Giaggiolo acquatico

Nome scientifico: Iris pseudacorus L. (Sinonimi: Xiphion pseudacorus (L.) Schrank).

Famiglia: Iridaceae

Altri nomi comuni: Iris acquatica – Acoro falso – Spadone – Coltellacci – Acoro adulterino

Habitat naturale: Argini, canali, paludi, fossi, risaie, su fondo umido o melmoso oppure in acque poco profonde da 0 a 1000 metri. Spesso è associata alle canne nelle zone paludose lungo la riva dei laghi. Presente in tutte le regioni italiane tranne in Valle d’Aosta; nonostante ciò è a rischio d’estinzione per la progressiva scomparsa del suo habitat. All’estero è specie segnalata sui Pirenei, nelle Alpi Francesi, Svizzere e, con minor frequenza, in Austria.

Periodo di fioritura: Da aprile a giugno

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne con alta 50 – 100 cm (raramente fino a 200 cm) con grosso rizoma obliquo scuro con diametro intorno al cm. Il fusto è eretto, rigido, cilindrico – compresso e supera di poco le foglie. Le foglie sono spadiformi, erette ed acuminate, lunghe fino a 90 cm e larghe 3 cm, con nervatura mediana sporgente e colore grigio-verdastro; sono ripiegate lungo la nervatura mediana con le due metà che aderiscono fra loro ad eccezione del tratto inferiore dove, essendo separate, formano una specie di guaina. Le foglie cauline sono simili ma più brevi. I fiori, larghi 7 – 9 cm, inodori, sono sostenuti da un peduncolo avvolto in una spata membranosa. In numero di 3 – 5 elementi sono posti all’ascella di grandi brattee di colore verde. Presentano 2 verticilli di 3 tepali ciascuno posti in posizione alternata. Il verticillo esterno presenta grandi tepali che nella parte distale si ripiegano in basso e presentano screziature brune. I tepali interni sono minori, di forma allungata e rivolti verso l’alto. Nella parte basale i tepali sono saldati a formare un breve tratto tubuloso. E’ presente uno stilo diviso in 3 lobi gialli di forma petaloide che, coprendo i 3 stami, impediscono l’autofecondazione.

Note: Il nome del genere deriva dal greco “iris” cioè “arcobaleno” riferito alle vivaci tonalità che i petali rivestono nelle specie del genere. Il nome specifico “pseudacorus” si riferisce invece alla somiglianza con la specie acquatica “Acorus calamus” con la quale è talvolta confusa per la somiglianza oltre ad essere presente nel medesimo habitat. E’ spesso piantata nelle regioni temperate come pianta ornamentale. E’ specie con proprietà farmaceutiche essendo pianta emmenagoga, astringente, odontalgica ed emetica. Nonostante ciò è specie velenosa al punto che la sua linfa, dal gusto piccante, provoca vomito e dissenteria. Il rizoma contiene parecchio tannino, utilizzato in passato per conciare le pelli. Mescolato a sali di ferro produce una tintura di colore nero. In passato i semi torrefatti venivano usati al posto del caffè. E’ stata recentemente dimostrata la capacità della specie d’assorbire, nei rizomi, metalli pesanti che derivano da acque inquinate. L’impollinazione è entomofila, ad opera di api, bombi e dal Sirfide “Rhingia rostrata”.

Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate in provincia di Udine nella Torbiera di Lazzacco (m 170 – Pianura Friulana)

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