Pizzo d'Evigno - Bric Montin

BRIC MONTIN (m 952)

PIZZO D’EVIGNO (m 988)

Una marcata dorsale divide la Val Merula dalla Valle Impero trovando il suo culmine nel Pizzo d’Evigno. Si tratta di un’elevazione che concede, nei giorni tersi, uno dei migliori punti panoramici nell’entroterra della Riviera di Ponente. La stessa dorsale, costituisce, amministrativamente, il confine tra le province di Imperia e di Savona. La via di salita che andiamo a suggerirvi ricalca, nella seconda parte, il crinale in questione in un ambiente di grande ampiezza. Consigliamo l’ascensione nella stagione fredda, specie nei giorni di tramontana quando l’atmosfera diviene limpida e secca evitando i periodi immediatamente successivi alle nevicate. Da evitarsi l’estate sia per le temperature troppo elevate che per l’alto tasso di umidità tipico della stagione calda a quote nel complesso basse. 

L’escursione in breve:

Passo del Ginestro (m 684) – Passo di San Giacomo (m 684) – Bric Montin (m 952) – Pizzo d’Evigno (m 988)

Dati tecnici:

Partenza dal Passo del Ginestro (m 684): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 304. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

L’escursione ha inizio in coincidenza del Passo del Ginestro. Il valico può essere raggiunto in 3 modi diversi.

1)      Da Albenga (uscita dell’Autostrada dei Fiori – A10). Si segue la statale Aurelia bis sino a Villanova d’Albenga quindi si prosegue lungo la provinciale che rimonta la Val Lerrone passando per i paesi di Garlenda, Casanova Lerrone, Degna e Vèllego accedendo infine al valico (26 km da Albenga).

2)      Da Andora (uscita dell’Autostrada dei Fiori – A10). Sin dall’uscita dell’autostrada si trovano le indicazioni per il Passo del Ginestro. La provinciale rimonta la Val Merula superando i paesi di Stellanello e Testico per accedere infine al valico (22 km da Andora).

3)      Da Imperia Est (uscita dell’Autostrada dei Fiori – A10). Si rimonta la Valle Impero con la superstrada per Pieve di Teco superando i paesi di Pontedassio e Chiusavecchia. Abbandoniamo la statale per volgere a destra raggiungendo dapprima Cesio quindi il valico (19 km da Imperia Est).

Descrizione del percorso:

Abbandonata l’automobile in coincidenza del Passo del Ginestro imbocchiamo l’ampia sterrata che dal valico si sviluppa verso meridione restando sottocrinale rispetto al Monte Arosio. La strada bianca si articola pertanto nel versante imperiese (Valle Impero) traversando a mezza costa rispetto alle soprastanti sommità. La zona è stata sconvolta nel gennaio 2017 da un rovinoso incendio che purtroppo ha distrutto gran parte del bosco: occorreranno diversi anni per recuperare la macchia e gli alberi andati perduti. In compenso appare molto bello il paesaggio alle spalle permettendo una splendida veduta a distanza in direzione dello spartiacque delle Alpi Liguri: in particolar modo spicca la marcata sagoma del Pizzo d’Ormea. Nel proseguo tralasciamo il sentiero ciclabile che cala a destra in direzione di Chiusanico proseguendo lungo l’ampia strada a fondo naturale. Con alcuni saliscendi raggiungiamo in circa 2 km dalla partenza il Passo di San Giacomo (m 760 – ore 0,30 dalla partenza) riportandoci pertanto sulla displuviale che divide la val Merula (versante savonese) dalla Valle Impero (versante imperiese). Incontriamo in coincidenza della sella il segnavia giallo-rosso del Sentiero delle Terre Alte, un percorso a tappe che unisce Spotorno ad Andora seguendo creste e crinali dell’entroterra ligure. Da notare inoltre l’evidente pista che cala nel versante savonese. Nel nostro caso manteniamo l’ampia gipponabile ghiaiosa ancora per qualche minuto affrontando una ripida ma breve rampa che precede l’accesso ad una vasta spianata prativa che offre ancora una volta un magnifico panorama verso le più alte cime delle Alpi Liguri.

La carrareccia lascia ora spazio ad un buon sentiero che sale ripidamente nel bosco rado superando alcuni affioramenti rocciosi. In breve siamo ad una marcata insellatura prativa in pieno crinale tra la Val Merula e la Valle Impero. Il segnavia volge a sinistra seguendo lo spartiacque con percorso estremamente panoramico. L’alberatura presente nel versante savonese lascia libera proprio la linea di cresta di conseguenza la vista si estende senza ostacoli fino a grande distanza. Il segnavia asseconda gli sbalzi del crinale articolandosi fra roccette e tratti erbosi sino a guadagnare l’ampia e tozza sommità prativa del Pizzo Montin (m 952 – ore 1,30 dalla partenza). La posizione appare quanto mai panoramica questa volta non solo in direzione delle Alpi Liguri ma anche verso sudovest potendo scorgere il tratto di Mar Ligure prospiciente alla città d’Imperia. Ammiriamo soprattutto, per la prima volta, la marcata e slanciata piramide del Pizzo d’Evigno; appare evidente il proseguo del tracciato per guadagnarne il punto più alto: seguiremo grosso modo la linea di crinale.

Si tratta pertanto di procedere oltre il Pizzo Montin perdendo 70 – 80 metri di dislivello calando lungo l’ampia cresta per lo più prativa. In breve siamo alla sella che separa le due cime. Non è raro osservare, in queste verdeggianti distese erbose, gruppi di cavalli al pascolo. Il percorso riprende quota dapprima aggirando a destra un rialzo di crinale. In breve siamo alla base dell’ultimo sinuoso tratto di cresta. Il fondo, terroso e ben battuto, raggiunge la massima pendenza dell’escursione scostandosi appena a destra del filo di crinale nei tratti più impegnativi. Senza apprezzabili difficoltà se non per la pendenza ci portiamo infine sulla bella e panoramica cima (m 988 – ore 2 dalla partenza – libro di vetta).

Nei giorni tersi il panorama è notevolissimo abbracciando la lunga frazione di litorale compresa tra Imperia e Capo Noli nonché le lontanissime cime della Corsica. Le Alpi Liguri svettano verso nord includendo le cime comprese tra il Monte Saccarello e il Monte Antoroto. Il rientro avviene a ritroso per un totale, tra andata e ritorno, di circa 10 km di camino.

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