Misma

MONTE MISMA (m 1160)

Risalendo dalla città di Bergamo la Val Seriana, una delle prime cime che si incontrano è senz’altro il Monte Misma. La bassa altitudine rende questa sommità accessibile anche in inverno sempre se la neve non è appena caduta. Viceversa ne sconsigliamo l’ascensione in estate per le elevate temperature. E’ una montagna che permette un panorama di inattesa vastità grazie alla sua posizione relativamente isolata. Nei giorni più tersi si osserva una vasta porzione della Val Padana sino al crinale dell’Appennino Tosco Emiliano a chiudere l’orizzonte meridionale. Verso occidente, un’atmosfera limpida vi permetterà di osservare addirittura il Monte Rosa e il Gran Paradiso mentre a settentrione si ammirano le principali cime delle Alpi Orobie. Apprezzerete senz’altro un itinerario ad anello adatto ad ogni escursionista ma in grado di regalare qualche ora di immersione nella natura a quattro passi dalla pianura e dal traffico della città.

L’escursione in breve:

Santuario della Forcella (Santuario Madonna della Neve – m 626) – Chiesetta degli Alpini – Prati Alti (Prat Tadòlt – m 744) – Mesòlt (m 778) – Roculù (Ol Ruculù – m 789) – località Corna Rossa – Santa Maria di Misma (m 824) – Bocchetta di Misma – Monte Misma (m 1160) – Cà de la Èrt (m 959) – Mesòlt (m 778) – a ritroso sino alla partenza.

Dati tecnici:

Partenza dal Santuario della Forcella(m 626): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: assente dalla partenza ai Prati Alti, totale nel settore successivo. Dislivello: m 534. Acqua: assente.

Accesso alla partenza:

Da Bergamo si risale la Val Seriana abbandonando la provinciale all’uscita per Pradalunga. Si seguono le indicazioni per l’abitato che raggiungiamo con facilità passando dapprima per il paese di Albino. Entrando a Pradalunga incontriamo subito la deviazione in salita a sinistra per il cimitero e la parte alta del paese.  Ne seguiamo il tracciato per calare subito oltre ad un incrocio. Volgiamo brevemente a sinistra incontrando finalmente il primo cartello segnaletico per il Santuario della Forcella. Una stradina asfaltata in ripida salita permette di guadagnare senza difficoltà il parcheggio davanti alla chiesa in coincidenza della quale abbandoniamo l’automobile.

Descrizione del percorso:

La prima frazione di sentiero non presenta segnaletica. Si segue la scalinata cementata che, alle spalle del Santuario della Forcella, sale guadagnando in qualche minuto la ben visibile Chiesetta degli Alpini.

Procediamo oltre la struttura grazie ad un’evidente traccia di sentiero che sale in moderata pendenza tra facili balze nella vegetazione. In coincidenza di un capanno per la caccia restiamo appena alla sua destra. Poco oltre siamo ad un bivio privo di segnalazioni. Ignoriamo la traccia che cala a sinistra proseguendo nel bosco sino ad incontrare un vecchio cartello arrugginito che indica la giusta direzione per i “Prati Alti e Madonnina Misma”. Sempre nel folto del bosco proseguiamo in salita modesta quindi traversiamo senza difficoltà con il sentiero che diviene più ampio permettendo di scorgere tra le frasche la cima del Monte Misma. Raggiungiamo infine una grande spianata erbosa con casa colonica ristrutturata confluendo infine nella sterrata che proviene da Cornale. Da rilevare lo scorcio alle spalle in direzione del Pizzo Arera. Siamo in località Prati Alti (Prat Tadòlt – m 744 – ore 0,35 dalla partenza): come anticipato si tratta di una splendida radura tra castagni secolari che invita nei giorni caldi ad una sosta ritemprante. Ignoriamo sia la discesa a destra per Cornale che la forestale che riporta, calando a sinistra, alla partenza presso il Santuario della Forcella. La segnaletica escursionistica indica invece il proseguo in salita lungo la strada bianca chiusa al traffico che proviene da Cornale procedendo in direzione del Monte Misma. In moderata salita saliamo con scorci verso sud in direzione della vicina pianura arrivando nei giorni più tersi ad osservare, all’orizzonte, le cime dell’Appennino Tosco Emiliano.

