Cima Valfredda (Geltalspitze)

CIMA VALFREDDA (GELTALSPITZE - m 3192)

Un grandioso contesto d’alta montagna caratterizza la zona circostante la Forcella di Val Fredda. Siamo nel settore centrale delle Vedrette di Ries, una zona modellata dai ghiacciai ancora presenti nonostante la fase di forte ritiro determinata dall’aumento medio della temperatura terrestre. Diverse cime sono accessibili in quest’area, ma curiosamente la Cima Valfredda vive di un anonimato pressoché assoluto. E’ un vero peccato in quanto si tratta di un “3000” d’assoluto rispetto raggiungibile tuttavia con relativa facilità; soltanto l’ultima mezz’ora di salita avviene su terreno non segnato che richiede un minimo di senso dell’orientamento. Non vi sono comunque tratti esposti ed è un’ascensione senz’altro raccomandabile tra luglio e settembre. Importante è un buon allenamento visto il dislivello complessivo molto elevato. Necessaria è inoltre la scelta di una giornata dal tempo stabile considerata l’estrema variabilità meteorologica delle Vedrette di Ries per via della vicinanza al crinale principale delle Alpi. Ad ogni modo, la presenza del Rifugio Forcella di Val Fredda costituisce un importante elemento di sicurezza nonché un‘utile fonte di informazioni per conoscere lo stato d’innevamento della zona considerato che la neve può, a questa quote, cadere anche nel pieno della stagione estiva.

Dati tecnici:

Da Riva di Tures – Località Seeber (m 1520): Difficoltà: EE (E sino al Rifugio Valfredda – EE nel tratto successivo). (Vai alla scala delle difficoltà)Segnaletica: totale fino oltre il rifugio. Assente nel tratto finale dell’ascensione con tre isolati ometti. Dislivello assoluto: m 1606. Acqua sul percorso: diverse possibilità grazie ai numerosi torrenti fin verso i 2500 metri; nel tratto successivo è presente il Rifugio Forcella di Val Fredda come punto d’appoggio.

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza dalla Val Pusteria. In coincidenza della città di Brunico troviamo le indicazioni per la statale della Valle Aurina (Ahrntal); la percorriamo per una decina di km sino ad individuare, poco prima di entrare nel paese di Campo Tures, il bivio a destra per Riva di Tures. Lasciamo il fondo valle per risalire con la provinciale tutta la Valle di Riva in ambiente selvaggio e molto suggestivo. Ad un km circa di distanza dalla grande piana a pascolo che accoglie il delizioso paesino di Riva di Tures notiamo, a sinistra della carreggiata, un ampio parcheggio con bacheca che riporta indicazioni relative al Rifugio Forcella di Val Fredda. Abbandoniamo qui l’automobile.

Descrizione dell’itinerario:

Abbandonata l’auto nel parcheggio si torna a ritroso, per poche centinaia di metri, lungo il sentiero pedonale che affianca, a sinistra, la provinciale. Troviamo infine il bivio con cartello segnalatore in legno, che indica, sulla sinistra, il sentiero n° 3 che risale la Val Fredda (Geltal). Rimontiamo questa prima frazione su tracciato che si sviluppa nel fresco del bosco; il sentiero si mantiene alto sulla sinistra rispetto al fondo del solco vallivo. Più in alto alcune staccionate di legno proteggono il sentiero sul sottostante salto. L’uscita dal bosco avviene in coincidenza della Malga Valfredda di Fuori (Außere Geltalalm – m 1995 – ore 1 dalla partenza) posta al margine di un magnifico altipiano prativo, con splendido panorama in direzione della Cima dell’Acqua (Wasserkopf). Il percorso prosegue in scarsa pendenza tra i verdeggianti pascoli mantenendosi a sinistra del torrente per poi guadagnare in breve la Malga Valfredda di Dentro (Innere Geltalalm - m 2070). Scavalchiamo con ponte in legno il Rio Freddo (Geltbach) passando sulla sinistra orografica della valle. Riprende con maggiore decisione la salita in direzione della testata della Val Fredda; il fondo, complice la quota, alterna tratti erbosi a sconnesse pietraie, queste ultime progressivamente più vaste ed instabili. Da notare il panorama alle spalle su Picco Palù e, più in lontananza, su un tratto delle Alpi Aurine con, in particolare evidenza, le cime del Lovello e del Sasso Nero. In coincidenza di un pianoro superiamo alcuni rigagnoli; l’intera zona è particolarmente ricca d’acqua e uscendo di poco fuori sentiero si incontrano alcuni piccoli suggestivi laghetti. In leggera discesa, si scavalca, con ponticello in legno, un torrente particolarmente impetuoso (m 2434). Subito oltre riprende la salita che diviene particolarmente erta con una lunga sequenza di serpentine. Il terreno è ora detritico, con pietraie a sostituire completamente la vegetazione. Compare sulla destra la Vedretta di Valfredda (Geltalferner) divisa in due sezioni a seguito del forte riscaldamento degli ultimi anni. Il ritiro del ghiacciaio è particolarmente evidente nella parte inferiore della vedretta che negli anni, per via dell’innevamento sempre più scarso, si sta trasformando in un ghiacciaio “nero”, parzialmente occultato dai detriti che si stanno accumulando sulla sua superficie. In ultimo decresce sensibilmente la pendenza fino a raggiungere alcuni terrazzi detritici sassosi dove sono presenti diversi specchi d’acqua che riflettono le cime circostanti. Siamo ormai in vista del Rifugio Forcella di Val Fredda (Rieserfernerhütte – m 2792) che guadagniamo tra lastroni sconnessi ed eventuali nevai che tendono a persistere sino ad estate inoltrata. Sono trascorse circa 3,30 ore dalla partenza e il panorama si allarga al grande anfiteatro d’alta montagna che circonda la Vedretta di Valfredda. Nello specifico osserviamo, da sinistra verso destra la Croda Nera (Schwarze Wand – m 3105), Cima Mattina (Morgenkofel – m 3073) e la Cima dell’Acqua (Wasserkopf – m 3135); verso nord-est notiamo le pendici del Pizzo delle Vedrette (Fernerköpfl – m 3249) e di Monte Magro (Magerstein – m 3273) parzialmente occultate dalla Cima Valfredda (Geltalspitze – m 3192), obiettivo della nostra escursione.

