Punta Telegrafo

PUNTA TELEGRAFO (M.MAGGIORE – m 2200)

PUNTA SASCAGA (m 2152)

VETTA DELLE BUSE (m 2155)

COAL SANTO (m 2072)

CIMA DI COSTABELLA (m 2053)

Una bella sequenza di cime, sul crinale principale del massiccio del Baldo, che permette di toccare la sommità più nota del gruppo: Monte Telegrafo. E’ un bel culmine assai frequentato da numerosi, forse troppi escursionisti. La vetta più alta e solitaria resta però Cima Valdritta che sarà maggiormente apprezzata da chi ama gli itinerari più isolati ed alpestri. E’ comunque vivamente consigliato anche l’itinerario che segue: permette infatti di avere una bella visione d’insieme del settore più elevato del gruppo toccandone le principali sommità (tutte oltre i 2000 metri) che si estendono dal M.Telegrafo in direzione della Pianura Padana.

Dati tecnici:

Dalla provinciale che da Ferrara di M.Baldo conduce alla Bocca di Navene col segnavia n°652 (circa m 1550): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello: m 597 sino al Rifugio Telegrafo; subito oltre i dislivelli sono di crinale: il valore assoluto diviene quindi poco significativo.  Acqua sul percorso: assente, è però presente il Rifugio Telegrafo come ottimo punto d’appoggio ed eventualmente, con una breve deviazione, il Rifugio Chierego.

Accesso alla partenza:

Percorrendo l’autostrada del Brennero l’uscita più comoda è quella di Affi. Seguiamo la strada che conduce dapprima a Caprino Veronese quindi a Spiazzi e a Ferrara di Monte Baldo. Subito oltre l’ambiente diviene d’alta montagna. Proseguiamo in direzione della Bocca di Navene transitando presso il Rifugio Cedron. Superiamo il confine tra le province di Trento e Verona (segnalato da cartello) quindi la strada si fa ripida e stretta sino a trovare sulla sinistra il sentiero n° 652 (cartello indicatore - cercare di arrivare presto per le scarse possibilità di parcheggio).

Descrizione del percorso:  

Seguiamo in salita il facile sentiero 652: questa prima frazione di percorso si articola prevalentemente nel bosco, più in alto il percorso volge verso sudovest e concede le prime aperture in coincidenza di alcuni pendii prativi. Cominciamo ad osservare il panorama verso meridione e notiamo la sottostante conca prativa attraversata dalla strada che unisce Ferrara di Monte Baldo alla Bocca di Navene. Il fondo resta comodo e ben marcato in pendenza nel complesso moderata; raggiungiamo infine il bivio ben segnalato dai cartelli (circa m 1700 - ore 0,40 dalla partenza). Tralasciamo il segnavia 66 che sale a destra verso la Forcella di Valdritta mantenendo invece il 652 che prosegue davanti a noi ascendendo diagonalmente. La pendenza diviene progressivamente più marcata e tratti a pino mugo sostituiscono il bosco che aveva caratterizzato la parte iniziale. Superiamo alcuni canali rocciosi che costituiscono una via naturale di scarico per le valanghe e per lo scioglimento della neve, quindi proseguiamo in pendenza che diviene ora decisamente più marcata. Cominciamo a notare alcuni affioramenti rocciosi: bizzarri torrioni di rocce calcaree interrompono la fitta mugheta sovrastando il percorso. Aggiriamo in diagonale ascendente il pendio e su fondo ora roccioso e quindi più impegnativo volgiamo verso ovest in direzione del sovrastante crinale. In ultimo il percorso diviene nuovamente più facile, in moderata salita, sino a guadagnare il bivio con il sentiero 651 che traversa appena sotto crinale (ore 1,30 dalla partenza – cartelli indicatori). Siamo a breve distanza dalla Punta Telegrafo, forse la più conosciuta fra le cime che caratterizzano il Monte Baldo. Per guadagnarne la cima seguiamo il facile sentiero segnato per il Rifugio Barana che raggiungiamo in appena 15 minuti dal bivio, scavalcando il crinale che immette sul versante gardesano; dal rifugio, Punta Telegrafo dista qualche minuto appena (m 2200 - ore 2 dalla partenza).

