Marzola

MARZOLA SUD (m 1735)

MARZOLA NORD (m 1738)

DOSS DEI CORVI (m 1477)

Il fiume Adige, nel settore appartenente alla provincia di Trento ha inciso profondamente le montagne circostanti e così il fondovalle presenta quote comprese soltanto tra i 150 e i 200 metri appena. Il risultato è la presenza di gruppi montuosi sui due versanti che si elevano in modo impressionante dal fondovalle, apparendo molto più maestosi ed elevati di quanto in effetti non siano. All’altezza della città di Trento, sulla sinistra orografica della Val d’Adige, si erge uno di questi massicci: si tratta della Marzola che, al pari del Bondone posto sull’altro versante, può essere considerata la montagna di casa dei trentini. Come detto, poco rilevante è la quota (neppure 1800 metri), ma questo rende ancora più sorprendente un panorama che dalla cima abbraccia quasi per intero il Trentino in una visione favolosa per una cima alla portata di qualsiasi escursionista. Vi preghiamo quindi di non scartare questa proposta come poco interessante o rimunerativa; gli amanti dei panorami a perdita d’occhio non saranno certo delusi. Scegliete per questa magnifica camminata una limpida giornata di tarda primavera quando la neve ancora presente sulle più alte montagne trentine costituirà un magnifico soggetto fotografico.

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Maranza (m 1071): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale - Dislivello assoluto: m 667 – Acqua: assente; unico punto d’appoggio per approvvigionarsi alla partenza (Rifugio Maranza).

Accesso:

Avviene direttamente dalla città di Trento salendo a Povo quindi al Passo di Cimirlo (m 733). Il proseguo è su stretta stradina asfaltata e conduce direttamente al parcheggio presso il Rifugio Maranza (m 1071), punto di partenza della nostra escursione.

Descrizione del percorso:

Questa bella escursione comincia nel modo migliore presso il parcheggio a termine della strada a pochi metri dal Rifugio Maranza (m 1071). Come detto si tratta di un eccellente punto d’appoggio che permette di approvvigionarsi di tutto il necessario. La vista presso il rifugio è già promettente: sull’altro versante della Val d’Adige spicca la rocciosa parete orientale del Palon del Bondone mentre più a nord appaiono splendide, sebbene in lontananza, le guglie e le pareti rocciose delle Dolomiti di Brenta.

Il nostro sentiero (segnavia n° 412) ha inizio proprio alle spalle del rifugio e si porta immediatamente nel folto del bosco. E’ rilevante il fatto che gran parte del tracciato sale nel folto del bosco rendendo superflua un’accurata descrizione del percorso. Questo è un grande vantaggio che per lo meno attenua in parte il caldo che potrebbe derivare dall’esposizione al sole e soprattutto dalla bassa quota. Tenete conto che la salita avviene sul versante occidentale della Marzola ragion per cui, soprattutto al mattino presto, la zona risulta molto in ombra. Ad ogni modo, nella salita è presente per brevi tratti qualche bella apertura che permette di apprezzare il dislivello coperto con viste progressivamente più ampie verso il fondovalle compresa la città di Trento. Se la giornata è tersa la visione è particolarmente bella sulle montagne circostanti; verso nord, oltre alle già citate Dolomiti di Brenta, appaiono sullo sfondo, a chiudere l’orizzonte, alcuni gruppi montuosi di confine delle Alpi Orientali. Per quanto concerne il fondo del sentiero, risulta particolarmente comodo su fondo ben battuto per lo più boschivo e con rare roccette: per questa ragione è il classico itinerario che, nonostante la salita, risulta adatto per allenarsi e preparare le gambe nel periodo primaverile, in attesa di percorsi più impegnativi nella stagione calda.

