Gennaio

MONTE GENNAIO (m 1814)

MONTE GROSSO (m 1427)

Splendida, imponente cima bifida dotata di forte individualità e posizionata sul crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano al confine tra le province di Bologna e Pistoia; è la quarta più alta cima del bolognese dopo il Corno alle Scale, il Cornaccio e il Monte Nuda. Permette una magnifica escursione in un ambiente senz’altro più appartato e meno noto del vicino Corno alle Scale. Il relativo isolamento della zona è infatti da considerarsi un pregio e contrasta con gli sbancamenti operati per favorire lo sci lungo le pendici del Corno.

Per quanto riguarda la scelta del periodo in cui eseguire l’escursione è bene ricordare che ci troviamo lungo il settore più elevato dell’Appennino Tosco Emiliano. L’innevamento è spesso molto consistente sino a tutto aprile e la salita risulta pertanto possibile da tarda primavera sino alla prima parte dell’autunno. Attenzione dev’essere prestata in ogni caso ai forti venti che spesso battono il crinale e all’eventualità non rara che nebbie si possano addensare lungo la linea di cresta.

Dati tecnici:

Dal Rif. Segavecchia (m 912) per il P.so del Cancellino. Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale ad eccezione del breve, ripido tratto di salita dal sentiero 00 alla sommità. Il percorso è comunque intuitivo e senza problemi di orientamento. Dislivello complessivo: m 802. Acqua sul percorso: 1) alla partenza, 2) alla Fonte Capannaccia, 3) alla Fonte Castronaja, 4) alla Fonte Uccelliera.

Accesso alla partenza:

Salendo da Bologna si segue la statale Porrettana passando per Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Riola. Presso Silla la deviazione segnalata indica a destra la provinciale per Lizzano in Belvedere. Provenendo da Pistoia si segue la Porrettana passando per Porretta Terme sino a raggiungere Silla e volgendo infine a sinistra per Lizzano. Appena un chilometro prima di Lizzano in Belvedere troviamo il bivio a sinistra per la piccola frazione di Pianaccio: la strada raggiunge il borgo per poi procedere, stretta e pericolosa ma comunque asfaltata per altri 4 km sino al suo termine in coincidenza del Rifugio Segavecchia (m 912 - parcheggio e fonte) dove una sbarra proibisce l'ulteriore transito.

Descrizione del percorso:

Dal rifugio Segavecchia (m 912) si raggiunge, in pochi istanti, il ponte sul torrente Silla. Lo si scavalca trovando subito dopo, alla destra, il nostro sentiero (segnavia 121). In ore 0,40, nel folto della faggeta, raggiungiamo, prima in salita poi sul fondo del fosso, la Fonte Capannaccia (ottimo punto per fare rifornimento d’acqua). Ha ora inizio il tratto più erto, sempre nel bosco, con il sentiero che volge a sinistra portandosi sul crinaletto dove si può, sulla sinistra, scendere a Coventaccio (ore 1,15 dalla partenza). Seguendo la segnaletica (cartelli) manteniamo la destra bordeggiando la sommità di Monte Grosso (m 1427) e uscendo infine dal bosco (circa m 1500). Nel vaccinieto d’altitudine transitiamo presso Fonte Castronaja sfruttando il sentiero sostenuto a tratti da muretti di sostegno. Guadati due piccoli torrenti saliamo su vasto terreno prativo in ambiente selvaggio dominati dalla spettacolare visione della grande parete orientale del Corno alle Scale. Un segnavia in barra di ferro segnala il punto in cui il tracciato, scavato nella prateria, volge con decisione a sinistra sino a guadagnare il soprastante crinale in coincidenza del Passo del Cancellino (m 1634 – ore 2,30 dalla partenza – confine di regione tra Emilia e Toscana).

Dal passo seguiamo il sentiero di crinale (segnavia 00) verso sinistra. Il sentiero, ridotto ad un’esile striscia tra pietraie e arbusti di mirtillo, aggira sul versante emiliano, con scarsi dislivelli, la grande mole del Monte Gennaio. Grosso modo a metà di questo ampio semicerchio descritto attorno alla cima, si abbandona il sentiero 00 per salire liberamente, su pendio assai ripido, sulla destra e puntando intuitivamente alla vetta. Alcuni paletti di legno indicano la migliore via di salita. Raggiungiamo la prima sommità direttamente: in breve superiamo senza difficoltà un’esile sella e siamo sulla seconda cima (m 1814 - punto più alto – libro di vetta – ore 3,10 dalla partenza).

Il panorama appare di grandiosa vastità. Nelle immediate vicinanze ammiriamo le più alte cime dell’Appennino Bolognese: il Monte Cornaccio, il Corno alle Scale punto culminante del bolognese, il Monte Nuda e il Monte Grande. Più distanti appaiono le vette del comprensorio dell’Abetone nonché, all’orizzonte occidentale, le Alpi Apuane e addirittura, nelle giornate più terse, un tratto del Mar Ligure. Verso settentrione il panorama mostra l’Appennino perdersi in cime sempre più basse sino a spegnersi nella Val Padana con la catena alpina che occhieggia all’orizzonte nei giorni più chiari. Verso oriente notiamo, nelle immediate vicinanze, il Poggio delle Ignude e il crinale che conduce al Monte Orsigna. Da rilevare lungo tutto il tratto di crinale e in ultimo proprio sulla cima, la presenza dei cippi in pietra arenaria che furono posti nel medioevo a confine tra il  Granducato di Toscana con lo Stato della Chiesa. Ancora oggi sono ancora lassù, lungo il crinale principale, quasi sempre in buone condizioni di conservazione.

Possibile differente via di discesa:

Invece di rientrare a ritroso si può proseguire oltre la cima seguendo il crinale in direzione sudest. La discesa offre un grandioso panorama sul prospiciente Poggio delle Ignude.

In breve guadagniamo la sottostante selletta divisoria (m 1706); davanti a noi si salirebbe in pochi minuti al Poggio delle Ignude (m 1737). Nel nostro caso caliamo a sinistra lungo l’esile sentiero nel prato che conduce sino alla famosa ed evidente Fonte dell’Uccelliera (m 1650) dove possiamo rinfrescarci con l’abbondante risorgiva. Sulla destra si procede ora sul segnavia 5 in direzione del Monte Orsigna con panorama aperto nel versante emiliano. In prossimità del Rifugio Porta Franca i boschi di abeti e faggi giungono a lambire il crinale, ora più basso e meno esposto alle intemperie. Procediamo nella boscaglia mantenendoci di poco sottocrinale questa volta sul versante toscano. Si procede lungamente con tratti di fitta faggeta sino al bivio: passiamo a sinistra sul segnavia 111 scendendo vistosamente nel bosco e abbandonando definitivamente il crinale. In coincidenza della Bocca del Lupo (m1481) il sentiero è sostituito da una comoda e ampia carrareccia forestale che ci riporta senza alcuna difficoltà alla partenza eseguendo un ampio aggiramento del Fosso della Stufa. Lo si scavalca presso Coventaccio, dopodiché si aggira Monte Grosso rientrando infine a Segavecchia In tutto, questo splendido itinerario ad anello richiede circa 6 – 7 ore di cammino.

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