Poggio Lecci

POGGIO LECCI (m 414)

I Monti dell’Uccellina sono una catena collinare estesa parallelamente alla fascia costiera della Maremma grossetana e da tempo sono inclusi nella vasta area protetta del Parco Naturale della Maremma. È una zona di enorme valore faunistico e botanico giustamente tutelata e difesa. I sentieri escursionistici all’interno dell’area del parco sono quasi tutti percorribili a pagamento versando una piccola cifra presso il Centro Visitatori di Alberese oppure direttamente sul sito internet del parco. Dopo questa indispensabile premessa, fondamentale per poter intraprendere un’escursione nell’area, siamo a descrivervi l’itinerario che conduce al culmine dei Monti dell’Uccellina. Stiamo parlando del Poggio Lecci, appena 414 metri di altitudine in un settore di grandioso valore scampato fortunatamente agli scempi operati dall’uomo alla natura. Gran parte dell’area è intensamente boscata impedendo grandi viste panoramiche. Trovate pertanto descritta una breve digressione al percorso di salita che permette di raggiungere due piattaforme artificiali edificate per sovrastare gli alberi; la vista in loro coincidenza è di grandiosa bellezza estesa ad un tratto del litorale e a parte dell’Arcipelago Toscano. Tra gli elementi di interesse dell’escursione è indispensabile aggiungere l’aspetto storico. Si transita infatti presso l’Abbazia di San Rabano. Fondata nell’XI° secolo come Monastero di Santa Maria Alborense fu quasi distrutta dai senesi nel 1438. Nonostante ciò restano ancora oggi ben visibili la chiesa, il campanile e la torre di avvistamento trecentesca. La struttura del monastero fu devastata ma è ancora ben visibile la recinzione rettangolare fortificata e qualche stanza annessa alla chiesa con volte a botte. Inutile dire la sorpresa che suscita il trovarsi di fronte a questi resti in una zona impervia e boscosa priva di strade di collegamento. La sensazione è quella di essere proiettati nel medioevo in una dimensione lontana dalla vita di tutti i giorni. Consigliamo questa avventura nel periodo compreso tra ottobre e maggio evitando la calura e l’umidità dei mesi estivi. Anche l’inverno è un periodo senz’altro favorevole al cammino in quanto neve e gelo sono molto rari lungo la fascia costiera della Maremma grossetana.

L’escursione in breve:

Alberese (m 23) – cimitero di Alberese (m 50) – Piscina del Prete – Abbazia di San Rabano (m 314) – Poggio Lecci (m 414) – Abbazia di San Rabano (m 314) – Coste di Cala Francese – punti panoramici (m 320 – 325) – rientro a ritroso

Dati tecnici:

Partenza da Alberese (m 23): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). T fino all’Abbazia di San Rabano, E nei tratti successivi.Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 391. Acqua sul percorso: assente

Accesso:

Chi proviene da Grosseto segue la SS 1 Aurelia in direzione Roma abbandonandola dopo pochi km per volgere a destra con indicazioni per Alberese e Rispescia. Percorriamo alcuni km nella campagna maremmana prima di raggiungere Alberese. Troviamo, nel centro della frazione, la Chiesa di Santa Maria immediatamente a destra della strada. Subito oltre volgiamo sempre a destra in Via Nedo Ficulle che, dopo poche centinaia di metri, prende il nome di Strada del cimitero. Il tratto percorribile in auto ha termine proprio in coincidenza del cimitero presso il quale possiamo parcheggiare. Sulla sinistra ha inizio, al di là del cancello in legno, il nostro sentiero.

Chi proviene da sud trova, al km 166,2 della SS 1 Aurelia, l’uscita per Alberese. Anche in questo caso si raggiunge in pochi km la frazione quindi si volge a sinistra, subito prima della chiesa, con cartelli indicanti la “Fattoria granducale” e il Monastero di Santa Maria all’Alberese. Proseguiamo poi, come indicato prima, in Via Nedo Ficulle per raggiungere il cimitero presso il quale abbandoniamo l’automezzo. Naturalmente è possibile percorrere a piedi anche il breve tratto dal paese di Alberese al cimitero aggiungendo al cammino una buona mezz’ora tra andata e ritorno.

Descrizione del percorso:

Come anticipato sopra, al termine della strada transitabile troviamo, sulla destra, il cimitero di Alberese. A sinistra un cancello in legno impedisce il transito automobilistico sulla bella mulattiera sterrata che punta verso meridione. Muoviamo in quest’ultima direzione con cartello indicante l’Abbazia di San Rabano (segnavia A1).

Inizialmente siamo all’aperto tra grandi prati e coltivazioni ad olivo puntando verso i rilievi boscati che chiudono il paesaggio a sudovest. Poco oltre entriamo nel folto con la segnaletica che indica San Rabano ad un’ora e mezza di cammino. La mulattiera procede, ampia e facile, permettendo una comoda camminata anche ai meno esperti. La fitta vegetazione permette, almeno in parte, di ripararsi dal soleggiamento spesso notevole già ad inizio primavera. In località “Piscina del Prete” guadagniamo una bella schiarita prativa nonché un bivio. La nostra escursione procede sull’ampia mulattiera principale con cartello indicante San Rabano.

