Comer

MONTE COMÉR (m 1280)

Il lago di Garda, nel suo settore centrale e settentrionale, appare letteralmente scavato tra le montagne con il risultato che abbondano i punti panoramici che concedono dall’alto visioni spettacolari sullo specchio d’acqua. Mentre alcune di queste montagne godono di una certa notorietà, come può essere per il massiccio del Monte Baldo, molte altre godono di un anonimato quasi assoluto e questo si può ben dire del Comér. Indubbiamente non si tratta di una montagna alta ma presenta comunque ottime attrattive per l’escursionista: innanzi tutto il panorama di cui si può godere dalla vetta è sensazionale; il Comér è infatti collocato grosso modo a metà del lago con il risultato che dalla sua sommità si può osservare più dell’80% del Garda. Il vicino Pizzocolo appare più alto e maestoso eppure il Comér è molto più vicino alla sponda del lago con il risultato che il suo versante orientale precipita quasi a picco per 1200 metri sulle sottostanti acque. Infine ricordiamo la possibilità di salire questa montagna anche fuori stagione e anzi, fine inverno – inizio primavera oppure il tardo autunno sono senz’altro i periodi più adatti permettendo un’ascensione quando itinerari più in quota sono inaccessibili per la neve. Sconsigliamo il periodo estivo per le elevate temperature e la forte umidità; il periodo invernale può essere preso in considerazione ma con molta cautela: la neve può rendere pericolosa l’ultima frazione prima della vetta dove sono presenti alcuni passaggi un po’ esposti. Concludiamo decantando giustamente il panorama: in occasione della nostra prima salita al Comér la giornata era talmente limpida da permettere la visione di un vasto tratto della Pianura Padana e di un lungo settore dell’Appennino Tosco Emiliano a chiudere l’orizzonte meridionale. Cosa si può chiedere di più? Il nostro augurio è che possiate scegliere una giornata analoga da ricordare per la sua trasparenza e i suoi panorami. 

Dati tecnici:

Partenza da Sasso (m 546): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Poco prima della cima un paio di passaggi sono leggermente esposti: la difficoltà è presente solo con fondo innevato o ghiacciato. Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 734. Acqua: assente.

Accesso:

Sulla sponda bresciana del Lago di Garda si incontra, in coincidenza del paese di Gargnano, il bivio per Valvestino. Abbandoniamo la sponda del Garda risalendo per qualche chilometro la provinciale con visioni sul lago sempre più entusiasmanti mentre si guadagna quota. Al bivio per Sasso (segnalato dal cartello), lasciamo la provinciale per Valvestino; volgiamo a destra e in breve raggiungiamo la piccola frazione (m 546) posta in uno splendido terrazzo a dominare il lago e il massiccio del Monte Baldo. Da notare le scarse possibilità di posteggio: è presente solo un piccolo parcheggio all’inizio del paese per cui non è una cattiva idea recarsi alla partenza abbastanza presto al mattino.

Descrizione del percorso:

La nostra camminata inizia, come detto, nel caratteristico borghetto di Sasso, dominato a sud dall’inconfondibile sagoma del Pizzocolo. Nel mezzo del paesetto ignoriamo il sentiero 30 che cala in direzione del sottostante paese di Gargnano posto sulla sponda lago di Garda; seguiamo invece il sentiero 31 che, su facile mulattiera, traversa tra le ultime case della frazione.  Dopo un primo breve tratto quasi in piano, andiamo a guadare alcuni torrentelli quindi cominciamo a salire ripidamente su fondo sconnesso ma comunque con percorso ampio e ben segnato. Permaniamo in questa prima frazione nel bosco, quindi il sentiero volge a destra, sempre in sensibile salita, sino a guadagnare un magnifico terrazzino in piena cresta privo di alberatura dove possiamo osservare il primo grandioso panorama della giornata (ore 0,30 dalla partenza).

