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SCOGLIO DI SAN MARCO (m 2005)
In generale quasi sconosciuto, lo Scoglio di San Marco è una cima poco appariscente avendo la forma di una cupola non molto accentuata coperta dai pini mughi e dalle conifere. Si tratta in effetti di un contrafforte della vicina Croda de l’Arghena e risulta piuttosto interessante dal punto di vista storico. Come suggerito dal toponimo fu per secoli l’avamposto maggiormente proteso verso il Tirolo della Repubblica Serenissima e ancora oggi segna il confine tra i comuni di Auronzo e di Dobbiaco. Siamo quindi sul confine tra Cadore e Pusteria nonché tra Veneto e Alto Adige. Durante la Prima Guerra Mondiale lo Scoglio di San Marco fu occupato dalle truppe italiane e assieme alla prospicente Croda de l’Arghena si rivelò un importante baluardo di difesa dagli austriaci che avevano occupato il vicino Monte Piana e la zona delle Tre Cime di Lavaredo. Il sentiero d’accesso fu dimenticato per decenni finchè fu riscoperto dal CAI di Auronzo nel 2006 che, dopo averlo ripristinato, lo riaprì al pubblico intitolandolo a Silvano De Romedi, appassionato di questi luoghi scomparso prematuramente. Può darsi non siate attratti da una modesta elevazione nascosta tra cime più alte e conosciute. Lo Scoglio di San Marco si prende tuttavia la sua rivincita risalendone le pendici in ottobre quando il bosco si riveste dei colori dell’autunno. La cima può essere raggiunta senza ostacoli da giugno fino quasi a novembre ma è alla metà del mese di ottobre che resterete a bocca aperta quando in una limpida giornata autunnale osserverete i larici con i loro incredibili colori stagliarsi nel blu del cielo. Speriamo anche voi possiate godere di una vetta a torto dimenticata a cui si aggiunge un ambiente piuttosto solitario e selvaggio soprattutto se confrontato con la confusione turistica del vicino Lago di Misurina o del Rifugio Auronzo. L’escursione in breve: Lago di Antorno (m 1866) – casello pedaggio Misurina (m 1851) – Malga Rinbianco (m 1841) – Sentiero Silvano De Romedi – Costa dei Larici – Scoglio di San Marco (m 2005) Dati tecnici: Partenza dal Lago di Antorno (m 1866): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 250; dislivello realmente superato: circa m 400. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Chi proviene da sud tocca il paese di Auronzo quindi sale al Lago di Misurina con la SR 48 delle Dolomiti. La strada segue la sponda occidentale del lago sino ad arrivare alla sua estremità settentrionale. Poco oltre troviamo sulla destra il bivio per le Tre Cime di Lavaredo. Abbandoniamo pertanto il proseguo che condurrebbe altrimenti a Carbonin e a Dobbiaco per volgere in questa direzione raggiungendo, dopo un paio di km, il bellissimo Lago d’Antorno posizionato a destra del piano stradale. Possiamo lasciare l’automobile nel parcheggio presso lo specchio d’acqua. Descrizione del percorso: Il Lago di Antorno (m 1866), punto iniziale della nostra escursione, merita senz’altro una visita percorrendo il breve sentiero che ne ricalca la sponda orientale. Le cime dei Cadini di Misurina e delle Tre Cime di Lavaredo si specchiano nelle sue acque in un ambiente ameno particolarmente apprezzabile in autunno quando è lontana la confusione del turismo agostano. Il sentiero appare a tratti agevolato da una bella passerella in legno che permette di superare senza difficoltà alcune frazioni torbose. Ritornati sulla strada asfaltata ne percorriamo un breve tratto in direzione delle Tre Cime di Lavaredo. Ignoriamo il cartello che segnala a sinistra il segnavia 122 diretto al Monte Piana e al Rifugio Bosi (m 1885) procedendo a piedi lungo l’asfalto sino al casello dove pagano il pedaggio le automobili dirette al Rifugio Auronzo (m 1851 – ore 0,20 dalla partenza). Un attimo prima del casello si stacca sulla sinistra la strada bianca diretta alla Malga Rinbianco con cartello indicante Monte Piana e lo Scoglio di San Marco. Procediamo