Servaghi - Comunaglia

MONTE SERVAGHI (m 327)

MONTE COMUNAGLIA (m 442)

Dal mare alla montagna e viceversa: così potremmo definire questo percorso, nel levante ligure, che fonde la salita al Monte Comunaglia con la calata alla bellissima e selvaggia Punta di Moneglia, caratterizzata da una splendida falesia rocciosa. E’ un’escursione raccomandabile nella stagione fredda grazie alla mitezza del clima ligure mentre al contrario il periodo estivo è da sconsigliarsi per l’umidità e la calura opprimente. Da notare che il Monte Comunaglia è posto lungo la cresta che conduce al più elevato Monte Moneglia, tuttavia quest’ultimo, sebbene più alto, non offre un panorama rilevante per via della fitta vegetazione. Il Monte Comunaglia è invece un magnifico punto d’osservazione non solo su Moneglia ma anche in direzione opposta, verso il Tigullio, rendendone assai consigliabile la salita. La calata alla Punta di Moneglia aggiunge la visione di un mare dalle trasparenze cristalline insospettabili: ne raccomandiamo vivamente il raggiungimento.

L’escursione in breve:

Moneglia (m 6) – Monte Servaghi (m 327) – Monte Comunaglia (m 442) – Monte Servaghi (m 327) – bivio (m 298) – Cresta di Comunaglia - bivio (m 238) – Punta di Moneglia (m 0) – Moneglia (m 6)

Dati tecnici:

Partenza da Moneglia (m 6): Difficoltà: E (qualche balza appena più impegnativa nella discesa a Punta Moneglia). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale anche se a tratti un po’ scolorita e trascurata; il percorso è comunque sempre evidente. Dislivello assoluto: m 442; il dislivello realmente superato è almeno di 600 metri in quanto si deve risalire dalla Punta Moneglia a riprendere il sentiero che traversa in direzione di Moneglia. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

L’escursione ha inizio presso la stazione ferroviaria di Moneglia, località del levante ligure raggiungibile con l’autostrada A12 uscendo a Deiva Marina per chi proviene da La Spezia. In questo caso si raggiunge dapprima Deiva Marina quindi, con la cosiddetta “Strada delle gallerie”, giungiamo a Moneglia dove lasciamo l’auto presso la stazione del treno o in una delle strade laterali. Chi proviene da Genova esce dall’autostrada A12 a Sestri Levante. Sfruttando strade locali si raggiunge dapprima Riva Trigoso quindi Moneglia ancora una volta con la “Strada delle gallerie”. La “Strada delle gallerie” trae origine da una vecchia linea ferroviaria dismessa. Le rotaie sono state rimosse e il percorso è stato trasformato in una carrozzabile. Essendo la carreggiata estremamente stretta e per gran parte in galleria il traffico è regolamentato a senso unico alternato con fasce orarie predefinite in cui è possibile percorre la via in un senso o nell’altro.

Descrizione del percorso:

Dalla stazione ferroviaria di Moneglia si arretra lungo la strada che scende in direzione del litorale. In coincidenza della prima curva troviamo, sulla destra, una ripida rampa di scale. Ad eliminare ogni dubbio è presente un cartello in lamiera con indicazioni per diverse mete escursionistiche fra cui Punta Moneglia e l’omonimo monte. Il sentiero (segnavia due X di colore rosso) sale a lambire le mura esterne del castello di Moneglia. Procediamo bordeggiando un hotel per confluire, subito oltre, in una strada asfaltata secondaria in coincidenza di un suo tornante. Il cammino prosegue a destra, sempre in salita, con magnifico scorcio sul sottostante litorale. Prendiamo quota ripidamente passando tra le ultime case quindi ignoriamo la biforcazione a sinistra per il B&B “Sussurri di mare” (l’itinerario è ad anello e torneremo da questa direzione) osservando comunque un interessante scorcio verso il mare.

La frazione asfaltata è ancora breve: poco sopra siamo ad uno spiazzo (località Case Venino) con i cartelli che segnalano i monti Comunaglia e Moneglia ad indicare l’inizio del sentiero vero e proprio. E’ inoltre presente un grande tabellone con mappa escursionistica. Passiamo nel bosco in moderata pendenza incontrando dopo pochi minuti un primo bivio. Ignoriamo il tracciato che si separa a destra e che condurrebbe a Casarza Ligure (segnavia due rombi rossi). Manteniamo il nostro segnavia (due X rosse) proseguendo nella vegetazione mediterranea sino ad una nuova biforcazione, anche in questo caso chiaramente indicata dai cartelli. Abbandoniamo il proseguo a sinistra, in falso piano, per Valle Grande e Riva Trigoso (segnavia un punto e una linea rossa) volgendo invece a destra con i cartelli indicanti ancora una volta i monti Comunaglia e Moneglia.