Il panorama nei giorni più tersi è d’impressionante vastità. Verso meridione osserviamo la cresta del Baldo perdersi in direzione della pianura con la Cima delle Buse in primo piano e il Rifugio Barana appena sotto la vetta. Sempre a sud è ben visibile un vasto settore del Lago di Garda interrotto in minima parte dalle montagne circostanti; per una vista senza ostacoli è sufficiente dalla Punta Telegrafo spostarsi poche decine di metri verso ovest (appena due minuti) sino a guadagnare una posizione prominente sul lago. Tra i particolari visibili citiamo l’istmo di Sirmione, la falesia di Malerba e le cime che sovrastano la zona di Salò (Monte Pizzocolo, Monte Spino ecc…). Verso ovest notiamo il settore centrale del Lago di Garda con il paese di Campione, ma è soprattutto verso nord che il panorama risulta particolarmente suggestivo. Nelle immediate vicinanze osserviamo il promontorio che ospita il paese di Limone sul Garda mentre all’orizzonte si stagliano i ghiacciai della Presanella e dell’Adamello con l’inconfondibile profilo del Carè Alto. Appena più a destra si riconoscono le pareti rocciose delle Dolomiti di Brenta mentre nelle immediate vicinanze svettano le cime del settore centrale del Baldo (Cima Valdritta, Punta Pettorina). Ad oriente l’orizzonte è chiuso dai Monti Lessini.

Dal Rifugio Telegrafo, sempre in qualche minuto guadagniamo anche, per esile cresta rocciosa, la Punta Sascaga (m 2152) con panoramiche che non differiscono dal vicino M.Telegrafo. Ritornati al bivio appena sotto crinale, possiamo ora seguire il sentiero verso destra (segnavia 658). Ci muoviamo su ampia mulattiera in ambiente roccioso particolarmente suggestivo. Gettiamo lo sguardo attraverso le molte forcellette sulla destra; passiamo in prossimità di una curiosa e caratteristica guglia di roccia sino a guadagnare il Passo del Cammino (m 2128 – ore 2,15 dalla partenza) dove si passa sul versante del Lago di Garda. Dal Passo, lasciando l’ampia mulattiera possiamo, con una breve digressione, salire per pochi metri sulla destra sino alla sommità erbosa della Vetta delle Buse (m 2155). Ripresa l’ampia mulattiera caliamo rapidamente di quota tra i prati, sino alla marcata sella della Bocchetta di Coàl Santo (m 1993 – ore 2,40 dalla partenza). Da qui possiamo risalire, senza difficoltà, l’esile filo di cresta che porta in pochi minuti sulla Cima di Costabella (m 2053), l’ultima cima superiore a 2000 metri del massiccio del Baldo, dopodiché il crinale cala verso la pianura veronese con cime sempre più basse e meno rilevanti. Bello il panorama verso nord, in direzione della Cima delle Buse. Senza difficoltà è anche la salita al Coàl Santo (m 2072): per rimontarne le pendici è necessario deviare a sinistra prima di aver raggiunto la Bocchetta di Coàl Santo. Si sale liberamente, senza alcun problema, tra balze erbose e pietre sino alla sommità, sistematicamente ignorata dagli escursionisti.

N.B. Dalla Bocchetta di Coàl Santo è possibile scendere, sia mantenendo l’ampia mulattiera a destra che seguendo lo stretto sentierino a sinistra, al ben noto Rifugio Chierego (m 1911). Entrambe le possibilità aggirano, evidentemente, l’ampio dorso della Cima di Costabella.

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