Dosso Sassello - Paghera

DOSSO SASSELLO (m 1006)

MONTE CANALE (m 978)

PAGHERA (m 1125)

Una lunga dorsale montuosa delimita la sponda occidentale del Lago di Idro nel tratto compreso tra Pieve Vecchia ed Anfo. Si tratta di una catena con cime intorno ai 1000 metri che si sviluppa parallelamente al lago. Provenendo da sud la prima elevazione di rilievo è il Dosso Sassello, sommità che concede una bella e facile ascensione adatta a tutti. Maggiormente impervia appare la salita al Paghera, punto più elevato della dorsale che comunque può essere raggiunto senza difficoltà salendo da Anfo; nel nostro caso l’ascensione avviene in traversata dal Dosso Sassello con un percorso un po’ più impegnativo ma comunque all’altezza di un buon escursionista. Il toponimo “Paghera” deriva da “pagher”, vocabolo dialettale bresciano utilizzato per definire l’abete rosso. Monte Canale è una montagna di transito compresa fra le due appena indicate. Nel complesso un itinerario panoramicamente parlando spettacolare, con il blu del lago di Idro a contrastare con le circostanti montagne prealpine. E’ un itinerario per le mezze stagioni e non per l’estate quando caldo e umidità possono essere opprimenti. Con cautela può essere presa in considerazione anche la stagione invernale evitando periodi in cui la neve è caduta a quote basse oppure con gelo intenso; un giudizio sulla fattibilità del percorso può essere dato direttamente alla partenza in quanto le cime sono ben visibili dalla sponda del lago permettendo di valutare con discreta sicurezza la presenza o meno di neve nei settori superiori.

Dati tecnici:

Partenza da Pieve Vecchia (m 373): Difficoltà: EE riducibile ad E omettendo la salita a Monte Paghera (Suddivisione difficoltà in base ai tratti: dalla partenza al Passo di Costa Verde: E – Dal Passo di Costa Verde al Monte Paghera: EE con necessità di piede fermo e assenza di vertigini – Discesa dal Passo di Costa Verde ai Tre Capitelli: E – Da Tre Capitelli a Pieve Vecchia: T) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 752. Acqua: assente.

Accesso:

Si risale, partendo da Salò, la Val Sabbia raggiungendo il lago di Idro in coincidenza del paese di Pieve Vecchia. Nel centro del paese troviamo a destra il bivio per Capovalle; in coincidenza del bivio ma a sinistra sale il nostro sentiero identificato dall’eccellente segnaletica (segnavia 457 – indicato anche il sentiero SB1 ovvero “Sentiero Baremone 1”). Si può parcheggiare l’automobile pochi metri prima dell’innesto sul nostro sentiero nel posteggio posto a sinistra appena sopra il piano stradale.

Descrizione del percorso:

La nostra escursione inizia, come detto, su comoda stradina asfaltata che sale ripidamente tra le ultime case di Pieve Vecchia. L’asfalto lascia immediatamente spazio ad un’ampia mulattiera a fondo naturale che sale nel fresco del bosco ad un’ultima casa; in coincidenza dell’edificio abbiamo un’apertura panoramica verso nordest a scorgere le montagne sull’altra sponda del Lago di Idro. Lo stradello lascia ora spazio ad un facile sentiero che passa a lato della casa per poi riportarsi nel bosco; saliamo di quota moderatamente con una lunga sequenza di tornanti. La continuità della salita è interrotta da un bel punto panoramico posto su un piccolo dosso posto appena a sinistra del sentiero: lo riconosciamo facilmente per la presenza di una panca in legno sul suo culmine. Il paesaggio, pur disturbato parzialmente dall’alberatura, concede uno scorcio sul settore meridionale del lago e sul paese di Crone. Riprendiamo nella salita sino a guadagnare il crinale delle cosiddette Coste della Pieve (m 680) ovvero la lunga cresta che discende verso meridione dalla cima del Dosso Sassello: i segnavia, sempre chiari e presenti, indicano verso destra con cartello indicante il Passo di Costa Verde. La salita, facile e costante, conduce sul ciglio del crinale permettendo nuove vedute in direzione del sottostante lago e del monte Manos. Subito oltre si passa sul versante della Val Canale dove ci affacciamo, verso occidente, a scorgere le articolate creste delle Piccole Dolomiti Bresciane; nello specifico notiamo la rocciosa parete della Corna Zeno e, più a sinistra e più distante, l’inconfondibile struttura della Corna Blacca che varca i 2000 metri di quota.

