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MONTE DEL FRATE (m 547) MONTE ADONE (m 654)
Un’escursione alle porte di Bologna davvero sorprendente per il pregio ambientale delle aree interessate dal cammino. L’intera avventura si sviluppa all’interno della Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico. Sono colline caratterizzate dall’affioramento di rocce giallastre di arenaria, quest’ultima costituita da sabbia debolmente cementata. Durante il Pliocene l’area era occupata da un golfo marino dalle acque scarsamente profonde. Le arenarie oggi osservabili si depositarono all’epoca nel fondale. Non è certo un caso se ancora oggi si trovano nelle fasce rocciose parecchi fossili marini. La riserva raggiunge il suo culmine nel Monte Adone che sarà toccato dal cammino. Particolarissima appare la visione dei bizzarri torrioni, delle rupi e delle pareti che caratterizzano la sommità in un paesaggio del tutto atipico per questo settore del basso Appennino Bolognese. Un’escursione di bassa quota che si sviluppa all’interno del comune di Sasso Marconi di particolare fascino, percorribile anche in inverno grazie alla rara comparsa della neve. Assolutamente sconsigliato è invece il periodo estivo per le elevate temperature legate alla complessiva bassa quota del settore. L’escursione in breve: Badolo (m 341) – sentiero 110 – Passo Monte del Frate (m 530) – Monte del Frate (m 547) – B&B Sulla via degli dei (m 520) – Centro tutela e ricerca fauna esotica – B&B Piccola Raieda (m 503) – Campiuno (m 471) – Monte Adone (m 654) Dati tecnici: Partenza da Badolo (m 341): Difficoltà: EE. In gran parte E; breve tratto EE nella frazione iniziale compresa tra Badolo e il Passo Monte del Frate (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 313. Acqua potabile sul percorso: presso il Centro tutela e ricerca fauna esotica e presso il B&B Piccola Raieda. Accesso alla partenza: Si accede alla partenza dalla città di Sasso Marconi seguendo la SP 325 in direzione di Rioveggio e Prato. Dopo 3 km abbandoniamo la provinciale di fondovalle per volgere a sinistra sulla SP 58 con indicazioni per Badolo. La strada sale con alcuni tornanti sfiorando la piccola frazione di Battedizzo. Procediamo oltre, superando il valloncello percorso dal Rio Raibano. Prendiamo quota restando ai piedi delle rocce strapiombanti della Rocca di Badolo talvolta indicata nelle mappe semplicemente come “La Rocca”. Poco oltre lasciamo a sinistra la piccola chiesa di Badolo quindi ignoriamo la deviazione a destra per Brento. Manteniamo la SP 58 ancora per un centinaio di metri sino a trovare sulla destra la mulattiera con il cartello che indica il segnavia 110 per il Monte del Frate. Possiamo lasciare la macchina poco oltre sfruttando gli spazi a sinistra della carreggiata. Descrizione del percorso: Prendiamo subito quota seguendo la facile mulattiera. La segnaletica guida sulla sinistra tralasciando un sentiero che si separa quasi in piano. Andiamo immediatamente ad affrontare le uniche difficoltà dell’escursione. In faticosa salita superiamo alcune balze arenacee un po’ scomode e soprattutto scivolose specie in presenza di fondo bagnato o umido. Le scavalchiamo con cautela grazie alla presenza di numerosi appoggi e appigli. Nonostante l’alberatura piuttosto densa possiamo cominciare a scorgere alle spalle, tra le frasche, il lontano crinale appenninico tosco emiliano mentre nell’immediato circondario notiamo il cocuzzolo della Rocca e sotto di noi le case di Badolo e il fondovalle del Fiume Setta. In ripida ascesa accediamo al settore superiore della montagna con la pendenza che si attenua rapidamente e il percorso che volge deciso verso destra. In breve siamo sull’ampio tavolato sommitale con il sentiero che resta a distanza di sicurezza dall’impressionante salto che precipita verso meridione. Va rarefacendosi l’alberatura e in diversi punti è possibile lasciare il sentiero per portarsi in pochi metri sull’orlo dello strapiombo. Da notare il panorama, uno dei migliori del circondario, che si estende sino a raggiungere all’orizzonte meridionale la piramide del Monte Cimone e il profilo trapezoidale del Corno alle Scale. Sono cime che risultano quasi sempre innevate tra novembre ed aprile rendendo il paesaggio, in questo periodo, ancora più spettacolare. In un breve tratto il tracciato accosta il filo del salto restando tuttavia abbastanza ampio da escludere eventuali difficoltà legate all’esposizione. Sporgendosi con cautela possiamo osservare le caratteristiche stratificazioni arenacee che costituiscono il particolare ambiente del Contrafforte Pliocenico. Particolarissimo appare il microclima con la presenza di parecchi arbusti di leccio, pianta tipicamente mediterranea, che riesce a vegetare grazie all’ambiente arido e assolato. Il segnavia procede scostandosi dallo strapiombo per riportarsi nel bosco. Incrociamo ed ignoriamo un evidente tracciato per mountain bike proseguendo dritti per infilarsi, sempre nel folto, in uno stretto solco in salita a tratti un po’ scomodo. In breve guadagniamo senza difficoltà un’importante biforcazione. Sulla sinistra si separa il segnavia con cartello indicante il Poggio dell’Oca, Mugnano di