Calamita - Poggio del Pozzo

MONTE CALAMITA (m 411)

POGGIO DEL POZZO (m 352)

Il Promontorio del Calamita regala un ambiente in gran parte selvaggio riuscendo a racchiudere in un’area relativamente limitata tutta l’essenza dell’Isola d’Elba. Si alternano tratti nella pineta ad altri nella macchia mediterranea con paesaggi vastissimi estesi alle isole del Giglio, di Montecristo e Pianosa sino a raggiungere le vette principali della Corsica all’orizzonte occidentale. Il percorso descritto raggiunge, nella sua estremità meridionale, la Miniera del Calone. Il nome “Calamita” non è per altro casuale: il promontorio è ben noto per le sue miniere di ferro e magnetite. Abbiamo combinato, nel percorso che segue, la salita alla sommità del Calamita al raggiungimento della Spiaggia dell’Innamorata e infine alla vista sulle miniere del Calamita. Pochi tracciati offrono nell’Elba un insieme di ambienti e paesaggi così vari e ben scelti. Il rientro può avvenire rientrando a ritroso da Calone a Capoliveri con la strada che transita per le frazioni di Pareti e Morcone evitando così di riportarsi in quota sulle pendici del Calamita. In alternativa, avendo due automobili a disposizione, si potrebbe portare la seconda a Calone riducendo il cammino a circa 3 ore complessive. Tenendo conto del mite clima mediterraneo è un percorso fattibile tutto l’anno consigliamo tuttavia i mesi di aprile e maggio per godere dei colori e delle fioriture che caratterizzano la macchia. La prima parte del percorso offre l’osservazione di alcune specie spontanee di orchidea rendendo il percorso molto appetibile agli amanti della flora. Ricordiamo che gran parte dell’escursione si sviluppa all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano con l'obiettivo di proteggere le peculiarità naturalistiche dell’area.

L’escursione in breve:

Capoliveri (inizio sentiero 230 – m 168) – bivio sentiero 230 / 231 (m 207) – Le Cavallacce (m 309) – Poggio del Pozzo (m 352) – bivio sentiero 231 / 232 (m 364) – bivio per Monte Calamita (m 362) – Monte Calamita (m 411) – a ritroso sino al bivio Monte Calamita (m 362) – sentiero 231 – bivio sentiero 231 / 233 (m 334) – termine sentiero su strada asfaltata (m 167) – Spiaggia dell’Innamorata (m 0) – Calone – strada della vecchia ferrovia – Miniera del Calone

Dati tecnici:

Partenza da Capoliveri (m 168): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino all’innesto del sentiero 233 con la strada asfaltata (vedi descrizione). Assente nel tratto successivo ma comunque su ampi stradelli dove l’orientamento non si rivela troppo difficile seguendo le istruzioni che trovate a seguire. Dislivello assoluto: m 411. Acqua potabile sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

L’escursione ha inizio nel paese di Capoliveri in coincidenza della rotatoria nella Piazza del Cavatore (m 168). Notiamo il cartello escursionistico indicante il sentiero 230 che in questa prima parte ricalca il tracciato della Via Alcide De Gasperi.

Descrizione del percorso:

Seguiamo per un centinaio di metri Via De Gasperi. All’altezza della caserma dei carabinieri troviamo un bivio. Volgiamo a sinistra in località Pinocchiello con cartello stradale indicante, a 150 metri, l’inizio della zona a traffico limitato. Camminamo in questa direzione tra le ultime case di Capoliveri. Il panorama è già piuttosto interessante con uno scorcio inusuale verso settentrione andando a scorgere Portoferraio e addirittura la lontana Isola di Gorgona. Alle spalle notiamo un piccolo settore del Golfo di Stella e soprattutto il Monte Capanne, massima elevazione dell’Isola d’Elba. La stradina procede stretta e asfaltata affacciandosi a distanza sul paese di Porto Azzurro e verso la costa livornese. Al bivio (m 207) volgiamo a destra sulla ripidissima cementata con il cartello che segnala l’inizio della zona a traffico pedonale. Il tratto che segue è l’unico dell’escursione a presentare pendenze significative essendo in faticosa salita. Tra la macchia eseguiamo un doppio tornante quindi proseguiamo su fondo ripido che da cementato diviene naturale. Il panorama è ancora più vasto spingendosi verso occidente ai promontori di Capo Stella, di Fonza e di Capo Poro; nei giorni tersi si stagliano all’orizzonte le cime della Corsica. Nel bel mezzo del Tirreno osserviamo le isole di Montecristo e Pianosa; si ripete lo scorcio su Portoferraio e su Porto Azzurro con l’omonimo golfo.

