Equipaggiamento e progressione su ferrata

Buona parte di questo sito amatoriale è dedicato alle vie ferrate percorse e accuratamente descritte dal Club Aquile Rampanti. E’ bene chiarire alcuni aspetti tecnici relativi alle ferrate stesse allo scopo di fornire utili indicazioni a chi si sta avvicinando per le prime volte a questa particolare forma di alpinismo.

Cos’è una via ferrata:

Si tratta di un percorso su roccia modificato per facilitarne la percorrenza grazie all’aggiunta di infissi artificiali (funi metalliche, scale di ferro, singoli gradini talvolta intagliati nella roccia o più spesso metallici, staffe, pioli, ganci, a volte ponti sospesi anche di tipo tibetano ecc…) Questo tipo di attrezzature danno la possibilità anche ai non rocciatori di percorrere impressionanti avventure lungo creste o pareti altrimenti precluse ai non alpinisti. Naturalmente, quanto più una via è attrezzata tanto più risulterà facile e abbordabile. Appare inoltre evidente che una parete rocciosa, anche strapiombante, sarà decisamente più facile se attrezzata con scale o file di staffe piuttosto che se la stessa fosse attrezzata con una sola fune metallica per quanto ben tesa sia. La difficoltà dipende quindi dal tipo di infissi utilizzati e può essere modificata a piacimento dai costruttori. In generale, quante più scale sono presenti, tanto più facile risulterà una via.

Difficoltà di una ferrata:

La varietà di utilizzo per ciò che concerne l’uso degli infissi, la differente lunghezza ed esposizione degli itinerari rende assai variabile la difficoltà delle ferrate, se paragonate tra loro. Ne consegue la necessità, quando si organizza un’escursione del genere, di conoscere le reali difficoltà che si incontreranno così da non correre inutili rischi su itinerari non alla propria portata. Buona parte delle pubblicazioni in commercio sull’argomento, riportano un’indicazione globale relativa alle difficoltà delle singole ferrate. Lo abbiamo fatto anche noi, tuttavia abbiamo creato un’ulteriore suddivisione delle difficoltà distinguendo tra tecnica, esposizione ed impegno globale, come potrete riscontrare nella pagina iniziale relativa ai percorsi su ferrata. Riteniamo in questo modo di dare un’informazione che scenda maggiormente nei dettagli senza trarre involontariamente in inganno l’ignaro escursionista. Come esempio tipico riportiamo quello relativo alla ferrata dell’Amicizia (Cima SAT) nella zona del Lago di Garda: il grado globale di difficoltà è basso (poco difficile) stante la mancanza di passaggi davvero tecnici, l’esposizione è invece estrema considerata la verticalità delle lunghissime rampe di scale. Il valore relativo all’esposizione indicato in questo sito informa puntualmente il ferratista dell’esposizione molto forte.

Quale equipaggiamento occorre nella percorrenza di una ferrata:

Cominciamo con i pezzi essenziali e irrinunciabili:

1)     un imbracatura completa di cosciali singola o in due pezzi (pettorale e bassa) da unire con un nodo delle guide.

2)     un cordino di diametro 11 mm lungo circa m 3,5.

3)     un’altro eventuale cordino da 11 mm lungo un metro e mezzo per unire le due parti dell’imbracatura se non singola.

4)     due moschettoni a ghiera con chiusura automatica a scatto

5)     un caschetto

6)     un dissipatore di energia

N.B. Attualmente si trovano in commercio kit già preparati che comprendono l’imbracatura, il dissipatore, il cordino da 11 mm e i moschettoni a scatto. Questi kit già preparati facilitano e velocizzano le operazioni eliminando il problema del dover preparare e fissare il cordino all’imbracatura: non è un caso se sono sempre più popolari.

Ulteriori accessori:

1)     un paio di guanti (di cuoio ad esempio) che lascino libera la punta della dita al fine di avere una maggiore presa. Sebbene non indispensabili li consigliamo vivamente in quanto anche una piccola ferita o graffio può rendere difficoltoso, se non addirittura pericoloso, il proseguo dell’arrampicata.

