Monte Capo di Noli

MONTE CAPO DI NOLI (m 276)

A volte la montagna scende fino al mare… oppure sono le montagne che sembrano ergersi dalle acque del Mediterraneo. Non importa… quel che conta è avere la mente aperta, disposta a scoprire ambienti nuovi. Lo diciamo perché l’itinerario al punto culminante di Capo Noli non è certo un percorso di montagna nel senso stretto del termine. Siamo invece in un contesto mediterraneo per eccellenza, sia per quanto riguarda il clima, davvero molto mite e quindi adatto alle escursioni invernali, che per quanto riguarda la flora e la fauna tipiche dei paesi caldi. Tutto ciò esalta l’unicità della Liguria, una regione del nord Italia con le caratteristiche, lungo il litorale, delle aree più meridionali dello stivale. Parlavamo dell’apertura mentale necessaria per scoprire questi luoghi. Ci riferiamo a chi cammina prevalentemente in alta montagna. Sarebbe un peccato che qualcuno si precludesse un’esperienza come questa: lungo i sentieri di Capo Noli è facile meravigliarsi e sorprendersi di fronte ad una natura che lascia “a bocca aperta” per la sua bellezza ed imponenza. Si cammina sull’orlo di falesie strapiombanti di calcare bianco. Davvero la montagna fatta di rupi verticali si fonde con le limpide acque del Mar Ligure in un accostamento raro nel nostro paese. Non mancate di scoprire un luogo che dona il suo meglio nelle terse giornate invernali o nelle mezze stagioni. Meglio non considerare invece la stagione estiva per il calore e l’umidità spesso eccessivi nel periodo compreso tra maggio e settembre.

L’escursione in breve:

Noli (Chiesa di San Paragorio) - Chiesa di S.Lazzaro / Lazzaretto - Chiese di S.Margherita e S.Giulia - Eremo del Capitano Enrico D'Albertis - Grotta dei Briganti o Antro dei Falsari (m 90) - Monte Capo Noli (m 276) - Torre delle Streghe - Rio Bordella - Chiesa di S.Lorenzo (m 50) - Varigotti (m 5) - Baia dei Saraceni - Spiaggia di Malpasso

Dati tecnici:

Partenza da Noli (m 5): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 276. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

La partenza avviene dal paese di Noli, località ligure della Riviera di Ponente. Chi utilizza l’Autostrada dei Fiori (A10) e proviene da Genova supera Savona per uscire a Finale Ligure, quindi segue la statale Aurelia (SS 1) fino a Noli. Si parcheggia presso la Chiesa di San Paragorio, all’estremità occidentale del paese.

Descrizione del percorso:

I cartelli indicanti la “Passeggiata dantesca” indicano la stradina che, all’estremità del parcheggio, si sviluppa verso sud tra le ultime case del paese di Noli. In breve la carreggiata diviene un piccolo vicolo per poi rimontare una lunga scalinata cementata. Al di sopra il percorso si trasforma in una comoda mulattiera che attraverso i primi uliveti sale in moderata pendenza permettendo un bel colpo d’occhio alle spalle sul lungomare di Noli e sulla non distante Isola di Bergeggi. Appare ben visibile il Castello di Monte Ursino le cui mura dominano dall’altro il paese rivierasco.

In circa 20 minuti di cammino siamo ad un marcato bivio: tralasciamo il proseguo a destra del “Sentiero Amico” che permetterebbe una salita diretta al Monte di Capo Noli; passiamo invece a sinistra raggiungendo in breve i ruderi della Chiesa di S.Lazzaro e del Lazzaretto: quest’ultimo fu edificato nel 1250 per i naviganti di Noli che rientravano a riva ammalati e bisognosi d’isolamento. Procediamo nella macchia in debole pendenza sino ad un nuovo bivio nel bosco, ben indicato dalla segnaletica. Ancora una volta ignoriamo la deviazione a destra per il Monte di Capo Noli proseguendo al contrario lungo l’evidente mulattiera. Praticamente in piano, il tracciato prosegue semplice e ben evidente tra gli alberi d’ulivo; il proseguo porta ad una breve salita che immette al bel terrazzo che ospita i ruderi della Chiesa di S.Giulia e S.Margherita. In gran parte distrutta ed incendiata dai tedeschi nella parte finale del secondo conflitto mondiale, restano della chiesa le absidi in stile romanico. La posizione appare particolarmente felice essendo protesa verso le limpidissime acque del sottostante Mar Ligure; alle spalle osserviamo non solo il paese di Noli ma anche il più distante abitato di Spotorno.