Decresce la pendenza della sterrata e nel contempo la vegetazione più bassa fa sì che il panorama sia sempre più ampio e spettacolare. In questo tratto, soprattutto in primavera, colpiscono i profumi e i colori della macchia. Il cammino è inoltre molto piacevole con la pendenza che diviene modesta. Lasciamo alla nostra sinistra il poco rilevato Poggio del Pozzo (m 352), raggiungibile per chi lo desidera con una breve digressione. Subito oltre lasciamo, sempre a sinistra, l’ampio tracciato che aggira ad oriente il Monte Calamita mentre nel nostro caso manteniamo la forestale aggirando le pendici della cima sulla destra (m 364). Siamo ora in piano e in coincidenza di una brusca curva verso meridione troviamo sulla destra un bello spiazzo con tavoli in legno per un eventuale picnic all’ombra dei pini marittimi. Sulla sinistra si separa invece un’evidente mulattiera senza indicazioni (m 362) che risale ripidamente verso la sommità del Calamita. Vale la pena di eseguire quest’ultima breve digressione rimontando tra macchia e gariga le pendici sommitali sino a portarci a breve distanza dalla vetta del Monte Calamita (m 411). Il punto più elevato è racchiuso da reti trattandosi di un’area militare con il sentierino che si sviluppa proprio a destra della recinzione. Da rilevare la presenza di un’altana in legno in prossimità del punto più elevato. Il panorama resta vastissimo sia alle spalle che verso sud osservando l’Isola del Giglio e l’Isola di Montecristo.

Senza procedere ulteriormente sul sentiero, una volta raggiunta l’area sommitale possiamo rientrare a ritroso sulla sottostante forestale per continuare a seguirla verso sinistra. Proseguiamo lungamente alternando frazioni in ambiente aperto con altre nel bosco. A ore 1,45 dalla partenza guadagniamo il bivio ben segnalato dalle indicazioni (m 334) dove abbandoniamo il proseguo del segnavia 231 in direzione di Poggio Fino scegliendo invece di volgere a destra con cartello indicante il segnavia 233 e la località Innamorata.

Il percorso si articola in debole discesa sempre su ampia sterrata puntando grosso modo verso occidente. Inutile dire che la vista è quanto mai vasta, tanto da scorgere le montagne della Corsica e, più vicina, l’Isola di Pianosa. A tratti il tracciato della forestale appare delimitato a sinistra da splendidi e floridi esemplari di pino mediterraneo. Marciamo lungamente in debole discesa con il percorso che si rivela molto comodo e per lo più assolato. Tocchiamo sulla sinistra un’area con tavoli e panche in legno che invitano alla sosta. Procediamo oltre scorgendo la marcata Punta delle Ciarpe. La sterrata arriva a confluire nella sottostante strada asfaltata (m 167). Volgiamo a destra seguendo per un breve tratto la provinciale dominando dall’alto la Spiaggia dell’Innamorata e l’omonima piccola frazione. Dopo appena duecento metri abbandoniamo la strada aperta al traffico per volgere bruscamente a sinistra su ampia mulattiera a fondo ghiaioso. Siamo su stradello privato che cala in lunga diagonale articolandosi tra splendidi alberi di mimosa, piante di aloe e agavi. Da rilevare gli scorci di notevole valore paesaggistico sulle Isole Gemini e sulla Spiaggia dell’Innamorata. Il percorso cala dapprima diagonalmente quindi eseguiamo una serie di tornanti abbassandoci tra coltivi e frazioni di macchia con ulteriori scorci verso il Golfo Stella e il Monte Capanne. In ultimo la mulattiera volge verso nordovest confluendo nella strada aperta al traffico che proviene da Capoliveri in coincidenza della Spiaggia dell’Innamorata (ore 2,45 dalla partenza). È naturalmente d’obbligo una sosta sulla rena per ammirare le trasparenze del mare.