2)     un eventuale moschettone di scorta in caso di guasto.

Non abbiamo indicato un paio di solidi scarponi impermeabili da montagna e uno zaino capiente in quanto si dà per scontata la presenza di questi oggetti indispensabili in qualsiasi attività abbia a che fare col muoversi su terreno impervio e/o roccioso.    

Come utilizzare l’equipaggiamento da ferrata:

Si indossa l’imbracatura e si infila il cordino nel dissipatore in modo da creare due tratti di lunghezza più o meno uguale alle cui estremità si agganciano i moschettoni con un nodo delle guide oppure un nodo inglese doppio. Nel caso di un’imbracatura divisa in due parti, il dissipatore deve essere posto nell’anello di cordino che unirà il cosciale alla parte pettorale.

Il dissipatore è una piastra metallica con fori all’interno dei quali il cordino, in caso di caduta scorre frenando il salto ed impedendo la rottura dell’imbracatura stessa. La piastra di dissipazione è quindi particolarmente importante nel caso di vie a forte sviluppo verticale. Occorre tenere presente che la corda libera tra il dissipatore e il moschettone all’estremità dev’essere almeno di un metro circa altrimenti non sarà disponibile sufficiente corda per frenare la caduta. Naturalmente affinché il dissipatore possa funzionare deve essere usato un solo moschettone; l’altro capo lasciato libero sarà quello in grado di scorrere nel dissipatore in caso di ipotetica caduta.

Fondamentale è non scordare di indossare il caschetto che protegge dal pericolo tutt’altro che raro che possano precipitare pietre o ghiaia dall’alto; la gravità trasforma anche piccoli sassi in veri e propri proiettili in grado di stordire e sbilanciare il ferratista col grave pericolo di perdere l’appiglio: in quest’ottica occorre non intraprendere MAI nessuna ferrata in assenza del casco.

Come avviene la progressione su ferrata:

Su corda fissa si applica un moschettone alla fune metallica e lo si accompagna sino al primo ancoraggio. A questo punto si applica il secondo moschettone al di là dell’ancoraggio per poi staccare il primo; questo semplice sistema garantisce la massima sicurezza in quanto si è sempre legati agli infissi.

Nel caso di una scala o di una fila di staffe, l’autoassicurazione avviene applicando i moschettoni direttamente ai gradini stessi. Anche in questo caso prima di staccare un moschettone si applica l’altro il più in alto possibile in modo da essere sempre e comunque legati agli infissi in parete.

N.B Molte rampe di scale presentano anche una fune metallica a lato della stessa permettendo di scegliere se assicurarsi ad essa o ai gradini.

Prestare inoltre attenzione, nel caso di staffe, pioli e scale in genere alla posizione dei piedi: naturalmente vanno appoggiati nel mezzo della suola senza correre inutili rischi appoggiando ad esempio la punta del piedi al gradino (il rischio che si corre è evidente). Nello spostarsi su ferrata ricordarsi di muovere sempre una sola mano o un solo piede per volta: questo sistema (3 arti fermi e saldi, uno solo in movimento) è uno dei principi basilari dell’arrampicata ma si applica con efficacia anche nel caso delle vie attrezzate.

Alcuni importanti aspetti da ricordare nel percorrere una ferrata:

Può sembrare retorico dirlo ma la percorrenza di una ferrata è subordinata all’assenza assoluta di vertigini e ad una buona condizione fisica. Questo è il primo, indispensabile requisito per non correre rischi nella percorrenza di una via attrezzata.

