Cipollaccio dei campi

Nome scientifico: Gagea villosa (M.Bieb.) Sweet (Sinonimo: Gagea arvensis (Pers.) Dumort. – Ornithogalum villosum M. Bielb. – Gagea arvensis auct.)

Famiglia: Liliaceae

Altri nomi comuni: Gagea villosa – Cipollaccio di campo

Habitat naturale: Coltivi, incolti aridi, vigne, prati, boschi da 0 a 1800 metri. E’ specie segnalata in tutta Italia tranne in Sicilia e in Sardegna; dubbia la presenza in Liguria e in Campania.

Periodo di fioritura: Da marzo a maggio.

Descrizione della pianta: Pianta erbacea alta 5 – 20 cm con due piccolissimi bulbi subsferici racchiusi in un’unica tunica bruno-scariosa. Il fusto appare eretto ed ingrossato, con peluria appressata patente o riflessa, foglioso nell’infiorescenza. Sono presenti 2 foglie basali (più raramente una sola) lunghe 9 – 18 cm e larghe 1 - 4 mm strettamente lineari, canalicolate, a carena arrotondata. Le foglie cauline, in numero di 2 -3, sono opposte, bratteiformi, con margini pelosi e inserite sotto l’infiorescenza; sono più larghe delle basali e superano in genere i fiori. L’infiorescenza è un racemo con 3 – 16 fiori disposti su pedicelli patenti villosi che formano un’ombrella corimbiforme. Il perigonio presenta 6 tepali gialli ad apice acuto lunghi 12 – 16 mm, pubescenti all’esterno e rigati di verde. Sono presenti 6 stami, un ovario supero tricarpellare e uno stilo pubescente.                                                                                                               

Note: Il nome del genere ricorda il botanico inglese T.Gage (1781 – 1820). La specie presenta spesso anomalie fiorali. Si possono avere talvolta 8 tepali e 8 stami oppure 7 tepali e 7 stami. I bulbi avventizi talvolta generano foglie diverse rispetto alle solite. E’ possibile la confusione con altre specie simili. Si distingue da Gagea lutea per le foglie basali capillari e da Gagea minima per la peluria sullo scapo fiorale e sui tepali. Simile è anche Gagea pratensis la quale tuttavia presenta due bulbi e Gagea fragifera che si distingue per le foglie basali spiralate a sezione semicilindrica e per i tepali all’esterno glabri.

Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate presso Malga Acomizza, sulle pendici dell’omonima cima (m 1700 – Alpi Carniche).

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