Grumo - Guaitarola

MONTE GRUMO (m 689)

MONTE GUAITAROLA (m 756)

Il Monte Guaitarola, posto sulla dorsale che separa la riviera di Levante dalla Val di Vara, è una cima isolata dall’ampia forma di cupola. Le pendici sono rivestite in gran parte da una bella pineta ricresciuta dopo gli incendi che in passato hanno sconvolto l’area. La cima è un importante punto nodale in quanto dal culmine cala verso sudovest la lunga dorsale che separa il vallone di Bonassola da quello di Deiva Marina. La salita in vetta, se eseguita partendo dalla provinciale che unisce Levanto al Passo del Bracco, è assai breve e non comporta particolari difficoltà; andiamo tuttavia a suggerire un’ascensione un po’ più lunga che comprende il passaggio dal più basso ma selvaggio Monte Grumo. Quest’ultima è un’elevazione coperta da una fitta ed intricata vegetazione mediterranea che comprende lecci e corbezzoli; solamente verso sud-est sono presenti alcuni affioramenti di roccia basaltica. Il tratto di sentiero che risale il Monte Grumo risulta piuttosto impervio e in stato di abbandono. Meriterebbe senz’altro d’essere ripulito dalla vegetazione sempre più invadente e valorizzato offrendo, nonostante la boscaglia, diversi scorci sul sottostante litorale. Consigliamo la percorrenza di questo percorso in pieno inverno grazie all’ambiente e al clima mediterraneo mentre nella stagione calda umidità e temperature sono spesso eccessive non permettendo di godersi pienamente il cammino.

L’escursione in breve:

Reggimonti (m 344) – incrocio con strada sterrata (m 538) – selletta senza toponimo (m 670) – Monte Grumo (m 689) – Terra Bianca (m 610) – Monte Guaitarola (m 756)

Dati tecnici:

Partenza da Reggimonti (m 344): Difficoltà: EE per l’assenza di segnaletica e per il sentiero in stato di abbandono tra la partenza e il Monte Grumo; E nel tratto successivo (Vai alla scala delle difficoltà).  Segnaletica: assente. Dislivello assoluto: m 412. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si può accedere alla partenza dal paese di Levanto seguendo le indicazioni per Bonassola. La provinciale si articola alta rispetto al sottostante litorale. Ignoriamo un primo bivio a sinistra per Bonassola e un secondo con indicazioni per San Giorgio. Al terzo bivio, posto circa 8 km dopo Levanto, passiamo a sinistra con cartelli indicanti Deiva Marina, Framura e Montaretto. Manteniamo la strada per un breve tratto sino a raggiungere la frazione di Reggimonti. Entrando nel paese si nota, sulla destra, la strada che sale al cimitero con due piccoli cartelli escursionistici in legno indicanti il sentiero 666. Il cammino ha inizio in questa direzione. Naturalmente lo stesso punto può essere raggiunto da Framura seguendo la SP 42. In questo caso si raggiunge e si supera il paese di Reggimonti trovando l’inizio del sentiero sulla sinistra in uscita dalla frazione.

Descrizione del percorso:

Seguiamo brevemente l’asfalto che sale in pochi metri al cimitero del paese. Troviamo sulla destra il bivio con stradello in cemento che ascende ripido lasciando il cimitero alla destra. Lo manteniamo appena per 100 metri quindi, in coincidenza di una curva verso sinistra, siamo ad un’ulteriore biforcazione non troppo evidente. Abbandoniamo il proseguo della stradina volgendo a destra su sentiero che penetra nella boscaglia. Il vecchio cartello indicato in alcune guide con indicazioni per il Monte Grumo è stato purtroppo rimosso o è andato distrutto (autunno 2024).

Si affronta immediatamente un tratto piuttosto difficoltoso in quanto sono caduti sul tracciato alcuni alberi che purtroppo nessuno rimuove. Li scavalchiamo con qualche difficoltà e anche nel tratto successivo incontriamo diversi punti dove la vegetazione è ormai invadente. Un grande masso, immediatamente a destra del percorso, permette un’ottima visione non solo delle case di Reggimonti ma anche sul più distante paese di Bonassola. Proseguiamo a tratti ripidamente tra lussureggiante vegetazione mediterranea. La segnaletica è inesistente ma nonostante tutto il percorso è ancora ben individuabile sebbene necessiti di qualche intervento per ripulirlo dalla fitta boscaglia. Non mancano in ogni caso ulteriori scorci panoramici sia alle spalle abbracciando un bel tratto di mare che davanti a noi osservando le rocce basaltiche affioranti del Monte Grumo.

