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MONTE CASTELL’ERMO (MONTE PESO GRANDE - m 1094) MONTE NERO (m 981)
Caratterizzato da guglie, torrioni e pareti rocciose, il Monte Castell’Ermo, noto anche come Peso Grande, è una splendida montagna calcarea posizionata nell’entroterra di Albenga lungo la linea di cresta che divide la Val Pennavaira dalla Valle Arroscia. Nonostante la quota contenuta è una cima attraente grazie all’aspetto quasi “dolomitico” del settore sommitale. Dal punto più alto si apre un panorama favoloso esteso sia al Mar Ligure arrivando a scorgere la Corsica, che alle Alpi Liguri potendone ammirare le principali elevazioni. La ben nota mitezza del versante ligure, unitamente alla bassa altitudine, permettono la salita alla cima nelle mezze stagioni e anche in inverno in assenza di un consistente innevamento. Resta invece del tutto sconsigliabile il periodo compreso tra maggio e ottobre per le alte temperature e l’umidità spesso eccessiva. A completamento dell’escursione descriviamo la salita anche del prospiciente Monte Nero; sebbene più basso offre ugualmente un bel colpo d’occhio sulla parete meridionale del Castell’Ermo nonché verso un lungo tratto di litorale. L’escursione in breve: Borgo (Curenna – m 420) – Colla d’Onzo (m 841) – Chiesa di San Calogero (m 1023) – Monte Castell’Ermo (Monte Peso Grande – m 1094) – Chiesa di San Calogero (m 1023) – Monte Nero (m 981) Dati tecnici: Partenza presso Borgo o poco a monte del paese (m 420): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 672; dislivello realmente coperto intorno ai 900 metri. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada A10 si esce ad Albenga quindi si seguono le indicazioni per la SP 453 e il paese di Pieve di Teco. Superiamo Villanova d’Albenga trovando, poco prima di Ortovero, il bivio a destra con indicazioni per Vendone. Scegliamo questa opportunità salendo di quota per superare una serie di paesi fra cui ricordiamo Castellaro, Vendone e Curenna. Nemmeno un km oltre Curenna troviamo la modesta frazione di Borgo; in sua coincidenza deviamo seguendo il cartello indicante la chiesa di San Calogero. Si tratta di una stretta carrabile che manteniamo per nemmeno due km. Quando l’asfalto è sostituito dal fondo naturale procediamo infatti per poche decine di metri sino alla grande presa d’acqua in cemento posta a sinistra. Possiamo abbandonare l’automobile a lato della strada evitandone il proseguo in quanto piuttosto sconnesso e malmesso per le utilitarie. Descrizione del percorso: Si può decidere di proseguire a piedi lungo il proseguo della sterrata consigliamo tuttavia di abbreviare il percorso seguendo il sentiero contrassegnato dal segnavia X rosso che permette di tagliare alcuni tornanti della strada bianca. Si tratta di una via di salita molto più diretta tuttavia abbiamo trovato il sentiero, in occasione del nostro passaggio (autunno 2017), parzialmente nascosto dalla vegetazione e con alcuni alberi caduti ad intralciare la salita. Siamo riusciti ad aggirare senza troppa difficoltà gli ostacoli e anche i segnavia, sebbene non sempre posti nella posizione più comoda, sono comunque presenti escludendo errori di orientamento. Sarebbe comunque auspicabile che il percorso venisse risistemato. Seguendolo si interseca alcune volte la sterrata quindi, dopo un’ora circa di cammino, si guadagna un piano con il bosco che si dirada lasciando spazio ad appezzamenti prativi e ad alcuni vecchi casolari (m 700). Il segnavia procede, da questo punto in poi, senza ulteriori scorciatoie ricalcando il percorso della sterrata che volge con decisione verso destra. Eseguiamo un secco tornante rientrando verso sinistra in lunga diagonale ascendente. In questa frazione il bosco diviene meno denso concedendo i primi scorci in direzione del litorale e delle circostanti cime delle Alpi Liguri. In ultimo la carreggiata a fondo naturale spiana e trova il suo termine in coincidenza della marcata Colla d’Onzo (m 841 – ore 1,30 dalla partenza), dove troviamo un spiazzo e una bella area pic-nic con tavoli e panchine in legno. Passiamo ora sulla bella mulattiera che sale a destra sempre contrassegnata dal segnavia X a cui si aggiunge il segnavia ∆. Godiamo alle spalle di un magnifico colpo d’occhio in direzione del Monte Saccarello mentre di fronte a noi torniamo ad osservare un tratto della riviera ligure di ponente. Il fondo sterrato lascia spazio, nel settore più ripido, ad una frazione lastricata e cementata. Il percorso si articola in un pendio caratterizzato da curiosi pinnacoli rocciosi; possiamo già osservare, poco più in alto, la Chiesa di San Calogero. Pochi metri al di sotto della costruzione il percorso si divide in due; tralasciamo per il momento il segnavia ∆ che si separa a destra mantenendo il segnavia X che raggiunge in pochi metri la cappella, un manufatto