Corchia

MONTE CORCHIA (m 1677)

“La montagna vuota”, con questa espressione si fa spesso riferimento a M.Corchia. Questa bella cima apuana nasconde infatti il più vasto sistema sotterraneo d’Italia: ben 60 km di grotte sino ad ora mappate, che rappresentano con tutta probabilità solo una piccola parte di un sistema ai primi posti in Europa per estensione e profondità. Per l’escursionista il Corchia offre una cresta, quella sudorientale, davvero molto meritevole e con straordinaria vista in direzione del Mar Ligure. L’escursione, così come da noi proposta, permette di descrivere un bell’anello culminante in vetta con ritorno attraverso comodo rifugio.

Dati tecnici:

Dal Passo di Croce (m 1160): Difficoltà: EE (Vai alla scala delle difficoltà). Un punto esposto nella discesa dalla cima: necessario piede fermo. Segnaletica: presente sino a Fociomboli, assente nel tratto successivo ma comunque lungo facile ed evidente stradina sino alla cava di Retrocorchia. Più problematico il breve tratto dalla cava al crinale dove si sale intuitivamente a guadagnare la cresta. Il proseguo dell’itinerario (raggiungimento della cima, discesa al Rif.Del Freo e ritorno alla partenza) è completamente segnato. E’ comunque un’escursione sconsigliabile con scarsa visibilità e maltempo. Dislivello assoluto :m 517. Acqua: nella discesa presso il Rifugio Del Freo con fonte subito all’esterno della struttura.

Accesso alla partenza:

Da Forte dei Marmi si segue la strada provinciale diretta ad Arni. Si transita presso i paesini di Levigliani e Terrinca. Un chilometro dopo il bivio per il centro di Terrinca, troviamo sulla destra la facile carrozzabile che sale ripidamente sino al Passo di Croce. Qui troviamo un bivio: a destra sale la strada marmifera che conduce alle cave dei Tavolini, subito sotto la vetta del Corchia; noi abbandoniamo invece l’auto per proseguire a piedi.

Descrizione del percorso:

Proseguiamo a piedi sulla sinistra sfruttando la carrareccia larga ma sterrata che traversa lungamente sotto i cosiddetti Torrioni del Corchia. In lieve salita alterniamo brevi tratti di strada asfaltata con altri ghiaiosi sino a guadagnare, in ore 0,35 dalla partenza, l’ampia sella di Fociomboli, importante crocevia di alcuni sentieri (m 1260 – 2 km dalla partenza). Compare per la prima volta, verso oriente, la Pania della Croce e il Pizzo delle Saette, mentre il nostro tracciato passa a destra su larga mulattiera ghiaiosa (antica strada di cava abbandonata) sovrastati dalla cima ora ben visibile del Corchia stesso. Un breve tratto e siamo al bivio dove ha inizio il nostro itinerario ad anello: lasciamo a sinistra il sentiero n°129 diretto al Rifugio Del Freo per proseguire nella salita sfruttando la marmifera. Guadagniamo quota con alcuni tornanti nel bosco sino a raggiungere una spalla dove l’alberatura lascia spazio ad un’ampia vista sulle montagne attorno. Si prosegue allo scoperto sino a raggiungere i resti della cava abbandonata di Retrocorchia, dove la mulattiera ha fine. Pochi metri prima della cava abbandoniamo la carrareccia volgendo a sinistra sull’erto pendio, risalendo senza indicazioni e tracce in direzione di un’evidente forcella del crinale soprastante. Tenendoci a debita distanza dal salto verticale determinato dallo scavo dei cavatori, raggiungiamo in 10 minuti dal termine della mulattiera il soprastante affilato crinale dove si apre un’imponente visione sulla costa versiliese. Osserviamo a destra l’elegante anticima ovest (m 1630) che sovrasta di pochi metri le cave di marmo dei Tavolini. Seguiamo ora il filo di cresta verso sinistra guidati dalla chiara segnaletica (segnavia azzurri e bianco-rossi). Su facile sentiero accediamo così in breve alla stretta e affiliata sommità (m 1677 – ore 2 dalla partenza – libro di vetta nome della cima scritto su un masso) con grande visione ravvicinata della Pania della Croce e del Pizzo delle Saette. Notevole il colpo d'occhio verso l'anticima.

Dopo una meritata sosta, l’itinerario prosegue in modo ovvio e logico discendendo lo stretto filo di cresta verso sud est. Con magnifica visione a sinistra in basso, della conca ove è posto il Rifugio Del Freo, perdiamo quota rasentando i ruderi del bivacco Lusa Lanzoni, dato alle fiamme nel 1994 e ancora non ripristinato. Una curiosità: poco a sinistra del bivacco si trova l’ingresso più alto del sistema sotterraneo del Corchia (abisso Claude Fighiera – m 1640). Il nostro itinerario prosegue mantenendo il filo di cresta; il segnavia guida attraverso un passaggio affilato ed esposto su entrambi i versanti (piede fermo) per poi calare più facilmente tra roccette marnose. Nei tratti più impervi, il segnavia passa leggermente sottocrinale sulla sinistra per poi riguadagnare il roccioso filo di cresta concedendo grandi visioni in direzione della costa versiliese.In ultimo, col Rifugio Del Freo ormai ben visibile, il fondo diviene più facile ed erboso; abbandoniamo quindi il crinale (Foce di Mosceta) per passare sul sentiero che solca il prato a sinistra. Un breve tratto nell’abetaia precede l’arrivo al Rifugio Del Freo (m 1180 - ore 1,15 dalla cima – ore 3,15 complessive), ottimo punto di sosta ove troviamo anche una fonte d’acqua. Davvero splendida è la posizione della struttura in una conca dall’aspetto quasi alpino, circondata da faggete e boschi di conifere e sovrastata da cime dall’aspetto quasi dolomitico quali il Pizzo delle Saette e la Pania della Croce. Il rientro alla partenza avviene sul facile sentiero n°129, per un breve tratto in salita, quindi in falsopiano con deboli dislivelli. L’intero tratto dal rifugio in poi, si svolge nel fresco del bosco e permette un comodo cammino dopo aver affrontato il tratto ben più impegnativo della cresta sudorientale del Corchia. In poco più di un’ora riguadagniamo il bivio con la marmifera di Retrocorchia dove chiudiamo il nostro cerchio. Per ritornare alla partenza seguiamo ora a ritroso il percorso di andata: calando a destra siamo in breve a Fociomboli, da dove, con larga strada rientriamo al Passo di Croce (ore 1,30 dal Rifugio Del Freo - ore 5 complessive)

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