Giglio dorato

Nome scientifico: Hemerocallis lilio-asphodelus L. (Sinonimi: Hemerocallis flava L.)

Famiglia: Xanthorrhoeaceae

Altri nomi comuni: Giglio giallo – Falso giglio giallo – Emerocallide giglio-asfodelo.

Habitat naturale: Forre, ambienti umidi e ombrosi, boscaglie rupestri, risorgive, aree palustri prevalentemente su fondo calcareo da 0 a 1300 metri. Raro endemismo delle Alpi Centrali e Orientali presente in modo puntiforme e discontinuo in Friuli, Veneto, Lombardia e Piemonte nordorientale.

Periodo di fioritura: Da maggio a luglio.

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta 50 – 120 cm con breve rizoma e bulbo sotterraneo lungo 1 – 3 cm provvisto di bulbilli fusiformi. Il fusto è eretto, glabro e tubuloso, privo di foglie e con ramificazioni nella parte superiore. Le foglie sono soltanto basali, di colore verde chiaro, nastriformi, lineari-scanalate, lunghe 30 – 50 cm e larghe 1,2 – 2 cm. L’infiorescenza è a pannocchia corimbiforme con 3 – 8 fiori profumati sostenuti da peduncoli lunghi circa 1 cm. La corolla è molto grande ed appariscente (8 – 12 cm); presenta tepali ellittici di colore giallo, saldati alla base e con nervature longitudinali. Sono presenti 6 stami con antere di colore aranciato. Lo stilo è filiforme e supera nella lunghezza gli stami; presenta un piccolo stimma a forma di capocchia.

Note: Un tempo era specie piuttosto comune anche in pianura (in Friuli ad esempio). Gli interventi di bonifica e i dissodamenti hanno in gran parte cancellato la specie e in pianura è ora confinata a pochissimi prati dove ha carattere di relitto. In Friuli è pianta protetta dal D.P.Reg n° 74 del 20/03/2009. Si tratta con tutta probabilità di un relitto del terziario rilevabile solo nelle zone risparmiate dalle glaciazioni. Il nome generico deriva dal greco “heméra” ovvero “giorno” e “kallos” che significa “bellezza”, con riferimento alla breve durata della fioritura. L’epiteto generico ricorda il giglio nell’aspetto del fiore e l’asfodelo nel fusto e nel portamento. Le foglie assunte in grande quantità sembrano avere effetti allucinogeni mentre il succo delle parti ipogee si rivela un eccellente antidoto per gli avvelenamenti da arsenico.

Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie che seguono sono state realizzate presso Arcola a breve distanza dal Lago di Barcis (m 440 – Prealpi Carniche).

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