Croce

MONTE CROCE (m 1314)

Anche le montagne più umili e semplici presentano le loro curiosità e attrattive. Il Monte Croce ad esempio è caratterizzato in maggio-giugno da una straordinaria fioritura di narcisi selvatici (giunchiglie) che ne rivestono le pendici prative fino alla sommità. Nel periodo invernale Monte Croce assume invece, se non risulta innevato, un aspetto spoglio in quanto i pastori della zona bruciano i pascoli sommitali per far sì che con la primavera l’erba ricresca più forte e rigogliosa che mai. Non è raro così che, nelle fredde notti dicembrine o di gennaio, si osservi dalla lontana piana di Lucca la vetta del Croce letteralmente accesa da “fuochi” che non dipendono da qualche improbabile piromane ma dalla volontà dei contadini del luogo.

Per l’escursionista la salita al Croce è un’esperienza molto semplice e bella: numerose sono le vie d’accesso alla cima. Nel nostro caso abbiamo volutamente percorso l’itinerario con ancora un po’ di neve al suolo a rendere il panorama ancora più suggestivo. Sconsigliamo la salita in estate per la quota contenuta e quindi per il caldo eccessivo sebbene il percorso descritto si sviluppi per lo più nel bosco.

Dati tecnici:

Dal valico stradale ad est di Monte Bicocca (m 970): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nell’ultimo breve tratto ma con traccia evidente e senza alcun pericolo di sbagliare strada. Dislivello: m 344. Acqua sul percorso: assente, senza alcun punto d’appoggio.

Accesso:

Da Gallicano in Garfagnana si risale la strada che conduce al paese di Fornovolasco. Procediamo oltre l’abitato scavalcando il ponte sul Torrente Turrite Secca e proseguendo in ripida salita. Poco oltre siamo ad un bivio: lasciamo la strada che porterebbe all’imbocco della Grotta del Vento per volgere a sinistra in direzione di S.Pellegrinetto. Il proseguo è su strada molto stretta ed impervia ma comunque ben tenuta e soprattutto asfaltata. Procediamo per alcuni km godendo della splendida vista verso nord sulle Panie mentre a occidente possiamo scorgere il monte Croce che sarà meta del nostro trekking. Oltrepassiamo il bivio per S.Pellegrinetto sino a raggiungere il punto più alto in coincidenza del valico (m 970) oltre il quale il tracciato scende in direzione di Palagnana. Possiamo lasciare l’auto nel piccolo spiazzo a sinistra, mentre sulla destra si stacca ben evidente e segnalato dal cartello il nostro sentiero (segnavia 135).

Descrizione del percorso:

Il nostro itinerario è quanto mai semplice e logico: si segue la mulattiera inizialmente ampia che passa a sinistra del pronunciato dorso boschivo di Monte Bicocca. Guadagnamo il crinaletto al di là della modesta cima per poi procedere nella faggeta su terreno facile caratterizzato da tratti in debole salita: da notare gli scorci tra i rami in direzione della Pania della Croce. Un breve tratto permette inoltre una bella apertura alla spalle che si apre sulla Garfagnana e sul crinale Appenninico Tosco Emiliano, spesso innevato sino a primavera molto inoltrata. A poca distanza osserviamo inoltre il piccolo paesino di S.Pellegrinetto letteralmente abbarbicato sulla montagna. Confluiamo nel tracciato sterrato che sale dal piccolo borgo di Aleva per procedere sempre facilmente sino ad un nuovo punto panoramico dove la fitta alberatura lascia spazio ad una visione finalmente libera dalla vegetazione. Ancora una volta è la Pania della Croce ad attirare il nostro sguardo mentre più a sinistra e in posizione più arretrata osserviamo la sagoma del Monte Corchia. Ad occidente ecco le propaggini erbose del Monte Croce; è tuttavia solo un breve assaggio dei panorami che godremo successivamente in quanto proseguiamo di nuovo nel bosco sino a calare infine alla pronunciata selletta del Termine (m 1124) denominata anche Colle delle Baldorie (circa 1 ora dalla partenza). E’ qui presente una marginetta che funge anche da comodo riparo in caso d’improvviso maltempo. La sella del Termine è inoltre un importante crocevia di sentieri (chiari cartelli indicatori): a sinistra si separa il segnavia 135 che, passando oltre la marginetta, cala verso il paese di Palagnana. Noi procediamo a destra sui segnavia 108 e 137 che procedono coincidenti per un brevissimo tratto sino ad una nuova biforcazione: il 137 cala a destra, noi procediamo a sinistra sul 108 in moderata salita. Il tracciato decorre poco sottocrinale sul versante nord permanendo nel folto della faggeta sino ad un marcato valloncello che interrompe la linearità del sentiero. Il tracciato volge ora verso sinistra riducendosi ad un esile sentierino, ed è questo l’unico tratto che può dare seri problemi in caso di neve essendo con fondo ghiacciato grazie alla posizione riparata dal sole ed essendo pericolosamente esposto sul salto a destra. E’ un tratto tuttavia evitabile in caso di difficoltà salendo poco prima del valloncello sul ripido pendio boschivo a sinistra. Si guadagna in questo caso il soprastante crinaletto, nel complesso ampio e facile, andando a riprendere poco più avanti il sentiero segnato calando di nuovo a destra sino a ritrovarlo. Senza neve non esiste alcun problema e il tracciato altro non è che un innocuo sentierino che finalmente esce, subito oltre il valloncello, dal folto del bosco. Il successivo tratto di percorso è all’aperto con grande vista di fronte a noi verso la vetta: superiamo un settore ove affiorano curiosamente alcune roccette sino a portarci proprio alla base del pendio discendente direttamente dalla cima. Trattandosi di una montagna con facili pendii prativi non si è costretti a seguire nessuna via obbligata per guadagnarne la sommità; ad ogni modo, per raggiungerla nel modo più semplice, si può volgere brevemente a sinistra (paletto segnavia in legno e bel panorama alle spalle verso l’Appennino). Si procede per pochi passi praticamente in piano sino a trovare sulla destra un’esile traccia nel manto erboso: questa abbandona il sentiero segnato salendo ripidamente e senza alcuna segnalazione sul pendio ma anche senza alcuna difficoltà. La salita concede un panorama sempre più vasto e coinvolgente sino al punto più alto che raggiungiamo in 2 ore circa dalla partenza (m 1317 – libro di vetta). Nei giorni tersi è splendida la vista verso ovest sulla costa versiliese e sul Mar Ligure; verso sud spiccano da sinistra verso destra le cime del Matanna, di Monte Nona e di Monte Procinto, A oriente si ripete il panorama in direzione della catena appenninica così come verso nord l’orizzonte risulta sempre chiuso dalle Panie. Il rientro avviene a ritroso.

N.B Da osservare che la salita così descritta al Monte Croce non ricalca il sentiero di vetta ufficiale che sale dal versante sud della montagna. Il sentiero segnato sino alla cima si separa infatti dal segnavia 108 a breve distanza dalla Foce del Pallino. Nonostante la nostra descrizione sia relativa al versante orientale desideriamo  ribadire la semplicità e linearità del percorso.

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