In coincidenza delle rovine della chiesa troviamo il cartello indicante il proseguo del sentiero che volge in salita verso destra. Suggeriamo tuttavia una breve digressione per godere di un panorama eccezionale: subito a sinistra del proseguo del sentiero segnato dal cartello notiamo una modesta traccia nella vegetazione che cala per pochi metri passando subito oltre alla base di alcune poderose paretine calcaree; la seguiamo guadagnando in breve, tra i lecci, le rovine in stato di abbandono dell’Eremo del Capitano Enrico d’Albertis. Costruita alla fine del 1800 in stile coloniale, la costruzione è posizionata in coincidenza dell’estrema propaggine di Capo Noli. Una sorta di terrapieno in cemento in prossimità delle rovine è proteso verso il mare offrendo una visione straordinaria. Il pendio precipita esposto sul sottostante litorale osservando dall’alto il tracciato della Statale Aurelia che in questo tratto si sviluppa tra la costa e la falesia. Siamo inoltre sovrastati dal punto culminante del Monte di Capo Noli caratterizzato da rocce calcaree di colore chiaro.

Dopo una meritata sosta per godere del paesaggio torniamo a ritroso rientrando in qualche minuto sino al pianetto che ospita la Chiesa di S.Giulia e S.Margherita. Riprendiamo il sentiero segnato che affronta ora una breve salita sino alla biforcazione ben segnalata dai cartelli per la Grotta dei Falsari. Si tratta di una nuova digressione, assolutamente da non perdere, che conduce in quello che potremmo definire un antro eroso dal mare e non una vera e propria grotta carsica. Per raggiungere la cavità abbandoniamo pertanto il sentiero principale calando molto ripidamente a sinistra. In qualche minuto raggiungiamo una spalla dove la vegetazione lascia spazio ad un grandioso paesaggio verso il mare aperto. Un occhio attento potrà scorgere la non distante Punta Crena, subito al di là della falesia, caratterizzata da un’evidente torre di avvistamento nel suo punto più alto. Ripreso il sentiero caliamo ancor più ripidamente guadagnando in breve l’ingresso dell’antro, subito a destra del percorso. Spettacolare la finestra aperta in direzione del Mar Ligure che offre la possibilità di realizzare splendide fotografie. Per entrare all’interno della grande volta naturale seguiamo la freccia in vernice rossa che indica il breve passaggio sotto un arco di roccia, accediamo quindi all’immenso antro, aperto ad uno scorcio di eccezionale bellezza verso il mare aperto. Notiamo la presenza di alcuni muretti a secco, probabilmente d’epoca romana. Curioso il nome della cavità legato alle tradizioni locali che narrano come la Grotta dei Falsari abbia in passato ospitato un gruppo di contrabbandieri che nascosero qui le loro merci rubate. Dopo un’irrinunciabile sosta rientriamo a ritroso (il sentiero scenderebbe altrimenti sino alla statale Aurelia) risalendo faticosamente, tra la macchia, sino al sentiero principale. Possiamo ora riprendere il cammino, sempre in salita, ma con pendenza moderata aprendoci ad un ottimo paesaggio in direzione di Noli, Spotorno e l’Isola di Bergeggi. Incrociamo il sentierino (segnavia cerchio rotondo tagliato) che seguìto verso sinistra conduce direttamente alla sommità del Monte di Capo Noli in coincidenza del quale troviamo il cancello della Caserma dei Carabinieri (m 276 – ore 1,30 dalla partenza).

Il percorso procede lungo l’ampio ed evidente stradello in terra battuta; lo manteniamo per poche decine di metri quindi l’abbandoniamo volgendo a sinistra sul sentierino con cartelli indicanti la “Passeggiata dantesca” e la Torre delle Streghe (segnavia una “X” rossa). Il percorso si articola in debole discesa nel bosco. In un punto passiamo a pochi metri dal salto esposto in direzione del mare. Con una breve digressione si può raggiungere il bordo della falesia potendo osservare a ritroso il Monte di Capo Noli nonché la sottostante Statale Aurelia e il promontorio di Punta Crena. Ripreso il tracciato segnato siamo in breve al bivio per la Torre delle Streghe. La deviazione si separa a sinistra del sentiero ed è una digressione consigliabile per godere di una magnifica visione. Si guadagna, scendendo per poche decine di metri, la vecchia torre che fu costruita nel 1582 al confine tra Noli, alleata di Genova e Varigotti, appartenente al Marchesato di Finale. Superando la torre si guadagna, in un minuto appena, il terrazzo naturale dal quale dominiamo dall’alto la bellissima spiaggia del Malpasso e la Punta Crena.