Proseguendo nella salita rasentiamo un ripetitore telefonico posto alla nostra destra (m 805 – ore 1 dalla partenza) quindi guadagniamo un tratto in cresta che si presenta, in questa frazione, ampia e prativa. Passiamo presso una postazione di caccia per poi procedere nel bosco rado in direzione del Dosso Sassello che appare chiaramente di fronte a noi. L’ultimo tratto è il più ripido e permette, salendo dal versante della Val Canale, di accedere direttamente alla splendida e panoramica sommità (m 1006 – libro di vetta – ore 1,35 dalla partenza – panchina in legno sulla cima). Il paesaggio, ampio e luminoso, è interrotto in minima parte solo verso nord; sotto la verticale della cima occhieggia il settore meridionale del lago di Idro con visibile non solo il paese di Crone sovrastato dal monte Manos, ma anche Pieve Vecchia, dove abbiamo abbandonato l’auto, proprio all’estremità del lago. Il panorama si estende a meridione sulla Val Sabbia con visibili le ultime cime delle Prealpi Bresciane oltre le quali si estende la Pianura Padana. A occidente svettano più che mai le vicine sommità della Corna Zeno e della Corna Blacca a rendere il paesaggio più alpestre.

Dopo una remunerativa sosta per godere del fantastico panorama proseguiamo oltre la vetta mantenendo il facile sentiero segnato. Il percorso si scosta dal versante lacustre traversando con scarsi dislivelli al di sopra della selvaggia Val Canale sulla quale incombono le cime delle Piccole Dolomiti Bresciane. Il nostro sentiero passa a sinistra di un caratteristico costone roccioso quindi proseguiamo senza apprezzabili difficoltà su fondo per lo più erboso; davanti a noi appare la pronunciata sagoma del Monte Paghera mentre alle spalle notiamo altri rilievi con, in primo piano, le pendici boscate del Dosso Sassello. Dopo un lungo tratto in falsopiano perdiamo quota sottopassando a sinistra la sommità di monte Canale (m 978) per poi raggiungere una capanna di legno. Poco oltre il sentiero si riporta in pieno crinale con panorama che si apre magnificamente ad osservare per la prima volta la parte centrale del lago di Idro con visibili i paesi di Anfo e Vestone. La discesa conduce in breve al Passo di Costa Verde (m 922 – circa 2 ore dalla partenza) pronunciata sella che divide il soprastante ben visibile monte Paghera dal Dosso Sassello. Da notare al di là del lago di Idro, subito a sinistra del monte Manos, la lunga catena del monte Baldo sfilare all’orizzonte orientale. In coincidenza del passo la segnaletica indica due possibilità per proseguire l’escursione: a destra cala il segnavia 458 in direzione del sottostante paese dei Tre Capitelli sulla sponda del lago permettendo di chiudere circolarmente il percorso. Chi lo desidera può invece proseguire lungo il crinale raggiungendo la vetta del Paghera con una digressione consigliata agli escursionisti dotati di piede fermo. La salita in questione richiede infatti più “carattere” rispetto al resto dell’escursione per la presenza di alcuni settori in parte esposti e su ripide roccette. Nulla di troppo impegnativo per un buon escursionista alpino ma comunque è necessaria la dovuta attenzione ed esperienza.