Il nostro cammino procede riprendendo quota ripidamente lungo la strada aperta al traffico con cartello indicante la frazione di Calone. Si sale a piedi per circa 15 minuti sino ad una sorta di quadrivio con a sinistra il bivio per Villa Paolina mentre la strada transitabile procederebbe dritta in ulteriore salita. Subito a destra della carreggiata si separa, quasi parallelamente ad essa, la mulattiera sterrata identificabile dai cartelli indicanti la “Via del ferro” e l’itinerario per mountain bike denominato “miniera”. Muoviamo in quest’ultima direzione e sebbene non vi siano segnavia il sentiero è ben evidente articolandosi in debole salita tra la bassa vegetazione. Il tracciato volge verso sinistra per aggirare un valloncello tagliando il pendio in diagonale ascendente con una curiosa frazione che si sviluppa tra grandi esemplari di Fico d’India. Il sentiero procede scavalcando l’impluvio con un antico ponticello in muratura quindi risaliamo diagonalmente in pendenza moderata muovendo in direzione del mare. Il fondo appare sconnesso ma sempre privo di difficoltà. Eccellente appare lo scorcio sulla Punta del Praticciolo. Proseguiamo a mezza altezza cominciando a scorgere l’antica miniera posizionata poco a monte del Capo le Francesche. Nel proseguo godiamo di uno splendido colpo d’occhio sulla selvaggia costa sottostante e sulle bellissime trasparenze dell’acqua. Lasciamo alla nostra sinistra una panca in legno quindi procediamo sostanzialmente in piano lungo una frazione delimitata da una staccionata in legno. Poco oltre confluiamo in un’ampia sterrata tralasciando la calata a destra in direzione della miniera. Passiamo attraverso una strettoia rocciosa al di là della quale termina il nostro itinerario in coincidenza di un’ulteriore panchina in legno. Sono trascorse 3 ore e mezza di cammino e godiamo di un ultimo, straordinario paesaggio, aperto in direzione della Spiaggia del Cannello e della Punta Rossa.

Il rientro può avvenire a ritroso rientrando a Calone e in discesa alla Spiaggia dell’Innamorata. Raggiunta la spiaggia si risale a Capoliveri seguendo lungamente la provinciale. Come già detto nel paragrafo introduttivo l’ideale sarebbe usufruire di due automobili portando la seconda proprio presso Calone o la Spiaggia dell’Innamorata limitando il cammino a meno di 4 ore complessive.

Cenno sulla flora:

Il lato orientale dell’Isola d’Elba e in particolar modo il promontorio del Monte Calamita, è ben noto per la ricchezza di orchidee spontanee. Lungo l’itinerario descritto è possibile osservare diverse specie nelle garighe circostanti il Poggio del Pozzo e il Calamita. Per godere delle fioriture il periodo consigliato è quello compreso tra aprile e maggio. Tra le specie osservate ricordiamo:

      1)    Orchidea farfalla (Anacamptis papilionacea)

      2)    Giglio caprino (Anacamptis morio)

      3)    Orchidea nera (Ophrys incubacea)

      4)    Bocca di gallina (Serapias neglecta)

      5)    Serapide lingua (Serapias lingua)

      6)    Serapide cuoriforme (Serapias cordigera)

      7)    Limodoro (Limodorum abortivum)

Sebbene non siano della famiglia delle Orchidaceae ricordiamo anche la presenza dell’Anemone fior di stella (Anemone hortensis) e soprattutto l’Asfodelo ramoso (Asphodelus ramosus).

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