Rientrati a ritroso sul sentiero procediamo verso sinistra tra la macchia mediterranea, con deboli pendenze, sino al marcato bivio riconoscibile per la presenza dei cartelli segnaletici. A destra procede quasi in piano la “Passeggiata dantesca”; nel nostro caso volgiamo invece a sinistra, in sensibile discesa, con piccolo cartello indicante il paese di Varigotti. Da rilevare la possibilità di raggiungere, in qualche minuto, il promontorio proteso verso il mare con scorcio non solo in direzione della Punta Crena, ma anche alle spalle sino a scorgere la lontana Riviera di Levante. Procediamo calando e andando a sfiorare un secondo sperone prominente verso il sottostante litorale. Un’ennesima, breve digressione, permette di raggiungere l’orlo dello strapiombo. Si ripetono gli spettacolari scorci verso levante; soprattutto ci troviamo quasi sulla verticale della magnifica spiaggia del Malpasso caratterizzata da sabbia di colore chiaro piuttosto inusuale per la riviera ligure. Ripreso il sentiero perdiamo quota tra la macchia e alcuni pini marittimi su fondo che a tratti risulta un po’ scomodo per l’affioramento di detriti rocciosi. Superiamo un modesto torrente (Rio Bordella) al di là del quale riprendiamo lievemente quota al limitare di alcune coltivazioni d’olivo. Subito oltre caliamo in direzione dell’ormai prossimo paese di Varigotti con bel colpo d’occhio sulla sottostante Baia dei Saraceni. Bordeggiamo alcuni orti e il curioso “Mausoleo Cerisola” ossia un muro dove sono state realizzate iscrizioni, disegni su piastrelle di terracotta e figure in rilievo legate al mare. Tutto ciò è stato realizzato da Giuseppe Cerisola negli anni 70; ottimo nuotatore di Varigotti salvò nel 1976 un uomo dall’annegamento. In ricordo dell’accaduto realizzò queste figure artistiche che ancora oggi attirano l’attenzione dell’escursionista. Poco oltre il sentiero confluisce nell’ampia mulattiera selciata che cala a Varigotti. Una breve digressione a sinistra permette di raggiungere la Chiesa di S.Lorenzo dalla quale godiamo di una spettacolare visione sul Monte di Capo Noli e su gran parte della falesia che precipita a mare. Sull’abside della chiesa gli amanti della flora avranno un’inattesa sorpresa: la presenza della rara ed endemica Campanula di Noli (Campanula isophylla) dalle magnifiche corolle azzurre. Rientrati a ritroso caliamo sino a Varigotti, paese rivierasco votato al turismo. L’escursione non sarebbe completa senza una visita alla Spiaggia del Malpasso; dopo averla ammirata dall’alto merita una sosta a termine della nostra fatica. Per raggiungerla usciamo da Varigotti e seguiamo per poche centinaia di metri la statale Aurelia in direzione di Noli. Si tratta di una delle più belle spiagge della Liguria; fin troppo frequentata nella stagione estiva ritrova la sua dimensione più naturale in pieno inverno quando potrete godere della sua finissima sabbia e delle trasparenze del mare.

Il rientro alla partenza avviene facendo l’autostop oppure con i mezzi pubblici; in questo caso si ritorna a Varigotti dove troviamo la fermata dell’autobus (munirsi del biglietto nella tabaccheria del paese). Sconsigliamo il rientro a piedi seguendo la statale Aurelia in quanto la banchina è a tratti molto stretta con alcuni settori in galleria. In tutto, senza considerare il rientro da Varigotti a Noli, il percorso impegna per circa 3 ore.

Cenni sulla flora:

Le ripide falesie di Capo Noli, caratterizzate da roccia calcarea aspra e arida, sono l’habitat adatto per piante speciali, adattate alla sopravivenza in condizioni estreme. Nella soprastante descrizione abbiamo già accennato alla presenza della bellissima Campanula di Noli (Campanula isophylla), pianta endemica di una stretta striscia di litorale lunga non più di 10 km ed estesa da Capo Noli verso ovest sino al Capo Caprazoppa.

Altre piante colpiscono per la loro rarità. Fra tutte ne scegliamo tre particolarmente rilevanti e rappresentative. La prima è il Vilucchio di Capo Noli (Convolvulus sabatius). Sebbene non endemica, è una specie assai rara segnalata allo stato naturale solo in poche località della costa africana settentrionale (Marocco, Algeria e Tunisia). Nonostante la rarità è presente sulle rocce di Capo Noli con sorprendente abbondanza e non è difficile vederne le sgargianti corolle sulle rocce prospicienti la statale Aurelia.

Capo Noli offre inoltre un habitat adatto al bellissimo Malvone delle rupi (Malva subovata). Si tratta di un arbusto sempreverde assai raro presente sulla riviera ligure di Ponente dalle rupi di Mortola sino a Capo Noli. Ancora una volta è osservabile con relativa facilità a lato della statale Aurelia. La corolla è assai appariscente, di colore compreso tra il rosato e il lilla con venature più scure. Anche in questo caso si tratta di un’entità a protezione totale che non deve essere raccolta.

L'ultima specie meritevole di menzione è senz'altro la rara ed endemica Campanula di Savona (Campanula sabatia). E' una pianta con areale compreso tra Punta Predani presso Bergeggi e il Fiume Roja a ponente interessando in prevalenza la provincia di Savona. Le stazioni poste presso Capo Noli sono particolarmente abbondanti e in alcuni punti si avvicinano alla Statale Aurelia. Di conseguenza preferiamo non rivelare con esattezza la loro posizione per non metterne a rischio la sopravvivenza. Si tratta in ogni caso di una specie a protezione totale che non deve mai essere raccolta.

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