Una sosta è d’obbligo per poter godere della splendida visione del lago di Garda; notiamo sotto la nostra verticale il paese di Gargnano mentre più a sud osserviamo la grande mole del Pizzocolo con, subito alla sua sinistra, la cima decisamente più bassa del Castello di Gaino. Nelle giornate più limpide, l’orizzonte meridionale è chiuso a sud dal crinale appenninico solitamente innevato in inverno e per gran parte della primavera. Sulla sponda veronese osserviamo la catena di Monte Baldo che corre parallelamente al Lago di Garda da nord verso sud, sino a digradare progressivamente e a spegnersi nel lago con la pronunciata Punta di S.Vigilio.

Dopo una meritata sosta riprende il cammino ignorando il bivio posto a destra per l’eremo di S.Valentino. Il tracciato si riporta nel fitto della boscaglia e raggiunge in breve un caratteristico e ombroso valloncello; in coincidenza di un salto più ripido e dal fondo un po’ più instabile sono stati aggiunti alcuni brevi spezzoni di fune metallica; subito oltre riprende il normale sentiero che traversa poco più in alto dello stretto solco.

Interrompe la salita un nuovo ampio terrazzo posto subito a destra del percorso, questa volta con panorama verso il Baldo in parte ostacolato dalla densa alberatura.

Il proseguo, sempre facile e segnato, conduce ad un bivio con evidente segnaletica; a sinistra si raggiunge, in breve e con scarsi dislivelli, il Rifugio dell’A.N.A di Gargnano. Scegliamo invece la destra con il tracciato nel bosco che si impenna riportandosi sul filo di cresta ricadente a est sul paese di Gargnano e sul Garda. Si rinnovano le splendide panoramiche ma da una quota superiore: osserviamo più chiaramente l’intero disegno del settore meridionale del lago sino a cogliere addirittura l’istmo di Sirmione oltre agli Appennini sullo sfondo. A ovest compaiono tra le frasche alcuni splendidi pascoli; la novità sta nel fatto che osserviamo per la prima volta la cima del Comér che appare boscata sino alla sommità; in realtà il punto più elevato è libero dalla vegetazione e permetterà un fantastico panorama insospettabile nel corso della salita.

Proseguiamo in moderata pendenza osservando le bancate rocciose che caratterizzano i salti posti a destra; subito oltre abbandoniamo la cresta guadagnando un piccolo piano erboso dove troviamo una vecchia e malconcia capanna in lamiera. Il proseguo obliqua verso destra permanendo nel bosco: ignoriamo una deviazione segnata che, verso sinistra, porterebbe anche in questo caso al Rifugio A.N.A di Gargnano. I segnavia conducono nuovamente sul crinale discendente dalla cima e, ancora una volta, sono il Lago di Garda e il Monte Baldo ad essere protagonisti con visione ancora più vasta. Bello il panorama anche verso occidente sul Pizzocolo e, più a destra, sul Monte Spino. Affrontiamo ora il tratto finale dell’ascesa con tracciato meno banale che accosta in alcuni passaggi il salto precipite sul Garda. L’esposizione è limitata a pochi passaggi su sentiero ampio e sicuro; la difficoltà diviene più marcata in caso di fondo innevato o ghiacciato, in questi casi la prudenza non è mai troppa e in assenza di piccozza e ramponi potrebbe essere consigliabile la rinuncia. Ad ogni modo si segue quasi fedelmente il filo di cresta più che mai panoramico verso il sottostante lago, con il fondo sconnesso per l’affioramento di alcune rocce; in ultimo diminuisce l’alberatura e un tratto particolarmente ripido immette nella crestina finale. L’ultimo tratto vede la pendenza decrescere e il panorama divenire immenso con la scomparsa degli alberi; si schiudono nuovi orizzonti, in particolare verso la parte settentrionale del Garda osservabile quasi per intero. La traccia nell’erba conduce direttamente al punto più alto (m 1280 – ore 2,30 dalla partenza).

