Treggin

MONTE TREGGIN (m 870)

Il Monte Treggìn è caratterizzato da affioramenti rocciosi piuttosto rilevanti, specie lungo la cresta sommitale nonché nel versante che rivolge verso meridione. Inusuali sono le rocce che caratterizzano il culmine della montagna: si tratta di diaspri di colore rossastro tutt’altro che comuni lungo la catena appenninica. L’escursione regala un’ascesa che appare più alpestre di quanto non giustifichi la quota contenuta; in compenso la flora per lo più mediterranea ci ricorda che il mare non è affatto distante. Proprio la mitezza del clima fa sì che l’itinerario sia percorribile nelle mezze stagioni e molto spesso anche in inverno grazie alla breve durata dell’innevamento. Come sempre avviene per gli itinerari prossimi al litorale ne consigliamo la percorrenza con venti settentrionali in grado di rendere tersa l’aria. Le correnti da sud addossano invece alla catena appenninica l’umidità proveniente dal mare provocando spesso una fastidiosa nuvolosità bassa (la cosiddetta maccaja) in grado di coprire il cielo anche in condizioni di stabilità anticiclonica.

L’escursione in breve:

Bargone (m 297) – Colle d’Incisa (m 650) – Monte Treggìn (m 870)

Dati tecnici:

Partenza da Bargone (m 297): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 573. Acqua sul percorso: una fonte alla partenza nel paese di Bargone.

Accesso alla partenza:

Utilizzando l’autostrada A12 Genova – Livorno si esce a Sestri Levante per proseguire in direzione di Casarza Ligure. Raggiungiamo e superiamo il paese quindi guadagniamo la frazione di Bargonasco. Abbandoniamo la SP 523 per volgere a sinistra con cartello indicante Bargone. In 4 km di moderata salita raggiungiamo la piazza di Bargone dove possiamo lasciare l’auto.

Descrizione del percorso:

Il paese di Bargone appare sovrastato dall’elegante sagoma rocciosa del Treggìn ed è inevitabile chiedersi dove si possa sviluppare il sentiero di salita visto l’aspetto così impervio della montagna. In realtà un sentiero facile e ben marcato conduce sino alla vetta senza affrontare alcuna reale difficoltà. Dalla piazza del paese si sviluppa una stradina asfaltata che sale ripidamente tra le case. Il percorso appare contrassegnato dal segnavia X di colore rosso; sono inoltre presenti indicazioni nel muro a sinistra della strada proprio ad inizio percorso, dove la stradina abbandona la piazza. Dopo un breve tratto tra le ultime costruzioni la strada lascia spazio ad un buon sentierino che lascia alle spalle il paese per inoltrarsi tra la vegetazione. Ulivi e pini marittimi caratterizzano il settore inferiore. Alcune schiarite permettono ancora una volta di inquadrare la struttura sommitale del Monte Treggìn.

Il percorso penetra con maggior decisione nel folto: siamo nella valle del modesto Rio Figallo che scavalchiamo per due volte senza affrontare alcun reale problema. In occasione del nostro passaggio (inverno 2019) erano presenti, nel tratto inferiore del tracciato, alcuni alberi caduti sul sentiero, nonostante ciò non vi sono reali difficoltà nel procedere, non è infatti difficile scavalcarli o aggirarli. La salita aggira progressivamente le pendici meridionali della montagna: da rilevare la vista del grandioso costone roccioso che la montagna rivolge in nostra direzione. Da rilevare lo scorcio, alle spalle, sul paese di Bargone dove la nostra avventura ha avuto inizio. Un ultimo sforzo permette l’accesso al marcato Colle d’Incisa (m 650 – ore 1 dalla partenza).

Siamo ad un importante crocevia di sentieri. Sulla sinistra si sviluppa un sentiero che muove in direzione dell’evidente Monte Incisa, elevazione che ci sovrasta a meridione. Di fronte a noi cala il tracciato per Case Gromolo mentre il nostro itinerario volge con decisione verso destra mantenendo il segnavia X di colore rosso. Da notare inoltre la scritta “Treggin”, in vernice rossa, su una roccia a pelo di terreno ad indicare in modo inequivocabile il sentiero di salita.

Rimontiamo il pendio tra fitta boscaglia sino a raggiungere un’ampia schiarita che permette d’osservare il panorama verso nordovest. Cominciamo ad osservare gli evidenti affioramenti di diaspro di colore rosso che caratterizzano il rilievo. Procedendo compare a settentrione l’evidente sagoma del Monte Roccagrande. Alterniamo aperture con altri settori nella macchia ora più bassa e dalle caratteristiche cespugliose. La pendenza resta decisa e tale resterà sino al punto più alto. Il sentiero volge d’improvviso verso destra raggiungendo, molto ripidamente, una sorta di poggio rivolto in direzione del litorale caratterizzato da un paio di grandi alberi. Subito oltre torniamo verso sinistra osservando la cima ormai prossima. L’ultima frazione si sviluppa tra le rocce che caratterizzano il settore sommitale. Il segnavia guida in diagonale ascendente tra i caratteristici affioramenti rossastri del Treggin. Guadagniamo una sorta di selletta subito a sinistra di una modesta anticima e immediatamente sotto la verticale del punto più alto. Prestando la debita attenzione al salto che precipita alla nostra destra rimontiamo gli ultimi metri sino al pianoro sommitale (m 870 – ore 1,30 dalla partenza – libro di vetta).

Nei giorni sereni il panorama si estende verso meridione ad un tratto della riviera di Levante con in evidenza Sestri Levante. Verso settentrione si sviluppa il lungo crinale roccioso che raggiunge il pronunciato Monte Roccagrande. Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 2,40 di cammino.

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