Castello di Gaino

CASTELLO DI GAINO (m 870)

Succede talvolta che la quota sia bugiarda nel descrivere la vastità del panorama che si può osservare da una cima. E così capita che l’umilissimo Castello di Gaino (nemmeno 900 metri di quota) offra una vista a perdita d’occhio sul lago di Garda e sulla vastità della Pianura Padana sino a cogliere in lontananza l’Appennino Tosco Emiliano a chiudere l’orizzonte meridionale. Succede anche, ed è curioso, che una montagna nel complesso piuttosto bassa goda invece della simpatia di tanti escursionisti (anche tedeschi) e a testimoniarlo è il libro di vetta folto di firme talvolta anche nelle stagioni meno usuali se non addirittura in inverno. Tutto questo è da attribuirsi alla posizione e alla spiccata individualità di questa montagna; il suo profilo è infatti inconfondibile con la sua sommità tricuspidale e le rocciose pendici strette tra il lago di Garda ad est e l’immensa parete del Pizzocolo a occidente. La sua posizione molto prominente sul lago fa sì che la visione che si gode dal punto più alto sia, nei giorni chiari, ben più vasta di quanto si potrebbe supporre. Considerato l’interesse paesaggistico dell’escursione ne consigliamo la percorrenza nei giorni più sereni e nelle stagioni fredde evitando le temperature e l’umidità eccessiva dei mesi estivi. Naturalmente la neve può interessare la zona rendendo l’escursione più impegnativa: in questi casi l’attenzione non è allora mai troppa ed è quindi bene evitare i periodi con più ghiaccio soprattutto per il settore attrezzato posto sotto la vetta che richiede comunque piede fermo. Per il resto è una mini-escursione che impegna per non più di mezza giornata, particolarmente adatta ai mesi freddi quando la altre cime più alte sono ammantate di neve. Gli ulivi che rivestono la base della montagna attribuiscono un sapore mediterraneo alla salita mentre il panorama di vetta rivelerà un circondario di magnifiche montagne prealpine innevate sino a primavera inoltrata: una visione ricca di fascino e di contrasti.

Dati tecnici:

Partenza da Navazzo (m 487) Difficoltà: E (Un brevissimo tratto subito prima della cima: EEA per la presenza di funi metalliche fisse in un tratto a roccette) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale anche se non chiara ad inizio percorso. Dislivello assoluto: circa m 383. Acqua: assente.

Accesso:

Si raggiunge il paese di Gargnano sulla sponda bresciana del lago di Garda provenendo da Salò oppure arrivando da nord (Riva del Garda). In coincidenza di Gargnano abbandoniamo la statale gardesana per volgere, in ripida salita, in direzione di Valvestino. Da Gargnano seguiremo questa strada per 7 km circa ignorando i bivi laterali per i piccoli paesi vicini sino a raggiungere infine le case di Navazzo. Sia in coincidenza del paese che subito oltre il piccolo centro abbiamo due strette stradicciole asfaltate che volgono a sinistra e conducono alla nostra meta. L’ideale è lasciare l’automobile presso le ultime case; lo stradello subito oltre il paese passa inoltre presso un vasto parcheggio che può essere un altro punto adatto per abbandonare l’automobile.

Descrizione del percorso:

Procediamo a piedi su uno dei due stradelli asfaltati e che, appena fuori paese, convergono in un'unica strada in salita che diviene però sterrata e molto stretta. Raggiungiamo in breve una sella (m 540) oltre la quale si scenderebbe, nell’opposto versante, verso una ben visibile casa privata. Abbandoniamo tuttavia questa strada per passare sulla carrareccia che sale a destra con scorci, a tratti, sull’imponente sagoma del Pizzocolo. Bordeggiamo Villa Lena, vecchia casa posta alla nostra destra per poi trovare, subito al di sopra, un bivio in coincidenza di un palo in cemento. Sulla sinistra si scende su sentiero a Gaino: scegliamo invece di mantenere l’ampio stradello volgendo a destra (indicazioni scritte sul palo: dicembre 2010). Il proseguo conduce presso l’ampio crinale dal quale osserviamo, proprio davanti a noi, il versante settentrionale di Monte Castello di Gaino.

