Brigata Tridentina

VIA FERRATA BRIGATA TRIDENTINA

Gruppo montuoso: Dolomiti – Gruppo Sella.

Grado di difficoltà globale: DIFFICILE (Vai alla scala delle difficoltà).

Difficoltà tecniche: 3

Esposizione:         3

Impegno fisico:     2

Dislivello: m 625.

Tempo di percorrenza: circa ore 4,30 scendendo dalla Val Setùs (ore 2,30 la sola ferrata)

Punti di appoggio: Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù (CAI sez.Bologna)

Accesso:

Da Passo Gardena scendiamo in direzione di Corvara trovando, dopo qualche tornante, un ampio parcheggio sulla destra. Un grande cartello porta la scritta “Ferrata Tridentina” (m 1960).

Descrizione ferrata:

Posteggiata l’automobile seguiamo per pochi minuti il sentiero verso sinistra sino a raggiungere l'attacco della prima parte della ferrata. Una liscia ed esposta parete è subito scavalcata direttamente con una lunga fila di staffe in ferro; segue un ripido valloncello che rimontiamo con funi metalliche fisse e con difficoltà tutto sommato moderata. Accediamo al soprastante ripiano erboso dove incrociamo il sentiero che giunge direttamente da Passo Gardena. Volendo si potrebbe quindi rinunciare alla salita raggiungendo verso destra il passo con normale sentiero; noi procediamo invece sul sentierino tra i prati a sinistra, in direzione dell’attacco alla seconda parte della ferrata.

Giunti in prossimità della magnifica cascata del Pisciadù troviamo, a destra del salto d’acqua, le prime funi metalliche (m 2070) che salgono ripide ed esposte ma su roccia molto ben gradinata, lungo una costola  rocciosa. Accediamo così al terrazzino soprastante, alla base di una seconda cascata. La ferrata attacca ora, ripidamente, il paretone roccioso a destra con funi continue, staffe e pioli nei punti più erti. Ancora una volta le difficoltà restano moderate: il punto più esposto è un breve traverso sulla sinistra (pioli in ferro) con impressionante veduta sulla sottostante cascata. La roccia è però ben articolata e ricca di appigli naturali, non richiedendo perciò particolare forza fisica nonostante la non trascurabile esposizione. Ad ore 1,45 dalla partenza guadagniamo la base della Torre Exner (m 2350). Chi è stanco (o anche in caso di maltempo), può abbandonare la ferrata salendo con normale sentiero segnato sino al rifugio F.Cavazza. Se le condizioni sono invece stabili si può affrontare la terza parte della ferrata. E’ questo il tratto più spettacolare e impressionante dell’intera via: appena un centinaio di metri di dislivello, ma si sale quasi verticalmente con funi e staffe su roccia senz’altro gradinata ma in grande esposizione sulla parete della Torre Exner. Nel punto più strapiombante è posta l’unica scala di ferro della ferrata che permette di accedere all’esile pulpito soprastante. Da qui si traversa sulla sinistra con funi sempre continue per raggiungere infine l’ultima sorpresa: uno splendido ponte sospeso che permette di passare dalla Torre Exner all’altipiano del Sella attraversando uno strapiombante spacco. Scavalcato l’impressionante baratro e le ultime funi (m 2450), ci liberiamo dell’imbragatura: il tratto successivo altro non è che un innocuo sentierino con spettacolare vista alle spalle sulla Torre Exner e sul ponticello appena attraversato. In breve raggiungiamo il Rifugio F.Cavazza (m 2580 – ore 2,30 dalla partenza) alle spalle del quale è presente lo splendido lago Pisciadù, sovrastato dall'imponente Cima Pisciadù.

Discesa:

Dal Rifugio Cavazza muoviamo sull’altopiano detritico verso ovest raggiungendo in pochi minuti il punto in cui il sentiero 666 cala a destra, molto ripido e angusto, nello stretto solco della Val Setùs. La parte superiore è attrezzata con funi metalliche e pioli praticamente continui a costituire una nuova breve frazione attrezzata. Nonostante l’ambiente tetro e ombroso, la difficoltà è soltanto psicologica: siamo infatti in discesa e la visione del fondo valle accentua in modo ingannevole il reale impegno. In realtà il terreno è ben gradinato rivelandosi molto più semplice delle apparenze. In breve si raggiunge il termine del tratto attrezzato spostandosi sul lato sinistro dello stretto solco; il proseguo è ora in ripida discesa nel ghiaione con possibili campi nevosi nella parte superiore sino ad estate inoltrata. Non vi è alcuna difficoltà se non la fastidiosa instabilità del fondo. In breve caliamo sino all’uscita dal severo e profondo vallone. Intersechiamo a questo punto il bel tracciato che, verso sinistra, porta al Passo Gardena traversando in falsopiano tra i pascoli alla base della parete del Sella. Per rientrare al punto di partenza ignoriamo questo bivio calando tra i mughi sino al parcheggio sulla statale (un paio d’ore dal Rifugio Cavazza - ore 4,30 complessive)

Osservazioni – Caratteristiche della ferrata:

Una ferrata molto nota e davvero splendida dal punto di vista paesaggistico: è sconsigliabile percorrerla nei fine settimana di luglio o nel mese di agosto per lo spaventoso numero di appassionati che si accalcano sul percorso costringendo spesso a lunghe attese in posizione scomoda. E’ da sottolineare il differente carattere della terza parte del percorso rispetto ai due tratti precedenti; la salita sulla torre Exner è assai verticale ed esposta richiedendo esperienza e disinvoltura su tratti strapiombanti. Le difficoltà tecniche restano invece ad un livello moderato per l’intero sviluppo della ferrata grazie alla roccia molto ben gradinata e alle attrezzature a tratti addirittura sovrabbondanti. Vista l’elevata percorrenza di questo itinerario è bene prestare attenzione agli appoggi su roccia talvolta molto lisci e sdrucciolevoli a causa del passaggio di innumerevoli escursionisti. Un altro pregio della ferrata è la possibilità di abbandonarla in caso di difficoltà in 2 differenti punti: in particolare, chi ha timore potrà abbandonare l’ultima parte della via evitando la risalita della Torre Exner (molto esposta) salendo al Rifugio F.Cavazza con sentiero normale.

                     VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING 

                                                  Cookie