Monte Santa Barbara

MONTE SANTA BARBARA (m 591)

Il Parco storico regionale di Monte Sole è stato istituito in ricordo dell’eccidio che si consumò in questa zona alla fine del secondo conflitto mondiale. L’interesse storico dell’area è indiscusso tuttavia non mancano altri spunti di natura paesaggistica. L’ambiente collinare garantisce infatti grandi vedute che si estendono sino a raggiungere il distante crinale appenninico tosco emiliano. Verso settentrione la vista è ancora più vasta estendendosi alla Pianura Padana e addirittura alle Prealpi Venete nelle giornate più limpide. In autunno e in primavera sono luoghi dove regna sempre una grande tranquillità e anche le frazioni descritte di strada asfaltata sono a traffico quasi pari a zero. Apprezzerete senz’altro un ambiente naturale a pochi passi dalla città. Da sconsigliarsi la stagione estiva in quanto le temperature sono spesso troppo alte mentre l’inverno può essere preso in considerazione in assenza di neve appena caduta.

L’escursione in breve:

Panico (m 155) – San Silvestro (m 311) – Agriturismo La Collina dei Mandorli (m 375) – Collinaccia – bivio sentiero 128 (m 491) – Monte Santa Barbara (m 591) – bivio sentiero 128 (m 491) – Ignano di Sopra (m 423) – Cà di Marino (m 411) – Teggia (m 328) – Cà di Cò (m 206) – Canovella (m 171) – bivio con Via Campione (m 130) – cimitero (m 158) - Panico (m 155)

Dati tecnici:

Partenza da Panico (m 155): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà); per gran parte T con itinerario che segue strade asfaltate e sterrate; tratto E tra Collinaccia, Monte Santa Barbara e Ignano di Sopra. Segnaletica: presente nelle frazioni di sterrata e di sentiero; assente ma non necessaria lungo i tratti di strada asfaltata. Dislivello assoluto: m 436. Acqua sul percorso:assente

Accesso alla partenza:

Usando l’autostrada A1 l’uscita migliore è quella di Sasso Marconi; in circa 4 km dal casello si raggiunge il paese in coincidenza del quale si passa sulla SS 64 che seguiamo in direzione di Porretta Terme e Pistoia. Nello spazio di qualche km guadagniamo dapprima la frazione di Lama di Reno (comune di Marzabotto). Nel tratto successivo la statale si sviluppa subito a lato del Fiume Reno; segue un secco curvone in coincidenza del quale si separa, sulla sinistra, il bivio per la località Panico. Volgiamo in questa direzione abbandonando la statale. Dopo poche centinaia di metri scavalchiamo il fiume con il vecchio ponte romano quindi, dopo una breve salita, siamo al bivio segnalato dai cartelli. A sinistra si torna verso Lama di Reno; nel nostro caso volgiamo verso destra raggiungendo in appena 200 metri la località Panico (m 155) dove sorge l’evidente chiesa e dove troviamo la biforcazione a sinistra per San Silvestro. Lasciamo l’automobile in questa zona per intraprendere il nostro itinerario ad anello.

Descrizione del percorso:

La prima frazione del nostro percorso ad anello segue la strada asfaltata aperta al traffico che sale a San Silvestro. Il traffico non è mai un problema trattandosi di strade secondarie con una percorrenza di automobili davvero minima. Il percorso risulta particolarmente ripido nella prima parte salendo tra le ultime case del paese di Panico. Procedendo guadagniamo la campagna soprastante con il paesaggio che si estende alla zona industriale di Marzabotto. Più distante notiamo il Monte Salvaro e addirittura il crinale appenninico tosco emiliano. Procediamo tra prati e vigneti passando in coincidenza della tenuta agricola Folesano. Ancora una breve salita quindi la strada spiana tagliando il versante meridionale del Monte Giovine. Il paesaggio è quello agricolo delle colline bolognesi con pochi casolari in un ambiente prevalentemente prativo. Da notare la vista verso l’ormai prossimo crinaletto dove sorge la Chiesa di San Silvestro. Muoviamo proprio in questa direzione con la carrozzabile che passa immediatamente a destra del piccolo cimitero e, subito oltre, a sinistra della prima citata chiesa (m 311 – ore 1 dalla partenza). Ci troviamo per la prima volta sul crinale che divide la valle del Fiume Reno da quella del Torrente Setta con il panorama chesi estende in questa direzione. Poco oltre, al bivio, trascuriamo il proseguo per la località Monzale volgendo a destra sulla via Collina con cartello indicante il toponimo della via e con il segnavia bianco rosso del sentiero (n° 100).