religioso di origini antichissime (m 1023 – ore 0,20 dalla Colla d’Onzo – ore 1,50 complessive). Vale la pena di spostarsi, con una breve digressione, nel piano a destra della chiesa in quanto offre un panorama di grandiosa ampiezza aperto verso la Valle Arroscia e la città di Albenga mentre più a sinistra spicca il tozzo dorso del Monte Nero con i pinnacoli che ne caratterizzano il versante rivolto verso occidente. Più lontana notiamo la forma piramidale del Monte Carmo di Loano. L’escursione può ora proseguire tornando alla chiesa per procedere lungo il terrazzo prativo disteso in direzione del già visibile Monte Peso Alto. Il segnavia X, superato il piano erboso, si inerpica a destra guadagnando una bella selletta con magnifico panorama sulle stratificazioni rocciose che caratterizzano la sommità ormai prossima. Nonostante le vertiginose pareti di calcare il proseguo resta del tutto semplice: aggiriamo infatti sulla sinistra le fasce rocciose seguendo il sentierino sempre ben tracciato. Da notare sulla destra una stretta fenditura rocciosa con canalone che precipita verso la sottostante Val Pennavaira mentre alle spalle l’orizzonte è sempre occupato dal Mar Ligure con visibile il litorale di Albenga. Poco oltre il paesaggio si allarga ulteriormente aprendosi verso nord. La traccia volge verso destra e con un ultima frazione un poco più ripida guadagna la magnifica sommità (m 1094 – libro di vetta - ore 0,15 dalla Chiesa di San Calogero – ore 2,05 complessive). Il panorama di vetta, aperto in tutte le direzioni, sorprende per bellezza e vastità. Verso settentrione il paesaggio offre la visione più alpestre essendo ben visibili diverse cime delle Alpi Liguri fra le quali ricordiamo il Pizzo d’Ormea, Mongioie e Antoroto. Più vicini ammiriamo il Monte Galero e il Monte Armetta. Volgendo ad occidente raggiungiamo il Saccarello in prossimità del confine di stato. Verso meridione notiamo naturalmente il Mar Ligure con la possibilità, nei giorni più tersi, di inquadrare le cime della Corsica. Verso oriente la visione guadagna addirittura il levante ligure mentre più a sinistra si elevano il Monte Carmo di Loano e il Monte Ravinet. La vera sorpresa il Monte Peso Grande la offre tuttavia ai nostri piedi: sul versante settentrionale ed orientale la montagna precipita infatti sulla Val Pennavaira con una serie di strapiombi rocciosi, torrioni e guglie a creare un ambiente quasi dolomitico davvero insolito. Il rientro può avvenire a ritroso con la possibilità d’allungare l’avventura inserendo la salita ad una seconda elevazione: il Monte Nero. In questo caso, rientrati alla Chiesa di San Calogero (ore 0,10 dalla cima – ore 2,15 complessive) procediamo abbandonando la via utilizzata in precedenza per la salita. Seguiamo il segnavia ∆ di colore rosso che cala rapidamente in direzione della selletta che divide il Monte Peso Grande dal Monte Nero. Notiamo già quest’ultima cima caratterizzata da un profilo tozzo ed alberato che in pratica si sovrappone allo sfondo del mare coprendolo per un bel tratto mentre verso sudovest notiamo una frazione della Valle Arroscia e la piana di Albenga. Senza apprezzabili difficoltà guadagniamo la sella divisoria a cui abbiamo fatto riferimento poco fa per procedere in nuova salita subito a destra dei cosiddetti “Giardini di Monte Nero”. Questi ultimi, a dispetto del nome, sono una splendida sequenza di guglie e pinnacoli di dolomia rivolti in direzione della Val Pennavaira. Il sentiero riprende a salire ripidamente nel bosco volgendo a sinistra con il segnavia ++ che si aggiunge al ∆. Nel folto tralasciamo il proseguo per volgere ripidamente a destra (sempre segnavia ++) uscendo dall’alberatura per affrontare una frazione caratterizzata da erba e affioramenti rocciosi. Alle spalle notiamo il versante meridionale del Monte Castell’Ermo caratterizzato da bancate rocciose sovrapposte intercalate da ampi settori alberati. Il nostro percorso volge un’ultima volta verso sinistra tra bosco rado uscendo infine sul vasto pianoro erboso sommitale (m 981 – ore 0,25 dalla Chiesa di San Calogero – ore 2,50 complessive). Il panorama sebbene parzialmente interrotto dall’alberatura, offre ugualmente un ottimo scorcio in direzione del Mar Ligure. Il rientro avviene a ritroso per un totale di circa ore 5 tra andata e ritorno. Cenno sulla flora:
Da rilevare, nel tratto sommitale dell'escursione, la presenza della rara ed endemica Campanula di Savona (Campanula sabatia). E' una pianta con areale compreso tra Punta Predani presso Bergeggi e il Fiume Roja a ponente. Gran parte delle stazioni sono quindi posizionate in provincia di Savona. Tra la Colla d'Onzo e la cima di Monte Peso Grande la specie raggiunge una quota insolitamente elevata, di conseguenza la fioritura è posticipata (luglio - agosto).
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