La Piza

LA PIZA (MONT DE STEVIA - m 2555)

Non sono moltissime le escursioni che permettono, nell’area dolomitica, di guadagnare una cima in appena un paio d’ore di salita. Un’interessante eccezione è presente in Val Gardena grazie alla funivia per il Col Raiser che permette di partire già ad una quota ragguardevole. La salita, a tratti assai faticosa per via del ripido ghiaione sfruttato dal sentiero, permette di scoprire le due facce del Mont de Stevia. Il versante occidentale, a tratti strapiombante per via delle sue impressionanti pareti rocciose, contrasta notevolmente con il versante orientale costituito da una vasto tavolato prativo che digrada in moderata pendenza. Un’ascensione veloce, che impegna per mezza giornata, da consigliarsi nei mesi compresi tra luglio e ottobre che richiede in ogni caso condizioni meteorologiche stabili.

Dati tecnici:

Dal Rifugio Col Raiser (m 2107): Difficoltà: EE per via del breve ma faticoso ed instabile ghiaione che precede la Furc. dla Piza (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino alla Furc dla Piza; assente nel breve tratto compreso tra la forcella e la cima ma su percorso semplice ed evidente, senza problemi d’orientamento con buona visibilità. Dislivello assoluto: m 580. Acqua sul percorso: assente, ma con due ottimi punti d’appoggio: il Rifugio Col Raiser alla partenza e il Rifugio Firenze dopo 20 minuti di cammino.

Accesso alla partenza:

Si risale la Val Gardena e, appena superato il paese di S.Cristina, si trovano a sinistra le indicazioni per la cabinovia che conduce al Col Raiser. L’impianto è sempre aperto nei mesi estivi e permette senza alcuna fatica di portarsi ai 2107 metri della stazione a monte.

Descrizione dell’itinerario:

Come anticipato, il nostro percorso ha inizio presso il Rifugio Col Raiser (stazione a monte della cabinovia) oltre il quale seguiamo, verso destra, il segnavia n°4 in direzione del Rifugio Firenze. Si tratta di un’ampia mulattiera molto frequentata in agosto dai villeggianti della Val Gardena, che si sviluppa in debole discesa tra prati verdissimi. Siamo nell’idilliaca Alpe di Cisles che colpisce per l’ordine dei pascoli e che appare sovrastata da grandiose cime dolomitiche. Nello specifico si articolano, a sinistra, le caratteristiche guglie delle Odle mentre più ad oriente notiamo l’impressionante parete de La Piza, meta della nostra escursione. Verso meridione colpisce il nostro sguardo la possente struttura del Sassolungo. Manteniamo il comodissimo percorso sino alla sottostante, grande struttura del Rifugio Firenze (Regensburger Hütte – m 2037 – ore 0,20 dalla partenza). Anche in questo caso si tratta di un punto d’appoggio ben noto e frequentato per non dire congestionato nel mese di agosto; in compenso nel proseguo l’ambiente diverrà rapidamente solitario ed appartato. Caliamo infatti ulteriormente di quota, per un breve tratto, su ampia mulattiera in direzione di Selva raggiungendo, in pochi minuti, il bivio con il segnavia 17a (circa m 1975 – punto più basso dell’escursione). Abbandoniamo la discesa su strada bianca per volgere a sinistra su sentierino che si articola nel bosco rado. Da notare il panorama che presenta, a sinistra de La Piza, un’evidente forcella caratterizzata da un singolare pinnacolo roccioso: il nostro sentiero è diretto proprio verso questa esile forcellina di cresta. Il tracciato è tuttavia ancora lungo: in moderata pendenza saliamo, con alberatura progressivamente più rada, ad osservare un vasto paesaggio soprattutto alle spalle, in direzione del Col Raiser. Il tracciato, ben evidente, solca splendidi pascoli per poi obliquare a destra portandosi sotto la verticale della Forcella della Piza. Lasciamo pertanto i prati per rimontare il ghiaione che scoscende, ripido ed instabile dalla soprastante sella. Da notare lo scorcio a nord verso le Odle. Il fondo, particolarmente faticoso per la pendenza, si presenta per lo più detritico nel settore inferiore per poi affrontare, guidati dai segnavia, alcune roccette comunque non difficili. Il settore superiore del ghiaione è il più ripido, sono state tuttavia aggiunte diverse scale e traverse in legno per stabilizzare i detriti e rendere più comoda l’ascensione. In ultimo passiamo proprio alla base del caratteristico pinnacolo prima citato per aggirarlo e salire alla sua destra raggiungendo con un ultimo sforzo la Furc. dla Piza (m 2489 – ore 2 dalla partenza).

Il panorama si apre, ora ampio ed imponente, verso l’inconfondibile sagoma rocciosa del Col da la Pieres (m 2751), mentre a sudest osserviamo la parte centrale del Sella, parzialmente occultata dalla più bassa catena culminante nel Gran Cir. Osserviamo, ora quasi a pari altezza, il caratteristico e bizzarro dito roccioso che ha fatto da riferimento nella salita  Alla nostra destra possiamo apprezzare l’impressionante salto che, dalla vetta de La Piza, precipita sul ghiaione appena risalito. E’ notevole il contrasto della roccia strapiombante con le innocue e poco ripide ondulazioni prative che la montagna rivolge ad oriente. La via di salita alla cima rimonta proprio questi facili prati mantenendosi a distanza di sicurezza dal salto strapiombante. Il sentierino non è segnato ma il percorso appare evidente grazie alla vicinanza con il punto più elevato. Seguiamo l’esile striscia, scavata nel pascolo raggiungendo in breve, senza troppa fatica, il punto più alto (m 2555 – ore 0,15 dalla Furc.dla Piza – ore 2,15 complessive). Ampio ed avvincente il panorama aperto non solo verso il Col da la Pieres e le Odle, ma anche a meridione sino a scorgere l’altopiano di Siusi e lo Sciliar. Possiamo notare come le pendici del Mont de Stevia precipitino, rocciose e strapiombanti, verso occidente. Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta attenzione all’instabile ghiaione che scoscende dalla Furc.dla Piza.

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