In breve siamo al bivio con il cartello indicante a sinistra il percorso noto come “Le vie del Misma” (località Mesòlt – m 778 – ore 0,10 da Prat Tadòlt – ore 0,45 dalla partenza). Manteniamo la destra restando sul segnavia 539 con il tracciato che si sviluppa pressoché in piano su fondo pertanto facile e comodo. Troviamo un ulteriore importante bivio, anche in questo caso ben caratterizzato dalla segnaletica. A sinistra si separa, in sensibile salita, la via normale al Monte Misma. Si tratta di un accesso assai ripido e faticoso sebbene più diretto e breve. Nel nostro caso manteniamo invece il largo sentiero 539 con indicazione per “Santa Maria di Misma”. Si procede ancora una volta quasi in piano traversando nel bosco sino alla località Roculù (Ol Ruculù – m 789 – cartello segnalatore) dove troviamo una vecchia cascina. Il nostro itinerario cambia bruscamente direzione: volgiamo in modo deciso verso sinistra per intraprendere l’aggiramento del versante orientale del Monte Misma. Si tratta di una frazione boschiva sempre comoda caratterizzata da deboli saliscendi. Solo un breve tratto, in località Corna Rossa, richiede qualche attenzione in più in quanto il sentiero si riduce per pochi metri ad un’esile cengia con salto e fossato alla nostra destra. E’ una frazione che in passato è smottata a seguito di un periodo di forti piogge. Il sentiero, sebbene stretto, è stato ripristinato. In breve si esce dal settore franato procedendo comodamente sino ad accostare un grande costone roccioso strapiombante che ci sovrasta alla sinistra. Ne contorniamo la base quindi saliamo, in pochi minuti, sino alla chiesetta di Santa Maria di Misma (m 824 – ore 0,40 da Mesòlt – ore 1,25 dalla partenza). La struttura sorge in coincidenza di un terrazzo naturale che invita alla sosta, aperto splendidamente in direzione della pianura.

Siamo inoltre ad un importante crocevia di sentieri: nel nostro caso muoviamo in direzione della cima (cartello segnaletico) risalendo il pendio soprastante la chiesa con il sentiero 601. Il tracciato appare ripido ma ben segnato; in breve accediamo alla spalla discendente dal punto più alto in coincidenza della cosiddetta Bocchetta di Misma. Si apre magnificamente il paesaggio verso occidente andando ad osservare il Monte Alben e il Pizzo Arera. La via di salita procede verso sinistra rasentando alcune case nel bosco.

Riprende la salita nel folto su sentiero che resta ben evidente e segnato. Più a monte guadagniamo un importante biforcazione: tralasciamo l’evidente sentiero 511 che si separa a destra con cartello indicante “Le vie del Misma”. Scegliamo invece di procedere dritti davanti a noi in ripida risalita tra gli alberi (segnavia 601). Si tratta dell’ultima frazione nel bosco a seguito della quale usciamo lungo la spalla prativa che cala dal punto più alto verso meridione. In ambiente ora vasto ed assolato rimontiamo l’ampio e facile pendio con il panorama aperto ad oriente sino ad osservare il Monte Guglielmo in territorio bresciano e addirittura un piccolo tratto del Monte Baldo, già in Veneto. Volgendo con lo sguardo verso l’orizzonte occidentale osserviamo, con atmosfera limpida e tersa, l’impressionante sagoma del Monte Rosa mentre nelle immediate vicinanze possiamo dominare la parte inferiore della Val Seriana sino alla città di Bergamo. Se il panorama è già appagante la sorpresa sarà ancora maggiore dalla cima. In pochi minuti ci portiamo sulla cresta sommitale camminando poco a destra della via normale che sale dalla località Mesòlt. Il raggiungimento della cima regala una vista incomparabile (m 1160 – ore 0,50 dalla chiesa di Santa Maria di Misma - ore 2,15 dalla partenza). A dispetto di un’altitudine contenuta la posizione isolata della vetta offre infatti una magnifica vista a 360°. Oltre alle cime già indicate, Alben e Pizzo Arera in primis, vogliamo ricordare la visione della parete meridionale della Presolana, del Pizzo Camino e, ancora più distante e appena più a destra, parecchie cime nel Gruppo dell’Adamello.

Da notare inoltre come, partendo dalla croce di vetta, si può camminare per alcune decine di metri verso nord seguendo il filo del crinale erboso guadagnando una posizione prominente verso la sottostante Val Seriana. La nostra escursione prevede ora la discesa lungo la via normale per andare a descrivere un bel percorso ad anello. Dalla cima caliamo su sentiero che si sviluppa in discesa immediatamente a destra del tracciato seguìto per guadagnare la cima. Caliamo verso sud lungo i prati sommitali osservando un ampio settore della Pianura Padana. Il tracciato volge verso destra riportandosi nel bosco di faggi. Andiamo a rasentare il vecchio casolare denominato Cà de la Èrt (m 959) quindi procediamo in discesa a tratti molto ripida. E’ bene, in questo tratto, prestare attenzione alla segnaletica in coincidenza di un paio di bivi che lascerebbero indubbiamente nell’ambiguità in assenza di segnavia. Il sentiero finisce con il confluire nel percorso di andata presso la località Mesòlt (m 778 – ore 0,35 dalla cima del Monte Misma – ore 2,50 dalla partenza). Il rientro alla partenza segue ora a ritroso il percorso di andata transitando per la località di Prati Alti (Prat Tadòlt) riportandosi infine al Santuario della Forcella (Santuario Madonna della Neve – m 626), per un totale di ore 3,40 di cammino.

Avendo percorso questo itinerario a fine inverno abbiamo potuto osservare il risveglio della natura con splendide fioriture di Primula (Primula vulgaris), Rosa di Natale (Helleborus niger), Dente di cane (Erythronium dens-canis) e Bucaneve (Galanthus nivalis), quest’ultimo presente nel sottobosco tra la Bocchetta Misma e la cima.

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