Il tratto più impegnativo viene immediatamente affrontato: il sentiero cambia caratteristiche e diviene un’esile traccia che, scostandosi poco a sinistra del crinale raggiunge la base di un camino roccioso racchiuso tra due evidenti pinnacoli. Il percorso rimonta il camino con alcune scomode balze rocciose per poi discenderlo, altrettanto ripidamente, dalla parte opposta. Poche decine di metri e siamo ad un secondo camino ancora più ripido e faticoso. Non esitiamo ad utilizzare le mani per rimontarlo; nella parte inferiore è bene non fare troppo affidamento su una malconcia fune metallica di scarsa utilità pratica. Scavalcata questa seconda difficoltà segue un traverso in diagonale ascendente in parte esposto: si sale alla piccola insellatura tra l’evidente pinnacolo roccioso che ci sovrasta e il pendio a destra. Troviamo anche qui una vecchia, sottile fune metallica per raggiungere infine il soprastante crinale. Il sentiero volge ora con decisione a destra risalendo su scomode roccette e con qualche balza un po’ alta e impegnativa. Interessante il panorama verso destra in direzione del Dosso Sassello e della Val Sabbia. Le difficoltà terminano definitivamente poco sopra con il sentiero che si riporta in pieno crinale discendente dal Paghera. Volgiamo ora a sinistra su tracciato che finalmente diviene un innocuo sentiero su fondo erboso. Passiamo quasi in piano appena al di sopra di una cascina per poi riprendere nella salita verso l’evidente sommità. Il tracciato, altamente panoramico, segue in pratica il bordo della cresta che precipita a destra sul lago di Idro. Mentre acquistiamo quota osserviamo, in un paesaggio sempre più spettacolare, il settore meridionale del Lago di Idro sovrastato, a destra, dal lungo crinale che abbiamo precedentemente percorso calando dal Dosso Sassello al Passo di Costa Verde. Il sentiero, tra boscaglia rada, rimonta il facile pendio sino alla sommità del Paghera (m 1125 – ore 0,40 dal Passo di Costa Verde – ore 2,40 complessive). Oltre al sottostante lago di Idro con i promontori di Vantone e, più a nord, di Vesta, si aprono ora nuovi orizzonti verso settentrione. In particolar modo appaiono le grandi pareti rocciose delle Dolomiti di Brenta. Più a sinistra osserviamo i monti che sovrastano la zona di Bagolino sino a raggiungere, volgendo ancora più a occidente, le vicine guglie che caratterizzano le Piccole Dolomiti Bresciane con in primo piano la Cima di Meghé e la Corna Zeno. Torniamo ora alle Dolomiti di Brenta per poi spostarci con lo sguardo più a est andando ad osservare alcune cime delle Alpi di Ledro: la particolare angolazione permette di notare distintamente la cima del Cadria, massima elevazione del gruppo e, volgendo ancora più a destra, il lungo crinale che unisce il Dosso della Torta al Tofino e al Corno di Pichea. Ad oriente osserviamo anche le distanti cime del monte Baldo.  

Dopo una doverosa sosta ritorniamo sui nostri passi per rientrare al Passo di Costa Verde; inutile raccomandare di prestare attenzione ai due camini rocciosi che precedono il rientro alla marcata sella: si tratta, lo ribadiamo, dell’unica frazione di cammino a richiedere attenzione, specie con fondo bagnato o comunque sdrucciolevole.

In coincidenza del passo (m 922 – ore 0,30 dalla cima del Paghera – ore 3,10 complessive) troviamo, come anticipato in precedenza, il bivio segnalato da cartelli, questa volta a sinistra, che permette di calare fino alla sponda del lago di Idro in coincidenza dei Tre Capitelli. Abbandoniamo così il crinale perdendo rapidamente quota; il sentiero è molto ripido, particolarmente nel tratto superiore, ma permette senza alcuna difficoltà di calare velocemente d’altitudine con una sequenza di stretti tornanti. Il tracciato sfrutta in effetti lo stretto solco della Val di Fabe e diviene progressivamente meno ripido offrendo visioni più ravvicinate del sottostante lago. Nel settore inferiore il bosco è un po’ più fitto sino a raggiungere infine le prime case di Tre Capitelli; tra le viuzze della frazione caliamo sino alla provinciale che percorre la sponda occidentale del Lago di Idro (m 380 – ore 1 dal Passo di Costa Verde – ore 4,10 complessive).

Il rientro alla partenza richiede ora la percorrenza verso destra della provinciale: si tratta naturalmente del settore meno interessante dell’escursione e può eventualmente essere omesso utilizzando i (rari) mezzi pubblici oppure facendo l’autostop. Volendo chiudere a piedi l’escursione circolare occorrono circa tre quarti d’ora di marcia rientrando infine al parcheggio nel paese di Pieve Vecchia (ore 5 complessive). Da consigliare, dove possibile, una qualche deviazione per scendere direttamente sulla sponda del lago a godere della meravigliosa vista a termine di un’escursione panoramicamente parlando eccezionale.

Nota: è naturalmente possibile omettere la salita al Paghera rendendo il percorso del tutto privo di difficoltà; al tempo stesso l’ascensione a questa cima è da consigliarsi in quanto permette il panorama più vasto e completo dell’intero percorso con difficoltà alla portata di qualunque buon escursionista con piede fermo. Chi desidera un percorso molto breve, adatto anche ai bambini, può limitarsi alla salita del Dosso Sassello rientrando poi a ritroso.

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