Sopra e la stazione di Sasso Marconi. Procediamo verso destra seguendo le indicazioni per Brento e Monte Adone raggiungendo in pochi metri il culmine del Passo del Monte del Frate (m 530 – ore 0,30 dalla partenza). Siamo appena sotto la vetta del Monte del Frate (m 547) che possiamo raggiungere in un paio di minuti volgendo a sinistra per risalire, senza via obbligata, il corto pendio boscato. Riprendiamo il sentiero segnato calando debolmente su percorso che si fa più comodo. In breve guadagniamo uno spazio aperto con panca in legno posta alla sinistra. Il sentiero lascia spazio ad una larga mulattiera che contorna sulla sinistra un campo coltivato. La vista si apre nuovamente in direzione del crinale appenninico tosco emiliano. Subito oltre lasciamo sulla destra il B&B “Sulla Via degli Dei” (m 530) procedendo in discesa sulla sconnessa strada di accesso all’edificio. Poco sotto la sterrata spiana andando a sfiorare il “Centro tutela e ricerca fauna esotica” aperto solo su prenotazione. Procediamo oltre raggiungendo in qualche minuto di comodo cammino l’evidente bivio. Ignoriamo il proseguo, su strada aperta al traffico, che condurrebbe alla frazione di Brento. Volgiamo a destra sulla larga strada bianca con il cartello indicante Monte Adone, Campiuno e Brento (segnavia 110). Da notare, proprio in coincidenza del bivio, la fontanella posta sulla sinistra senz’altro utile per approvvigionarsi d’acqua. L’ampia carreggiata ghiaiosa procede quasi in piano tra i prati raggiungendo in breve il B&B Piccola Raieda (m 503). Lasciamo l’edificio alla nostra destra per procedere, per un breve tratto, in ripida discesa. Poco prima del gruppo di case denominato Campiuno (m 471 – ore 1,05 dalla partenza) abbandoniamo la strada per volgere all’improvviso verso sinistra guidati dal piccolo cartello segnavia indicante Monte Adone. Andiamo ad affrontare la frazione più caratteristica e bella dell’escursione. Il sentiero sale raggiungendo in breve l’ampia spalla dove il panorama si apre verso meridione. Volgiamo verso sinistra (cartello segnavia) osservando, non troppo lontana, la sommità per lo più rocciosa del Monte Adone. Il sentiero si sviluppa grosso modo lungo l’ampia cresta discendente dalla cima. Il paesaggio offre, verso destra, ottimi scorci sulla Valle del Setta oltre ad ammirare a breve distanza la grande cupola del Monte Venere che sfiora i 1000 metri d’altezza. Alle spalle osserviamo le rocce ormai lontane del Monte del Frate e ancora più distante il Monte Mario a sovrastare Sasso Marconi. Un breve tratto quasi piano precede la frazione più ripida della salita. Il fondo a tratti dilavato dalle acque meteoriche è stato rinforzato in diversi punti con l’aggiunta di assi trasversali in legno rendendo il sentiero più stabile e sicuro. Non si affrontano difficoltà di sorta con la traccia che alterna tratti nel bosco ad altri sul filo di cresta affacciato verso meridione. In faticosa salita si raggiunge il settore sommitale della montagna. Compaiono di fronte a noi le cosiddette “torri”. Sono dei grandiosi torrioni arenacei modellati nei secoli dal vento e dalle intemperie assumendo un aspetto bizzarro quanto elegante. Il sentiero aggira a sinistra le torri e non potrebbe essere altrimenti considerata la loro verticalità. Da notare l’esposto e profondo spacco che si apre alla nostra destra dividendo l’anticima dalla cima. Sono formazioni del tutto atipiche per un settore del basso Appennino di solito caratterizzato da forme dolci e arrotondate. L’ultima breve salita permette l’accesso diretto alla vetta del Monte Adone (m 654 – ore 1,45 dalla partenza – libro di vetta da firmare). La sommità appare scoperta con l’unica eccezione del lato nordorientale permettendo un panorama di insospettabile ampiezza, soprattutto tenendo conto della bassa quota complessiva del settore. Da notare il poderoso strapiombo che precipita verso sud richiedendo attenzione nel non esporsi troppo. La vista è estesa a gran parte della Valle del Setta e in lontananza fino alle cime del crinale appenninico Tosco Emiliano. Verso occidente scorgiamo la confluenza tra le valli del Setta e del Reno dove sorge la città di Sasso Marconi mentre verso nord scorgiamo parte della Pianura Padana. Il rientro avviene a ritroso con la possibilità di eseguire una variante. Superato il Passo Monte del Frate, invece di procedere sul sentiero di andata, volgiamo sul sentiero 122 che scende a destra con cartello indicante il Poggio dell’Oca, Mugnano di Sopra e la stazione FS di Sasso Marconi. Dopo una prima frazione in ripida discesa nel fitto bosco usciamo improvvisamente tra i prati su tracciato ampio e privo di difficoltà e con bel paesaggio sulle colline circostanti. Un breve tratto in moderata discesa precede la confluenza nella Via dei Valli che seguiamo, guidati ancora una volta dalla segnaletica, verso sinistra. In debole pendenza andiamo infine a confluire nella SP 58. Con la debita attenzione al passaggio delle automobili ne seguiamo il tracciato verso sinistra riportandoci infine alla partenza in prossimità della frazione di Badolo (ore 1,15 dalla cima di Monte Adone - ore 3 complessive).
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