Il tracciato procede lungamente in salita che resta nel complesso continua ma mai ripida. Si guadagna dislivello in modo poco avvertibile proprio perché la salita è distribuita su un percorso piuttosto lungo. Siamo nel cuore dei Monti dell’Uccellina e camminiamo in mezzo ad una macchia lussureggiante caratterizzata dalla presenza di piante come il ginepro, il cisto, l’erica, le ginestre e il corbezzolo. In coincidenza di alcune schiarite andiamo a scorgere, verso oriente, un bel panorama verso l’interno della Maremma grossetana. In ultimo siamo, nel folto, in un’ampia sella racchiusa tra il Poggio Lecci a destra e Il Poggio dell’Uccellina a sinistra. Le rovine del monastero di San Rabano sono proprio in coincidenza della sella e compaiono all’ultimo lasciando sorpresi per il loro isolamento in una zona boschiva raggiungibile solo a piedi. Chi, come noi, è partito da Alberese, ha infatti già percorso 5 km a piedi e un dislivello di circa 300 metri (m 314 - ore 1,30 dal cimitero di Alberese – ore 1,50 dalla chiesa di Alberese).

Sia l’Abbazia che l’annessa Torre dell’Uccellina sono ancora in discreto stato di conservazione, il tutto immerso in un ambiente caratterizzato da grandi ed intricati alberi di leccio. Le rovine meritano senz’altro una visita e desta sensazione pensare come questa zona così selvaggia fosse, nel medioevo, assai frequentata dai viandanti. Troviamo sulla destra il bivio con indicazioni per Pratini, Precoriale e Pinottolai. Muoviamo in questa direzione per eseguire la breve digressione che porta sul Poggio Lecci. La salita si articola ancora una volta nel folto della vegetazione con un tratto nel complesso ripido. Soltanto nella frazione sommitale si apre uno scorcio verso sud che permette di osservare il Promontorio dell’Argentario. Un ripetitore è posto in una radura pochi metri a sinistra del sentiero con la vista estesa verso un ampio tratto del Tirreno andando ad osservare l’Isola del Giglio. Poco oltre il sentiero spiana raggiungendo la poco pronunciata sommità del Poggio Lecci (m 414 – ore 0,20 dall’Abbazia di San Rabano). Nonostante la cima non spicchi in modo particolare siamo comunque sul “tetto” dei modesti Monti dell’Uccellina. Le quote non sono eccelse ma l’ambiente è di grande valore naturalistico tanto più che stiamo parlando della prima area protetta ad essere stata istituita in Toscana già dal lontano 1975. Il sentiero proseguirebbe in discesa in direzione della località Pratini; scegliamo tuttavia di rientrare a ritroso riportandoci in circa 15 minuti all’Abbazia di San Rabano (m 314 – ore 2,15 dal cimitero di Alberese – ore 2,35 dalla chiesa di Alberese).

Siamo ora a descrivere una seconda digressione, sempre partendo dall’Abbazia, vivamente consigliata per la bellezza dei punti panoramici che andremo a raggiungere. Si tratta di seguire il cartello con indicato “Affacci panoramici” seguito poco oltre da un secondo pannello con indicazioni per Oliveto Collelungo e Spiaggia Collelungo. La descrizione del tratto non è certo complessa: il sentiero è quasi pianeggiante e ancora una volta si sviluppa in un bosco in gran parte molto fitto andando a precludere il panorama circostante. A 600 metri dall’Abbazia guadagniamo un’altana, posta a sinistra del sentiero, che permette con pochi gradini di sollevarsi sopravanzando la vegetazione (m 320). La vista che si apre ai nostri occhi vale ampiamente il cammino percorso. Osserviamo la pronunciata Cala di Forno sovrastata dal colle sul quale si erge l’omonima torre. All’orizzonte si ripete la vista già ammirata dal Poggio Lecci in direzione del promontorio dell’Argentario e dell’Isola del Giglio. Nei giorni più tersi si scorge l’Isola di Montecristo. Possiamo inoltre apprezzare la fitta vegetazione che riveste i Monti dell’Uccellina in pratica fin sulla costa.

Ripreso il sentiero procediamo ancora per un breve tratto trovando, a 850 metri dall’Abbazia di San Rabano, una seconda altana posta questa volta a destra del sentiero (m 325 - ore 2,35 dal cimitero di Alberese – ore 2,55 dalla chiesa di Alberese). Il panorama è aperto, diversamente dal precedente punto panoramico, verso settentrione offrendo una grandiosa visione della Spiaggia di Collelungo con la retrostante Pineta Granducale. Un occhio attento noterà senz’altro la Torre di Collelungo a sinistra e la Torre di Castelmarino più a destra. In lontananza intravediamo la foce del Fiume Ombrone a delimitare l’estremità settentrionale dei Monti dell’Uccellina.  Il rientro avviene a ritroso riportandosi dapprima all’Abbazia di San Rabano per poi proseguire sulla sterrata che riporta infine alla partenza (ore 4,15 complessive partendo dal cimitero di Alberese – ore 4,40 partendo e rientrando alla chiesa di Alberese).

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