Dopo una meritata sosta volgiamo a sinistra (verso nord) sul segnavia n°1 in direzione del Pizzo delle Vedrette. Il sentiero, facile e segnato, sale in moderata pendenza per poi cominciare, sulla destra, l’aggiramento dell’ampia struttura piramidale della Cima Valfredda. Il panorama si estende a destra sulla sottostante Valle di Anterselva mentre l’orizzonte meridionale è chiuso dalle Dolomiti: un occhio attento saprà riconoscere l’inconfondibile profilo delle Tre Cime di Lavaredo e la struttura sommitale di Monte Cristallo. Per salire alla Cima di Valfredda occorre a questo punto abbandonare intuitivamente il sentiero segnato volgendo verso sinistra sul caotico pendio pietroso che ne caratterizza la spalla nord-orientale. Naturalmente non vi è segnaletica tuttavia, in condizioni di buona visibilità, è presente un ometto di pietre lungo il crinale ascendente, che può fare da riferimento. Occorre prestare la dovuta attenzione al fondo particolarmente instabile e faticoso (molto scivoloso in discesa); si guadagna comunque quota e possiamo apprezzare il tratto salito grazie al riferimento delle cime poste alle spalle. Un secondo ometto posto più in alto guida i nostri passi; subito oltre è bene non lasciarsi fuorviare dal fondo apparentemente più stabile posto verso destra. Occorre in realtà accentrarsi a sinistra sino a scorgere, sempre in salita, un terzo ometto. Superato questo ulteriore riferimento, siamo ormai in vista della cuspide sommitale. L’orientamento diviene più semplice e la pendenza meno marcata. E’ possibile assecondare il filo di cresta aggirando eventualmente sulla sinistra i tratti più esposti. Compare grandiosa la visione del Pizzo delle Vedrette. Negli ultimi metri un’esile traccia guida senza difficoltà sino al punto più alto (m 3192 – grande ometto di pietre sulla sommità - ore 1 dal Rifugio Forcella di Valfredda – ore 4,30 complessive).

Passiamo a descrivere il meraviglioso panorama di vetta. Buona parte della nostra attenzione è attratta, verso nord-ovest, dall’impressionante parete del Monte Nevoso (Schneebiger Nock – m 3358) e dalla lunga cresta che lo unisce al Pizzo delle Vedrette (Fernerköpfl – m 3249) per poi prolungarsi sino al Monte Magro (Magerstein – m 3273). Più a meridione si distende la profonda Valle di Anterselva. Ad occidente si distende, sotto di noi, la lunga Val Fredda (Geltal) che abbiamo risalito per portarci in cima. Si ripete, verso sud-ovest, la grande vista sulle cime che fanno da quinte alla Vedretta di Valfredda; da destra verso sinistra abbiamo la Cima dell’Acqua, Cima Mattina e la Croda Nera, queste ultime divise dal Giogo di Rio Molino. Ancora più ad oriente notiamo la Cima Stark a dominare il piano detritico ove è posto il Rifugio Forcella di Valfredda.

Il rientro avviene a ritroso prestando la debita attenzione allo sconnesso e non segnato tratto sommitale.

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