Primula di Recoaro

Nome scientifico: Primula recubariensis Prosser & Scortegagna

Famiglia: Primulaceae

Habitat naturale: Fessure, anfratti ombreggiati e umidi delle rupi su roccia calcareo – dolomitica, quasi sempre esposta a nord tra 1400 e 2030 metri. Si tratta di un endemismo molto stretto (stenoendemismo) con areale centrato nel Gruppo Carega e sulla Catena delle Tre Croci al confine tra Veneto e Trentino. Le province interessate sono Trento, Vicenza e Verona (vedi nelle “Note” le principali stazioni conosciute).

Periodo di fioritura: Maggio e giugno

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta 1,5 – 3 cm che presenta foglie obovate con pelosità ghiandolare incolore. La lamina delle foglie è attenuata sul picciolo e il bordo appare intero oppure sinuoso – dentato nella metà apicale. Le foglie inferiori presentano lunghezza compresa tra 1 e 1,7 cm e larghezza di 1 – 1,3 cm. Le foglie superiori sono maggiori, lunghe 5 – 6 cm e larghe 2 – 2,8 cm. Lo scapo è generalmente più breve delle foglie o al più di pari lunghezza. I fiori sono raccolti in ombrella con 1 – 5 elementi. La corolla presenta colorazione tra il lilla e il violetto con fauce in genere biancastra. Sono presenti brattee ovate lunghe 1 – 3 mm e pedicelli lunghi 2 – 9 mm. Il calice è più lungo della capsula con denti acuti o arrotondati lunghi quanto il tubo del calice. Da rilevare il forte odore aromatico – resinoso della pianta, soprattutto nel secco.

Note: La scoperta di Primula recubariensis è avvenuta nel 1997 ad opera di Silvio Scortegagna, docente di scienze al liceo scientifico della città di Schio, e Filippo Prosser, conservatore del Museo Civico di Rovereto. I due hanno fatto la loro scoperta controllando una lista di piante segnalate al confine tra le province di Vicenza e Trento. Tra esse era segnalata Primula hirsuta, ma questo ha destato lo scetticismo di Prosser in quanto si tratta di una pianta che cresce sulla silice delle Alpi interne mentre nella zona del Carega il fondo è palesemente calcareo con addirittura pareti dolomitiche. Per risolvere l’enigma furono raccolti nel 1997 due esemplari secchi di primula data come hirsuta. Dal confronto con moltissimi esemplari conservati negli erbari di mezza Europa si comprese subito che non poteva trattarsi di quella specie. La conferma definitiva si ebbe nella primavera del 1998 quando Prosser e Scortegagna poterono assistere alla fioritura: le corolle non erano rosse come in Primula hirsuta, ma piuttosto lilla – violette. Si trattava quindi di una specie del tutto nuova. Successivi accertamenti hanno permesso di stabilire che l’areale della pianta raggiunge appena i 7 km di lunghezza dal margine nordoccidentale (Boale dei Fondi) a quello sudorientale (Passo della Porta). Davvero sorprendente appare il fatto che nessuno, prima del 1997, avesse notato questa strana pianta delle rupi strapiombanti e questo nonostante l’areale sia centrato sulle guglie del Monte Fumante, una zona piuttosto conosciuta da arrampicatori ed escursionisti.

Da notare che per ora è noto un solo ibrido naturale: Primula x vallarsae Prosser & Scortegagna (P.auricula x P.recubariensis).

Segue una lista delle principali stazioni note per Primula recubariensis:

Provincia di Trento:

1)       Boale dei Fondi, ai piedi della Torre Giordani (m 1850 – rupi di Dolomia Principale esposte a nord)

2)       Sentiero alto tra Passo Obante e M.Obante (m 2030 – rupi di Dolomia Principale)

3)       Forcella Lovaraste (m 1920 – roccette dolomitiche di cresta)

4)       Sottogruppo del Fumante ai piedi della parete nord della Guglia Cesareo (m 1750 – rupi di Dolomia Principale esposte a nord)           

5)       Ai piedi della Guglia Berti (m 1640 – 1660 - rupi di Dolomia Principale esposte a nord)

6)       Guglie del Fumante (m 1600 – fessure della roccia)

7)       Versante nord ovest del Plische, 750 m a SW di Malga Campobrun (m 1700 - rupi di Dolomia Principale esposte a nord)

Provincia di Vicenza:

1)       Catena delle Tre Croci, sotto il crinale tra il Passo della Lora e il Sasso Molesse (m 1650 – 1680 – rupi dolomitiche esposte a nord)

2)       Versante nord del Monte Tre Croci (m 1850 – roccette dolomitiche esposte a nord)

3)       Subito sotto la Bocchetta Gabellele (rupi dolomitiche esposte a nord)

4)       Vajo che scende dal Passo Ristele verso NE (m 1550  rupe dolomitica esposta a nord)

5)       Passo della Porta verso il Sassolongo del Campetto (m 1550 – rupi dolomitiche esposte a nord)

Dove l’abbiamo osservata: Le prime 5 fotografie sono state scattate poco a valle del Passo della Lora, nelle rupi che il Sasso Molesse rivolge verso nord (circa m 1660 – Catena delle Tre Croci). Le fotografie che vanno dalla sesta all'ottava sono state realizzate nelle rupi a monte del sentiero che unisce il Passo della Lora al Passo Zevola (m 1810 - Catena delle Tre Croci). Le altre foto sono state realizzate poco a valle del Passo Ristele nelle rupi dolomitiche strapiombanti che sovrastano il sentiero 121 (m 1560 - Catena delle Tre Croci).

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