Il fondo asfaltato cede ora il passo ad una frazione ghiaiosa comunque aperta al traffico. Sfila davanti a noi il lungo crinale culminante nel Monte Sole mentre all’orizzonte meridionale si osserva la vetta del Corno alle Scale, massima elevazione dell’Appennino Bolognese. Alle spalle notiamo il rilievo boscato del Monte Giovine. In breve giungiamo in prossimità dell’Agriturismo La Collina dei Mandorli (m 375). Il nostro percorso aggira la struttura sulla destra con il segnavia ad indicare la giusta direzione. Con dislivelli minimi riprendiamo il crinale che appare più che mai ampio e comodo. Ad oriente osserviamo, sulla destra orografica del Torrente Setta, il Contrafforte Pliocenico con in evidenza le sommità della Rocca di Badolo e del Monte Adone. Sulla destra ignoriamo la malmessa sterrata (Via Campione) che cala verso il fondo valle. Cominciamo a scorgere per la prima volta la piramide quasi perfetta del Monte Cimone, la massima elevazione dell’Appennino Settentrionale, spesso innevata per tutto il periodo compreso tra novembre e maggio. La sterrata dopo aver perso lievemente quota torna ad impennarsi risalendo, sempre ampia anche se un po’ faticosa, tra i pendii erbosi che caratterizzano l’ambiente circostante. Siamo in una delle posizioni più panoramiche del percorso: lo sguardo può perdersi verso settentrione nelle colline che vanno a spegnersi nella Val Padana mentre nelle limpide giornate invernali arriviamo a scorgere le lontanissime Prealpi Venete. Il tratto di sterrata guadagna la casa denominata Collinaccia dove ha termine il tratto percorribile, sia pure con cautela, dalle automobili. Proseguiamo su mulattiera mantenendo il segnavia n° 100 che aggira la costruzione sulla sinistra nel versante rivolto verso la Valle del Setta. Tra vegetazione ora più ingombrante riprendiamo il crinale con qualche tratto un po’ fangoso nella stagione fredda oppure a seguito di forti piogge. In breve siamo al bivio a destra con il segnavia 128. Prima di calare in questa direzione manteniamo ancora per un breve tratto il sentiero n° 100 salendo in breve sino all’ampia sommità prativa del Monte di Santa Barbara (m 591). Siamo al punto più alto della nostra escursione. Un occhio attento potrà notare gran parte del tracciato coperto fino ad ora.

Possiamo ora riprendere a ritroso il bivio con il segnavia 128 (m 491) che troveremo, calando dalla cima, sulla sinistra. Eccettuati i prati presso la biforcazione, la mulattiera scende molto ripida nel bosco in un settorenella stagione fredda in ombra per quasi tutta la giornata. L’uscita dalla vegetazione avviene in coincidenza del nucleo di case noto come Ignano di Sopra (m 423 – cartello segnalatore).

La mulattiera lascia spazio ad una stradina asfaltata ancora una volta a traffico pari quasi a zero. Scendiamo a lambire Cà di Marino (m 411) dove ignoriamo a sinistra il sentiero 128. Manteniamo la strada comunale asfaltata che perde ulteriormente quota. In un tratto il piano stradale è stato risistemato per via di un evidente calanco che ne ha eroso sulla sinistra il bordo. Da rilevare lo scorcio, in questo tratto, sui monti Abelle e Sole rivestiti di fitti boschi di castagno e quercia mentre ad occidente notiamo il crinale che divide la Valle del Reno da quella del Lavino con i ripetitori presso Medelana. Scendendo osserviamo la piana occupata dalla frazione di Pian di Venola. Di seguito aggiriamo a destra un modesto rilievo sormontato da una caratteristica pietra votiva. Subito oltre siamo alla discesa che permette di calare rapidamente al nucleo di case indicato nelle cartine topografiche come Cà di Cò (m 206). Interessante appare, in questo tratto, il paesaggio in direzione di Marzabotto e ancora una volta, in lontananza, sul crinale appenninico. Pochi minuti di cammino lungo l’asfalto di Via Canovella ed eccoci all’innesto con la strada proveniente da Panico (m 171).

Per rientrare alla partenza la seguiamo verso destra, inizialmente in piano, tra prati ed isolate abitazioni (località Canovella). Segue una breve discesa in fondo alla quale troviamo il bivio a destra per Via Campione (m 130). Siamo al punto più basso del nostro cammino. Ignoriamo la biforcazione mantenendo la strada principale. Andiamo a lambire il cimitero di Panico (m 158) e infine rientriamo al quadrivio in località Panico dove avevamo abbandonato l’automobile (m 155 – ore 3 abbondanti di cammino).

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