Poggio Ignude

POGGIO DELLE IGNUDE (m 1737)

POGGIO DEI MALANDRINI (m 1662)

Posizionato lungo lo spartiacque dell’Appennino Tosco Emiliano, il Poggio delle Ignude è attraversato dal confine tra le province di Bologna e Pistoia. E’ l’ultima cima, seguendo il crinale verso oriente, ad essere libera da alberatura permettendo quindi un grandioso panorama sia sul versante emiliano che in quello toscano. Procedendo oltre, il crinale scende rapidamente di quota sino a perdersi tra vette più basse. La prima, il Poggio dei Malandrini, è toccata dall’itinerario descritto di seguito.

Si tratta di un itinerario nel complesso piuttosto lungo ma abbreviabile a piacere limitandosi eventualmente alla salita del solo Poggio delle Ignude. Per quanto riguarda la scelta del periodo in cui eseguire l’escursione è bene ricordare che ci troviamo lungo il settore più elevato dell’Appennino Tosco Emiliano. L’innevamento è spesso molto consistente sino a tutto aprile e la salita risulta pertanto possibile da tarda primavera sino alla prima parte dell’autunno. Attenzione dev'essere prestata in ogni caso ai forti venti che spesso battono il crinale e all’eventualità non rara che nebbie si addensino lungo la linea di cresta.

 L’escursione in breve:

Rifugio Segavecchia (m 911) – Fonte Capannaccia – Monte Grosso (m 1427) – Fonte Castronaja – Passo del Cancellino (m 1634) – Fonte dell’Uccelliera (m 1650) – selletta (m 1706) – Poggio delle Ignude (m 1737) – Passo della Nevaja (m 1617) – Poggio dei Malandrini (m 1662) – Rifugio del Montanaro (m 1587).

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Segavecchia (m 911): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 826. Acqua sul percorso: alla partenza, alla Fonte Capannaccia, alla Fonte Castronaja, alla Fonte dell’Uccelliera e presso il Rifugio del Montanaro

Accesso alla partenza:

Salendo da Bologna si segue la statale Porrettana passando per Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Riola. Presso Silla la deviazione segnalata indica a destra la provinciale per Lizzano in Belvedere. Provenendo da Pistoia si segue la Porrettana passando per Porretta Terme sino a raggiungere Silla e volgendo infine a sinistra per Lizzano. Appena un chilometro prima di Lizzano in Belvedere troviamo il bivio a sinistra per la piccola frazione di Pianaccio: la strada raggiunge il borgo per poi procedere, stretta e pericolosa ma comunque asfaltata per altri 4 km sino al suo termine in coincidenza del Rifugio Segavecchia (m 912 - parcheggio e fonte) dove una sbarra proibisce l'ulteriore transito.

Descrizione del percorso:

Dal rifugio Segavecchia (m 912) si raggiunge, in pochi istanti, il ponte sul torrente Silla. Lo si scavalca trovando subito dopo, alla destra, il nostro sentiero (segnavia 121). In ore 0,40, nel folto della faggeta, raggiungiamo, prima in salita poi sul fondo del fosso, la Fonte Capannaccia (ottimo punto per fare rifornimento d’acqua). Ha ora inizio il tratto più erto, sempre nel bosco, con il sentiero che volge a sinistra portandosi sul crinaletto dove si può, sulla sinistra, scendere a Coventaccio (ore 1,15 dalla partenza). Seguendo la segnaletica (cartelli) manteniamo la destra bordeggiando la sommità di Monte Grosso (m 1427) e uscendo infine dal bosco (circa m 1500). Nel vaccinieto d’altitudine transitiamo presso Fonte Castronaja sfruttando il sentiero sostenuto a tratti da muretti di sostegno. Guadati due piccoli torrenti saliamo su vasto terreno prativo in ambiente selvaggio dominati dalla spettacolare visione della grande parete orientale del Corno alle Scale. Un segnavia in barra di ferro segnala il punto in cui il tracciato, scavato nella prateria, volge con decisione a sinistra sino a guadagnare il soprastante crinale in coincidenza del Passo del Cancellino (m 1634 – ore 2,30 dalla partenza – confine di regione tra Emilia e Toscana).

Dal passo seguiamo il sentiero di crinale (segnavia 00) verso sinistra. Il sentiero, ridotto ad un’esile striscia tra pietraie e arbusti di mirtillo, aggira sul versante emiliano, con scarsi dislivelli, la grande mole del Monte Gennaio. Contornata la cima transitiamo presso la Fonte dell’Uccelliera (m 1650) dove possiamo fare rifornimento d’acqua. In coincidenza della fonte abbandoniamo il sentiero principale volgendo a destra lungo l’esile sentierino in terra battuta che dalla fonte guadagna la selletta che divide il Monte Gennaio posto a destra dal Poggio delle Ignude sulla sinistra (m 1706). Risaliamo in breve quest’ultima cima seguendo la marcata traccia che rimonta le balze erbose sommitali. Dalla cima (m 1737 – ore 3,30 dalla partenza), godiamo di un ottimo panorama sulla Valle della Verdiana e la Valle dell’Orsigna. Verso occidente il paesaggio è chiuso dalla potente sagoma del Monte Gennaio mentre poco più distante, sulla sinistra, notiamo il Monte Cornaccio. Resta invece occultata la cima del Corno alle Scale in quanto nascosta dal Monte Gennaio.

Proseguiamo scendendo verso sud lungo il sentiero di crinale (segnavia 00) sino a raggiungere l’ampio Passo della Nevaja (m 1617), crocevia di alcuni sentieri. Proseguiamo mantenendo il crinale che torna a salire rientrando però nella faggeta e guadagnando infine il Poggio dei Malandrini (m 1662) con il bosco che ne rasenta la sommità. Da qui si può, volendo, scendere in appena 15 minuti al Rifugio del Montanaro (m 1587) prima tra i prati quindi in una densissima faggeta. Il rientro avviene a ritroso.

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