inferiore e verde scura o bruno porporina nella parte superiore più svasata e arrotondata dove termina con un’apertura frontale. Dall’apertura sporge una parte dell’infiorescenza detta spadice di colore verdastro, ricurva e leggermente clavata. I fiori unisessuali e contigui sono posti all’interno dello scapo, alla base dello spadice, unilaterali da 3 a 5, quelli femminili e immediatamente sopra quelli maschili che sono più numerosi (una ventina), dotati di un solo stame.

Note: Il rizoma di Arisarum vulgare presenta proprietà diuretiche, lassative, espettoranti, vulnerarie e cicatrizzanti. Un tempo, seccato e macinato in farina, veniva consumato come alimento ed è assai ricercato dai cinghiali che ne sono ghiotti. Possibile confusione con Arisarum proboscideum (L.) Savi che si distingue per la spata prolungata all’apice in un’appendice filiforme lunga 7 – 15 cm e per lo spadice ingrossato a clava che non sporge dalla spata.

Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate poco a monte di Santa Maria del Giudice sulle pendici del Moriglion di Penna (m 200 – Monte Pisano).

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