Più in alto incrociamo un’ampia strada sterrata (m 538). La attraversiamo riprendendo il sentierino non segnato sull’altro lato della strada. A seguire affrontiamo una frazione particolarmente ripida e faticosa ancora una volta nascosta nel folto e con qualche raro scorcio sulla costa retrostante in direzione di Bonassola. Raggiunta la fascia sommitale il sentierino cambia all’improvviso pendenza e direzione volgendo bruscamente verso destra ed eseguendo un traverso quasi in piano. In breve raggiungiamo il culmine in coincidenza di una selletta appena sotto la cima caratterizzata sulla destra da una grande apertura (m 670 – ore 1 dalla partenza). Godiamo da questa posizione del migliore panorama dell’escursione sia verso l’entroterra che, soprattutto, in direzione del litorale con in evidenza il paese di Bonassola. Nelle giornate più limpide il panorama si estende a grande distanza sino a scorgere all’orizzonte le cime della Corsica.

La sommità del Monte Grumo (m 689) è posta invece a sinistra del sentiero ma è completamente avvolta in una fitta ed intricata boscaglia che rende superflua e difficoltosa la deviazione per toccarne il punto più alto. Procediamo oltre la selletta calando lungo il crinale in questo tratto boscoso. Verso occidente si apre a tratti lo scorcio verso il promontorio di Portofino mentre più lontano si osserva il ponente ligure. La discesa conduce ad un ampio ripiano erboso dove occorre particolare attenzione per non perdere il tracciato. Di primo acchito il sentiero sembrerebbe infatti riprendere quota lungo l’ampia cresta; in realtà occorre volgere con decisione sulla sterrata che cala a sinistra raggiungendo in meno di due minuti il sottostante piazzale terroso. Subito oltre il sentiero, ormai trasformato in un’ampia carrareccia a fondo naturale, riprende per un breve tratto quota quindi scende definitivamente nel fitto bosco sino ad intercettare la provinciale Levanto – Passo del Bracco in coincidenza dell’ampia sella denominata Terra Bianca (m 610 – ore 1,20 dalla partenza). Si tratta dell’avvallamento che divide il Monte Grumo dal Monte Guaitarola ed è attraversato dal confine tra il comune di Framura e quello di Bonassola.

Attraversiamo la provinciale imboccando l’evidente sentierino che rimonta in debole pendenza la bella pineta che caratterizza il versante meridionale del Monte Guaitarola. In 10 minuti circa siamo quasi sul crinale. Poco prima di raggiungerlo troviamo, sulla sinistra, lo stretto sentierino che taglia il versante occidentale del Monte Guaitarola. Purtroppo la deviazione non è segnata e non è molto evidente. Dopo una breve salita il tracciato, ora ben visibile, procede pressoché in piano nella bella pineta offrendo alcuni scorci in direzione del Mar Ligure. Da rilevare, alla nostra destra e di poco più in alto, l’affioramento di rocce serpentinitiche a caratterizzare la fascia sommitale del Monte Guaitarola. Superati, sempre in piano, un paio di solchi che discendono direttamente dalla sommità, abbandoniamo infine il sentiero salendo liberamente verso destra. Andiamo a rimontare l’ampio crinale caratterizzato ancora una volta dalla pineta e da un fondo erboso privo di difficoltà nonostante l’assenza di una traccia ben definita. Prestando attenzione ad alcuni rovi spinosi e all’affioramento di qualche roccia saliamo con rapidità verso la cima caratterizzata da una rada pineta. In breve siamo sull’ampio culmine (m 756 – ore 2 dalla partenza) dove a sorpresa l’alberatura si dirada permettendo un ottimo panorama. Verso levante si stagliano distanti le Alpi Apuane mentre a meridione e a occidente osserviamo un ampio tratto di mare. Il rientro avviene a ritroso.

Nota per gli amanti della botanica:                                                                                      

Lungo l’itinerario descritto sono osservabili le fioriture di due specie endemiche di notevole importanza. In giugno e in luglio, salendo da Reggimonti al Monte Grumo, si incontra nel sottobosco la rara Crespolina ligure (Santolina ligustica). È una specie endemica di un areale molto ridotto che interessa nella Liguria Orientale la costa e le colline retrostanti nel tratto compreso tra Moneglia e Monterosso.     

Eseguendo l’escursione in autunno si incontra invece lo Zafferano ligure (Crocus ligusticus) inconfondibile per gli stimmi sfrangiati che formano una sorta di fiocco rosso che sporge dal perigonio. Anche in questo caso parliamo di una specie endemica sebbene di un areale più ampio che comprende infatti l’intera Liguria.

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