Il sentiero cambia nettamente pendenza facendosi molto ripido e faticoso ma sempre ben visibile e quindi senza alcun problema di orientamento. Alberi ed arbusti mediterranei non impediscono scorci sulle colline circostanti e soprattutto alle spalle, cominciando ad osservare un tratto della costa ad oriente del paese di Moneglia. Pini marittimi e alberi di corbezzolo accompagnano la faticosa salita sino a portarsi a breve distanza dal poco appariscente Monte Servaghi. Tralasciamo la calata a sinistra per Punta Moneglia (bivio a quota 297 metri - segnavia tre punti rossi) mantenendo il sentiero per il Monte Comunaglia, chiaramente indicato dai cartelli. Nel proseguo la cima del Comunaglia è davanti a noi mentre possiamo osservare, a sinistra, un ampio tratto di mare. La vista alle spalle si estende sino alla distante Punta del Mesco tra Levanto e Monterosso. Accostiamo la base della piramide sommitale quindi la pendenza torna ad essere accentuata con il sentiero che in un paio di tratti sale diagonalmente sfruttando le curiose stratificazioni affioranti di roccia. Con panorama alle spalle sempre più vasto ed avvincente arriviamo in prossimità di un’evidente croce metallica con panchina nei suoi pressi. Per raggiungerla lasciamo il sentiero volgendo a sinistra in veloce salita andando così ad osservare il migliore panorama possibile sul paese di Moneglia. In realtà la cima del Comunaglia richiede ancora alcuni minuti di cammino; immediatamente a sinistra della panchina notiamo infatti un’esile traccia di sentiero priva di segnalazioni ma abbastanza evidente. Il percorso segue nella sostanza il crinale sommitale sino a raggiungere la vetta vera e propria chiaramente contrassegnata da un cartello metallico (m 442 – ore 1,40 dalla partenza).

La vista si apre a nuovi orizzonti, specie verso occidente, osservando il marcato promontorio di Punta Manara culminante nel Monte Castello. Molto più distante si osserva il Tigullio con il promontorio di Portofino e addirittura le Alpi Liguri e Marittime a chiudere l’orizzonte nei giorni più tersi. Nelle immediate vicinanze notiamo, verso nordovest, la cima trifida del Monte Moneglia avvolta nella lussureggiante vegetazione mediterranea con, alle sue spalle e di poco più a destra, la sommità rossastra del Monte Treggin. Verso sudovest si osserva Punta Baffe con l’omonima torre nonché la sottostante grande falesia rocciosa che ne caratterizza il litorale.

Dopo una meritata sosta torniamo per un tratto a ritroso perdendo quota sino a rasentare la cima poco evidente del Monte Servaghi. Subito oltre siamo al bivio (m 297) che avevamo ignorato in salita ma che ci permetterà questa volta di calare in direzione della Punta Moneglia. Abbandoniamo pertanto il segnavia due X rosse per seguire la ripida discesa contrassegnata da tre punti rossi che si sviluppa lungo la cosiddetta “Cresta di Comunaglia”. La segnaletica appare un po’ rada, il tracciato è tuttavia abbastanza evidente ad escludere qualsiasi dubbio in merito. In breve intersechiamo il percorso contrassegnato da un punto e una linea di colore rosso (m 238). Si tratta di un quadrivio ben segnalato dai cartelli (notare l’indicazione errata in relazione alla quota nel pannello in legno: m 310 invece di 238). Procediamo davanti a noi, in direzione del mare, senza cambiare direzione. Il segnavia tre punti rossi procede calando ripidamente tra la macchia mediterranea con ottimi scorci, sulla sinistra, non solo su Moneglia ma anche verso il litorale che si estende in direzione di Deiva Marina. Al bivio segnalato da cartelli in legno ignoriamo la deviazione a sinistra per Moneglia (segnavia due quadrati azzurri) che utilizzeremo al ritorno. Procediamo scendendo lungamente tra gli alberi. L’ultimo tratto è particolarmente ripido con qualche balza su fondo terroso un po’ più scomoda. Quella che sembra essere una semplice caletta nasconde sino all’ultimo il suo tesoro più bello. Raggiunto il fondo del sentiero, in prossimità della sponda del mare, notiamo a sinistra una magnifica falesia strapiombante con alla sua base un’ulteriore strettissimo solco invaso dal mare. L’ambiente selvaggio ed isolato raggiungibile solo via mare o con il sentiero e le meravigliose trasparenze dell’acqua, fanno della Punta di Moneglia un luogo imperdibile ed appartato in genere non troppo conosciuto (ore 2,30 dalla partenza).

Il rientro avviene forzatamente a ritroso risalendo ripidamente e faticosamente sino al bivio segnalato dal cartello in legno. Tralasciamo il proseguo in ripida salita che riporterebbe al Monte Comunaglia volgendo a destra con indicazioni per Moneglia (segnavia due quadrati azzurri). Da notare il magnifico colpo d’occhio sulla costa verso oriente. Il sentiero si rivela un comodo traverso tra fitta vegetazione a leccio e pini marittimi che appare nel complesso poco battuto ma assai facile in quanto quasi piano. La densa alberatura impedisce ampie visioni panoramiche sebbene vi siano alcuni interessanti scorci sul mare sottostante. Raggiungiamo un solco nel bosco originato dalle acque che dilavano quando piove. Lo scavalchiamo e in breve il sentiero confluisce nella stradina asfaltata che conduce, alla nostra destra, al B&B “Sussurri di mare”. Nel nostro caso volgiamo a sinistra, tra coltivazioni d’ulivo, sino a confluire infine nella carrozzabile seguita all’andata che sale da Moneglia. L’ultimo tratto è comune pertanto alla prima parte dell’escursione; scendiamo sino al tornante dove abbandoniamo la strada per volgere a sinistra. Prendiamo la mulattiera acciottolata che rasenta il castello di Moneglia per poi calare definitivamente alla stazione ferroviaria a termine della nostra avventura (meno di ore 4 complessive).

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