Monte Altissimo di Nago

MONTE ALTISSIMO DI NAGO (m 2079)

La lunga catena di M. Baldo, che si sviluppa per 40 km parallelamente al Lago di Garda, è divisa in due parti dalla marcata sella della Bocca di Tratto Spino. Verso sud troviamo la parte più importante e notevole del gruppo: una sequenza di cime per lo più alla portata del normale escursionista, culminanti nella Cima di Valdritta. Verso nord il gruppo si innalza nell’ampia mole del Monte Altissimo di Nago. La cima, raggiungibile per mezzo di una comoda sterrata, permette la migliore visione possibile dell’estremità settentrionale del Lago di Garda. Considerata la facilità d’accesso, è una salita che ben si presta anche alla stagione invernale purchè si possiedano piccozza, ghette e ciaspole per via dell’innevamento talvolta molto consistente sino a primavera inoltrata.

Dati tecnici:

Da S.Valentino (m 1314): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello: m 765. Acqua sul percorso: assente, tuttavia ben tre sono i punti d’appoggio aperti nella bella stagione: il Rif Fos-ce, il Rif. Graziani e il Rifugio Damiano Chiesa.

Accesso alla partenza:

Si raggiunge Avio, paese posto lungo la sponda dell'Adige facilmente raggiungibile con l'autostrada del Brennero (uscita Ala - Avio). Da Avio si sale in automobile fino al piccolo abitato di S.Valentino (m 1314). Il proseguimento della strada è chiuso al traffico da novembre a maggio per la presenza di lunghi tratti ghiacciati e con abbondante innevamento. Abbandonata l’auto proseguiamo a piedi seguendo il tracciato non transitabile in inverno.

Descrizione del percorso:

Seguendo il tracciato della strada in direzione della Bocca di Navene raggiungiamo in una mezz'ora circa il Rif. Fos-ce (m 1430). Si prosegue a mezza costa lungo il fianco occidentale della montagna (in questo settore la neve si accumula in modo considerevole persistendo sino a primavera molto inoltrata) sino ad uscire tra ampi pascoli in prossimità di una malga isolata. Ormai sovrastati dall’ampia mole del M.Altissimo di Nago, seguiamo ancora per un breve tratto la provinciale sino a guadagnare la Bocca di Creer proprio ai piedi della nostra cima, ove è presente il Rifugio Graziani (m 1640 – ore 1,30 dalla partenza – sino qui circa 4 km di percorso). L’escursione procede abbandonando la carrozzabile e risalendo le pendici del monte per mezzo del tracciato sterrato di una vecchia strada militare. Una quindicina di tornanti permettono senza alcuna difficoltà di rimontare la parte sommitale della montagna con vedute che si fanno progressivamente più ampie estendendosi soprattutto verso oriente in direzione dei Monti Lessini e sul sottostante lago di Garda. La sterrata ha termine in coincidenza del Rifugio Damiano Chiesa a pochissima distanza dalla cima. (ore 3 dalla partenza – ore 1,30 dalla Bocca di Creer – in tutto 8,5 km dalla partenza). Pochi passi e guadagniamo il culmine vero e proprio (m 2079) con panorama a 360° assolutamente indimenticabile nelle giornate terse ed esteso alle Alpi Giudicarie, all’ Adamello – Presanella, alle Dolomiti di Brenta, alle Pale di S.Martino, al Lagorai, al Pasubio e ai Monti Lessini con Cima Carega. Verso sud notiamo in primo piano la parte centrale del Gruppo del Baldo con la sommità della Cima delle Pozzette. Quando splende la chiarìa si osserva sullo sfondo meridionale la lunga catena Appenninica. Scostandosi di pochi metri dalla cima verso ovest si arriva sull’orlo della scarpata che precipita direttamente per 2000 metri sulla sponda orientale del Garda. La visione sulla testa settentrionale del lago è senz’altro la migliore possibile; risulta ben visibile anche il Lago di Ledro.

Nota: nel periodo estivo l’escursione può essere considerevolmente abbreviata raggiungendo in auto la Bocca di Creer e salendo in vetta appena in un’ora e mezza con la larga sterrata. Consigliamo tuttavia la salita soprattutto in primavera quando la neve rende il paesaggio ben più spettacolare e splendidamente contrastante con il blu intenso del Lago di Garda. Ovviamente l’innevamento rende però l’escursione più impegnativa con tempi di salita ben più lunghi rispetto a quelli sopra indicati. Nonostante la presenza della sterrata che conduce al Rifugio D.Chiesa, in presenza di neve e/o ghiaccio diviene indispensabile l’uso di ghette, piccozza, racchette ed eventuali ramponi

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