Ad oltre un’ora e mezza dalla partenza il percorso boschivo volge sul versante meridionale della montagna e un falsopiano concede tregua alla salita: tra gli alberi scorgiamo il Gruppo della Vigolana, quindi con un ultimo breve sforzo raggiungiamo il bellissimo terrazzo prativo che accoglie il Bivacco Bailoni (m 1632), piccola struttura in muratura sempre aperta (con dormitorio e cucina con caminetto). Il luminoso e verdeggiante pascolo che accoglie il rifugio contrasta magnificamente con il buio del bosco appena risalito; da questa assolata posizione si rinnova la vista sui gruppi della Vigolana, del Bondone, dell’Adamello e delle Dolomiti di Brenta, in un insieme tra i migliori osservabili in Trentino ad una quota così contenuta. Non restano che 20 minuti circa per guadagnare la vetta della Marzola Sud. Il breve tracciato rimanente è davvero spettacolare in quanto il bosco lascia spazio ai pascoli fioriti sommitali; tra le ultime conifere si sale con lo sfondo alle spalle del Becco di Filadonna. Il fondo diviene sassoso ma sempre semplice e privo di difficoltà con panorama vasto ed interessante; si schiudono nel frattempo nuovi orizzonti: ad est compaiono le alte cime del Gruppo del Lagorai ma ad attirare i fotografi è in particolar modo l’azzurro del sottostante Lago di Caldonazzo e il più piccolo Lago di Levico. Un ultimo sforzo permette di guadagnare senza difficoltà la vetta (m 1735 – ore 2 circa) con immensa vista a 360 gradi favorita dall’isolamento della Marzola rispetto ai gruppi più elevati del Trentino. Possiamo apprezzare la profondità della Val d’Adige occupata in parte dalla città di Trento, oltre ai principali gruppi montuosi del Trentino (ancora una volta il Brenta e più lontane le Alpi Centrali). A destra del Lago di Caldonazzo osserviamo, ai piedi del gruppo Vigolana, il piccolo paese di Vigolo Vattaro.

Il proseguo dell’escursione prevede a questo punto il raggiungimento della già visibile cima Marzola Nord, distante in linea d’aria mezzo chilometro. Possiamo osservare distintamente il sentiero che ne segue quasi fedelmente il filo di cresta. Per raggiungere la vetta perdiamo brevemente quota su sentiero tra i mughi con bel colpo d’occhio alle spalle sulla cima appena discesa della Marzola Sud. Raggiungiamo il punto più basso fra le due cime (Sella Marzola – m 1692) tra bellissimi e verdeggianti prati fioriti. La chiara segnaletica indica gli ultimi 10 minuti di risalita tra i pascoli; sempre accompagnati dalla vista del Lago di Caldonazzo guadagniamo l’ampia radura  sommitale della Marzola Nord, punto più alto dell’escursione (m 1738 – circa mezz’ora dalla Marzola Sud – ore 2,30 complessive). La vista non è ovviamente dissimile dalla precedente cima con singolare scorcio sul percorso di cresta appena affrontato e, verso ovest, sul Carè Alto e l’Adamello. Da notare la presenza di uno spiazzo appena sotto la sommità per l’atterraggio degli elicotteri, senz’altro utile in caso di seria necessità. Il rientro alla partenza può avvenire a questo punto in due modi: il più rapido è senz’altro tornando a ritroso mentre più soddisfacente è descrivere un itinerario ad anello.

Volendo descrivere una bella escursione circolare si torna per pochi minuti sui propri passi sino alla Sella Marzola (m 1692). Abbandoniamo il sentiero di cresta che unisce le due cime per volgere con decisione verso destra calando nel bosco grazie alla ripida mulattiera forestale. La discesa è comoda e sbrigativa: si scende lungamente con qualche apertura più in basso sulla Val d’Adige e il Bondone. Il sentiero si riporta per un breve tratto a destra, lungo il crinale discendente dalla Marzola tornando così ad affacciarsi sul lago di Caldonazzo; subito oltre, una breve deviazione segnalata sulla destra permette il raggiungimento in qualche minuto della poco pronunciata elevazione del Doss dei Corvi (m 1477). Consigliamo la breve digressione per osservare un’inaspettata visione del versante orientale della Marzola che appare sorprendentemente roccioso e a tratti addirittura strapiombante, contrastando con il mite e boscoso versante risalito per guadagnare la cima. Dal Doss dei Corvi possiamo inoltre scorgere un bel colpo d’occhio sul sottostante paese di Pergine Valsugana. Terminata la digressione rientriamo in qualche minuto a ritroso ritrovando il sentiero 411. Proseguiamo verso destra calando alla marcata sella boschiva denominata Stoi del Chegul (m 1330 – meno di un’ora dalla Sella della Marzola). Siamo ad un importante crocevia di sentieri: volgiamo a sinistra su ampia carrareccia forestale (segnavia 413) che manteniamo tuttavia per pochi minuti. L’abbandoniamo infatti poco oltre per passare a sinistra sul sentiero 426: ci aspetta il lungo traverso che ci riporterà alla partenza. Con deboli dislivelli procediamo su fondo a tratti stretto ma non difficile, per poi passare nel fresco della faggeta su fondo progressivamente più ampio e comodo. Transitiamo per la Malga Nova (m 1210) calando infine, su strada forestale chiusa al traffico, sino alla partenza presso il Rifugio Maranza (m 1071 – ore 1,15 da Stoi del Chegul – ore 5 complessive).

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