Chi si accosta per le prime volte al mondo delle vie ferrate è vivamente incoraggiato ad iniziare da quelle più facili senza azzardare pericolose imprese non alla propria portata. La scala delle difficoltà concepita per questo sito dovrebbe senz’altro essere utile per scegliere con accuratezza un itinerario alla propria portata. Per ogni singola ferrata ci siamo sforzati di indicare quali sono i punti “chiave” nella percorrenza della via: è bene rammentare che non è sempre valido il concetto che si possa facilmente rientrare nel caso si incontri un punto più difficoltoso del previsto; in effetti tutte le ferrate risultano assai più difficili in discesa che non in salita, è quindi molto meglio impegnarsi gradualmente partendo dalle vie più semplici: si ha così modo di acquisire un’esperienza che si rivelerà indispensabile per aspirare ad itinerari più impegnativi senza correre il rischio di dover retrocedere sino alla partenza.

In generale il CAR ha osservato la tendenza nei ferratisti a non avere “il meglio” in termini di attrezzatura: molti (per non dire troppi) escursionisti trascurano ad esempio di indossare il casco o non si assicurano in alcuni tratti per la presunzione d’essere “bravi” non rendendosi conto di mettere a repentaglio non solo la propria vita ma anche quella di altri.

Un altro valido consiglio generale è quello di prestare attenzione a non provocare una caduta di sassi che si potrebbe rivelare estremamente pericolosa per chi segue. Il pericolo è tanto più grande, quanto più l’attacco si trova sotto la verticale della nostra posizione.

Un altro classico errore su via ferrata è quello di ammassarsi in più persone tra due ancoraggi. Questo può essere estremamente pericoloso in caso di caduta in quanto ad arrestare l’eventuale scivolata è naturalmente l’ancoraggio inferiore; ovvia conseguenza è che tra noi ed esso non deve esservi alcuna persona che altrimenti sarebbe travolta dalla nostra caduta. Una regola ferma deve quindi essere che tra due ancoraggi vi sia sempre e comunque UNA SOLA PERSONA. Anche se nessuno cade, troppe persone ammassate significa sollecitare meccanicamente in modo eccessivo e anormale gli infissi con ovvio rischio di rompere gli stessi. Lo stesso ragionamento è valido nel caso di rampe di scale che non devono essere risalite contemporaneamente da troppe persone.

Un ulteriore aspetto di estrema importanza è quello di non affidarsi sconsideratamente agli infissi: come detto, le sollecitazioni meccaniche, ma anche e soprattutto le intemperie, il ghiaccio, la caduta di fulmini e di pietre possono facilmente lesionare le attrezzature in modo non sempre visibile: è quindi bene “provare”, saggiare la tenuta delle funi, scale, pioli ecc… prima di affidarsi con sicurezza ad essi (N.B Un buon paio di guanti si rivela prezioso nel caso di funi metalliche lese).

L’ultimo, ma non certo meno importante consiglio, è quello di informarsi sulle previsioni del tempo prima di percorrere una ferrata; questo è un consiglio SEMPRE valido anche se la quota può naturalmente esaltare eventuali rischi. Molto pericolosi sono in particolar modo i temporali per l’impossibilità, il più delle volte, di allontanarsi da eventuali infissi metallici che si trasformano in un autentico parafulmine. Occorre inoltre osservare che la roccia bagnata o peggio ancora vetrata o innevata può trasformare una via tecnicamente facile in un itinerario con difficoltà alpinistiche estreme (un esempio fra tutti: la ferrata Cresta Ovest sulla Marmolada). E’ bene quindi accingersi alla percorrenza di una via ferrata in condizioni di tempo prevedibilmente stabile cercando se possibile di sfruttare le ore della mattina piuttosto che quelle pomeridiane notoriamente più instabili e temporalesche.

N.B Tutte le indicazioni contenute in queste pagine, per quanto accurate siano, NON SOSTITUISCONO IN ALCUNA MANIERA la presenza di una persona esperta o meglio ancora di una guida per addestrare il neofita che si accinge a percorrere una via ferrata. Ad esempio, le indicazioni che abbiamo fornito in relazione all’utilizzo del materiale tecnico specifico sono solo semplici indicazioni e come tali non prendono il posto della pratica sotto l’occhio vigile di una persona responsabile che sappia fare i nodi necessari con cura e attenzione. Non ci assumiamo alcuna responsabilità neppure parziale per le informazioni contenute in questa pagine. 

 

 

 

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