Proseguiamo brevemente sulla destra sino ad una nuova biforcazione. Abbandoniamo la mulattiera che procede perdendo quota nel bosco per passare sul sentierino a sinistra tra gli abeti (cartello indicatore). Bordeggiamo un appostamento di caccia e in breve siamo nuovamente in cresta con splendido panorama sul lago di Garda sovrastato dal crinale principale di monte Baldo e, più a nord, dal monte Altissimo di Nago. E’ un bellissimo tratto panoramico di pochi metri oltre il quale il percorso abbandona il crinale e la vista del lago per portarsi a destra, in ombra alla mattina, traversando lungo il versante occidentale della montagna. L’ambiente diviene sorprendentemente selvaggio nonostante la bassa quota: traversiamo alla base delle rocce di monte Castello mentre a destra impressiona, per le sue immense dimensioni, la sagoma del Pizzocolo. In moderata salita procediamo nel bosco: i segnavia sono scarsi ma il sentiero è molto evidente grazie al buon numero di escursionisti che lo percorrono regolarmente. Tra gli alberi intravediamo, soprattutto in inverno quando non vi sono frasche, la nostra cima proprio davanti a noi. Il percorso obliqua lievemente verso sinistra salendo poco sotto una forcelletta quotata 789 metri. Una breve deviazione di qualche metro permette di salire alla selletta dove la vista si apre in un magnifico panorama del settore meridionale del lago di Garda. Osserviamo verso sud il sottile istmo di Sirmione mentre a oriente notiamo la Punta di S.Vigilio. Siamo sovrastati dalla rocciosa cuspide sommitale. E’ solo un anticipo dell’invidiabile panorama di vetta, restano infatti gli ultimi 15 minuti di salita. Il sentiero prosegue di nuovo nel bosco del versante occidentale abbandonando ancora una volta la vista del lago. Si sale su fondo ora frammisto a facili rocce sino alla base del ripido pendio sommitale. Il sentierino sale su tracciato in lieve esposizione ma ben assicurato con funi metalliche continue. Qualche salto su roccia è un po’ più ripido ma gli appigli e gli appoggi non mancano e in qualche caso non esitiamo ad aiutarci utilizzando i solidi tronchi degli alberi. Il settore esposto è breve e ha termine pochi metri sotto la vetta. Volgiamo a destra e siamo infine sul punto più alto (m 870 – libro di vetta da firmare - ore 1,30 dalla partenza). Da notare il punto panoramico con panchina posto subito sotto la cima.

Il panorama, come anticipato, sorprende per vastità e bellezza. Notiamo una buona metà del lago di Garda e in particolare il settore inferiore in direzione della Pianura Padana. La sponda veronese è osservabile per almeno tre quarti: oltre ai prima citati monte Baldo e Altissimo di Nago, intravediamo verso nordest il monte Stivo, già in provincia di Trento. Volgendo a settentrione lo sguardo si estende alle montagne di confine tra la Lombardia e il Trentino con ampia visione dei monti Caplone e Tombea. In primo piano osserviamo il Monte Comer precipitare direttamente con le sue pendici nelle acque del Garda. Spostandosi ulteriormente a ovest notiamo il Pizzocolo e il monte Spino; la particolare angolazione permette, in un piccolo varco a destra di quest’ultima cima, di andare a cogliere, molto lontana, la sagoma della Corna Blacca, grandiosa cima alla testata della Val Trompia. Sotto la nostra verticale, per concludere, osserviamo in bella visione ravvicinata il paese di Gargnano in parte coperto dalla lunga dorsale che dalla cima del Castello di Gaino si prolunga verso settentrione. E’ una vista sorprendente ma in effetti siamo a quasi 900 metri d’altitudine mentre il lago giace ad appena 76 metri; ciò significa che nonostante la quota contenuta la cima precipita per circa 800 metri sulle sottostanti acque garantendo una visione indimenticabile nei giorni sereni. Il rientro avviene ovviamente a ritroso.

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