Occorre osservare che il panorama dalla cima è sconfinato, interrotto in minima parte solo verso nordovest dalla vicina cima del Monte Denervo che impedisce la visione d’un tratto delle vicine Alpi Giudicarie. Per il resto la vista è ampia e pienamente appagante; partendo da settentrione osserviamo quasi per intero la parte alta del Garda sovrastata dal Monte Stivo: solamente il tratto di lago propspicente Riva del Garda e Torbole risulta invisibile in quanto profondamente incassato tra le montagne. Spostandosi verso oriente notiamo la grande mole del Monte Altissimo di Nago quindi la parte centrale della catena di Monte Baldo; volgendo verso sud notiamo il gruppo del Baldo calare di quota sino a spegnersi nella Punta di S.Vigilio, subito oltre il lago si allarga nella sua parte meridionale oltre la quale si distende, vasta, la Pianura Padana. Più a occidente ci spostiamo già nella sponda bresciana del Garda ancora una volta dominata dalla cima del Castello di Gaino e soprattutto dalla grande mole del Pizzocolo e, più a destra, dal Monte Spino.  

Discesa a valle:

E’ naturalmente possibile rientrare a ritroso, suggeriamo tuttavia un tracciato diverso al fine di percorrere un bell’itinerario circolare. Per un breve tratto si ricalca il percorso di salita prestando ancora una volta attenzione ai brevi passaggi esposti lungo il bordo della cresta ricadente in direzione del lago. Si cala sino al bivio a destra per il Rifugio A.N.A di Gargnano (20 minuti dalla cima). Scegliamo questa opportunità abbandonando il sentiero 31 utilizzato nella salita. Volgiamo pertanto a destra, nel folto del bosco, guadagnando per qualche minuto debolmente quota. Caliamo infine verso gli evidenti prati sottostanti andando a bordeggiare la bella costruzione del rifugio (m 985). Il sentiero diviene un’ampia mulattiera che confluisce immediatamente nella strada asfaltata che sale da Formaga a Briano.

Il nostro percorso sfrutta ora la strada aperta al traffico che seguiamo verso sinistra solcando tratti a pascolo alternati ad altri boschivi (da notare la vista alle spalle sul Comèr). Ignoriamo un primo sentiero che si separa a sinistra con indicazioni per Sasso proseguendo invece lungo la strada asfaltata; passiamo presso casa Razone (m 940) per poi trovare, subito oltre, il sentiero 38 che abbandona la carreggiata per calare a sinistra nella boscaglia. Attenzione al bivio, evidente ma non segnalato da cartelli: sono comunque presenti i segnavia sugli alberi a lato del tracciato. Caliamo sulla mulattiera volgendo immediatamente verso destra con una pronunciata svolta: anche in questo caso occorre prestare attenzione a non sbagliarsi in quanto il percorso abbandona la più ampia mulattiera che proseguirebbe traversando nel bosco quasi in falsopiano. Il sentiero diviene a questo punto scomodo e sconnesso con fondo particolarmente scivoloso (inverno 2010); la discesa, molto ripida e su tracciato in cattive condizioni, non offre comunque rilevanti difficoltà: attenzione deve essere in ogni caso prestata al fondo coperto di foglie che in parecchi punti cela alcune scivolose roccette. Nel settore inferiore la pendenza si attenua parzialmente e lascia spazio ad un tracciato fortunatamente più ampio e curato. Il fondo diviene più comodo e in ultimo si raggiunge direttamente l’abitato di Sasso in coincidenza del piccolo parcheggio all’entrata del paese (m 546 - un paio d’ore dalla cima del Comér – ore 4,30 complessive).

Nota:

E’ ovviamente possibile raggiungere la cima del Comér portandosi in auto sino al Rifugio A.N.A di Gargnano invece di partire da Sasso. In questo caso l’ascensione richiede appena una mezz’ora abbondante ma è una banalizzazione della salita che sconsigliamo vivamente. Il percorso così come descritto riempie invece al meglio la giornata concedendo soprattutto continue, spettacolari visioni del Lago di Garda e delle montagne del circondario. Il percorso è logico e ben scelto risalendo per lo più il filo di cresta discendente dalla cima.

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