in questa direzione godendo degli scorci verso le Tre Cime e calando in breve sino al punto più basso dell’escursione (m 1755). Riprendiamo quota e ignoriamo la deviazione a destra per la Malga Rinbianco, posta di poco fuori sentiero ma comunque aperta nella bella stagione e visibile in quanto poco distante. Siamo in ambiente idilliaco con la malga che si staglia al limite tra il pascolo e il bosco retrostante. Dietro la malga si stagliano le pareti delle Tre Cime mentre alle spalle si ergono imponenti le montagne che caratterizzano i Cadini di Misurina. Proseguiamo perdendo debolmente quota nella Valle di Rinbianco seguendo la sterrata che solca il pascolo. Davanti a noi si staglia imponente il ripido pendio che culmina nel Monte Piana. Poco oltre troviamo il bivio segnalato dagli evidenti cartelli. Abbandoniamo il proseguo del sentiero che procede calando nella valle; volgiamo invece a destra con indicazioni per lo Scoglio San Marco e la Croda de l’Arghena (segnavia 108a). Per un tratto l’ampia mulattiera decorre parallelamente al sentiero che cala nel solco vallivo sebbene quest’ultimo non sia visibile per la densa alberatura. L’ambiente è infatti boschivo, caratterizzato in prevalenza dai larici. In breve intercettiamo un secondo ramo proveniente dalla Valle di Rinbianco. Ignoriamo questa possibilità che sale da sinistra mantenendo il sentiero principale, anche in questo caso con la presenza di un cartello escursionistico ad eliminare qualsiasi dubbio. Poco oltre un pannello informa che il sentiero diretto alla cima è dedicato a Silvano De Romedi. Il proseguo si articola senza difficoltà nel bosco di conifere con grandiosi scorci a sinistra sull’incombente profilo del Monte Piana. Il panorama è altrettanto interessante alle spalle estendendosi in lontananza verso le cime che fanno da quinte alla zona di Misurina. Un grande ghiaione interrompe la continuità del bosco. Lo tagliamo trasversalmente ritrovando subito oltre la boscaglia caratterizzata dalla presenza dei larici e del pino mugo. In autunno i colori sgargianti sono gli assoluti protagonisti della frazione grazie ai mille colori dei larici che rifulgono alla luce del sole nelle brevi e limpide giornate di ottobre. È interessante che il pendio risalito dal sentiero sia noto proprio come Costa dei Larici. Una serie di svolte permettono di guadagnare quota. In ultimo la traccia si infila in una sorta di canale tra i mughi che assume l’aspetto di una galleria nella vegetazione. Presso il culmine volgiamo a sinistra guidati dal cartello indicante “l’Osservatorio” tralasciando la deviazione a destra per la Croda de l’Arghena. In breve siamo sulla poco marcata sommità dello Scoglio di San Marco (m 2006 – ore 2 dalla partenza). La presenza dei mughi e di qualche larice non impediscono un eccellente paesaggio sulle cime circostanti. Da rilevare in particolar modo la vista del Monte Rudo dall’aspetto massiccio con le ripide rocce dolomitiche che ne caratterizzano la fascia sommitale. A dividerci dal Monte Rudo è la profonda valle del Rienza (Valle Rinbon) che, come noto, è tributario dell’Isarco e infine dell’Adige. In evidenza è anche la slanciata forma della Torre dei Scarperi. Proseguiamo ricalcando la splendida trincea di guerra recuperata dai volontari e oggi perfettamente percorribile. Notevole il colpo d’occhio sul versante settentrionale delle Tre Cime di Lavaredo. Discendiamo un facile salto con l’ausilio della comoda corda fissa quindi attraversiamo una breve e umida galleria di guerra raggiungendo il cosiddetto Osservatorio dal quale, durante la guerra, erano controllati i movimenti delle truppe nemiche. In sua coincidenza troviamo murato un Leone di San Marco in gesso oltre ad esservi il libro di vetta. Splendido ancora una volta il paesaggio dominando la Val di Landro, già in Alto Adige, e la Val Rinbon. Il rientro avviene a ritroso per un totale di 3 ore e mezza di cammino.
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