Prana

MONTE PRANA (m 1221)

Il Prana è l’ultima rilevante cima delle Alpi Apuane per chi proviene da nord dopodiché le ardite vette del gruppo si abbassano divenendo verdeggianti colline che si perdono infine nella pianura lucchese. Al pari delle altre sommità delle Apuane Meridionali, anche il Prana presenta per lo più facili pendii erbosi che ricordano le panoramiche del vicino Appennino Tosco Emiliano. Trattandosi dell’ultima sommità assieme al Monte Pedone a varcare i 1000 metri permette, nonostante l’altitudine non molto elevata, una grande visione di un notevole tratto di mare con l’arcipelago toscano e i monti della Corsica che spiccano nei giorni più tersi. Un trekking per tutti di grande valore paesaggistico e molto interessante anche per gli amanti della flora come vedrete nella relazione che segue.

Dati tecnici:

Partenza da Metato (m 406): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 815. Acqua: una fonte dopo circa mezz’ora di cammino.

Accesso:

Saliamo da Camaiore, in Versilia, seguendo la segnaletica per Lombrici e Casoli. Troviamo quasi subito la deviazione a destra che conduce, con stradina di montagna a tornanti, sino a Metato (m 406). L’unico parcheggio è nella minuscola piazzetta del paese (Piazza Ceragioli) per cui può essere consigliabile portarsi a Metato al mattino presto per trovare posto.

Descrizione del percorso:

Subito oltre Piazza Ceragioli troviamo uno stradello che sale ripido sulla destra con grande insegna, quale utile riferimento, relativa alla Traversata delle frazioni Camaioresi. Seguiamo il percorso su fondo cementato con pendenza a tratti rilevante; in occasione della nostra salita (inizio aprile 2010) era notevolissima, nei prati circostanti lo stradello, la fioritura di Narciso Tazzetta (Narcissus tazetta L.) e Anemone stellato (Anemone hortensis) a rallegrare, con i loro colori, l’ambiente circostante. Manteniamo costantemente la carrareccia (segnavia 104) entrando in un bel castagneto; ignoriamo la deviazione a sinistra con segnavia bianco-giallo mantenendo invece lo stradello e rasentando un vecchio abbeveratoio in pietra posto anch’esso a sinistra. Un breve, ripido tratto, conduce al soprastante pianetto con casa abitata sulla destra e bello scorcio sulla costa versiliese. Il nostro tracciato prosegue nel bosco a sinistra, di nuovo ripido, andando più in alto a bordeggiare un'altra abitazione circondata da prati posta subito sopra lo stradello cementato: ancora un volta i prati fioriti a Narciso tazzetta destano meraviglia, ad inizio aprile, per l’incredibile abbondanza di fiori.  

Prosegue la stretta carrareccia transitando tra alcune case in ristrutturazione (Casette – m 621) per poi guadagnare il primo ampio belvedere del percorso: si apre infatti, sulla destra, una vasta visione del litorale e dell’arcipelago toscano oltre al vicino Lago di Massaciuccoli (50 minuti dalla partenza). Lo stradello cementato prosegue nella salita ma tra vegetazione più rada che permette la visione dei caratteristici terrazzamenti circostanti. Una scorciatoia segnata evita un tornante della carrareccia andandola a riprendere poco sopra; in breve raggiungiamo infine il termine del tratto a fondo artificiale: lo stradello prosegue a destra verso una casa posta tra i prati mentre il segnavia volge a sinistra abbandonando il fondo cementato e passando finalmente su normale sentiero. Da notare, in coincidenza dell’incrocio, la visione della cima del Prana che suscita una soggezione senz’altro eccessiva per una vetta alla portata di ogni buon camminatore. Procediamo, come anticipato, su sentiero con un breve ripido strappo a precedere il raggiungimento di una splendida piana prativa con stupendo e ampio panorama (ore 1,20 dalla partenza). Notiamo verso settentrione il marcato rilievo, per lo più boscato, del Monte Gabberi quindi, volgendo verso est, le pendici del Monte Corchia in parte sventrate dalle numerose cave di marmo. A occidente osserviamo un ampio tratto di mare con bel colpo d’occhio sul sottostante paese di Camaiore. Anche nelle giornate non limpidissime è possibile osservare le isole di Gorgona e Capraia mentre la visione della Corsica richiede visibilità più che buona. Verso sudovest notiamo il Lago di Massaciuccoli mentre a sud la cima del Prana appare ora più vicina e abbordabile.  Procediamo su fondo morbido bordeggiando un bel rimboschimento di conifere posto sulla destra; poco oltre il sentiero volge verso sinistra portandosi nella faggeta e cominciando il lungo periplo attorno al Prana: non è infatti possibile affrontare la salita diretta alla cima a causa dell’evidente, ripidissimo pendio in parte roccioso che precipita direttamente dalla vetta. In falsopiano traversiamo nel bosco sino ad uscirne, sempre su facile sentierino ghiaioso, con panorama che ora si apre ad oriente verso le pendici del Monte Piglione. Assecondiamo un valloncello nel quale precipita la neve e l’acqua piovana che si riversa dalla vetta del Prana per procedere senza problemi sino ad un malmesso cancellino in legno. Lo superiamo e siamo in pochi passi all’unico bivio dell’escursione che potrebbe indurre all’errore; in occasione della nostra salita non vi era infatti alcun tipo di segnaletica (aprile 2010): a sinistra il tracciato prosegue con scarsi dislivelli in direzione della chiesetta di Campo all’Orzo mentre il nostro percorso volge in salita a destra proseguendo nell’aggiramento della vetta. Nonostante la carenza di segnaletica è impossibile l’errore: d’altra parte è ben visibile la soprastante cima e il nostro percorso volge, in diagonale ascendente, sul suo fianco orientale. Ad un breve tratto prativo quasi piano segue, come detto, la salita vera e propria, a tratti piuttosto ripida e con fondo sconnesso ma non difficile. Nel settore superiore il percorso appare scavato nel fondo argilloso; superiamo una recinzione che caratterizza il fianco sudorientale della cima per poi raggiungere un valloncello che discende direttamente dalla vetta. Lo rimontiamo seguendo la segnaletica su sentiero che affronta, a tratti, l’affioramento di alcune roccette. Raggiungiamo il crinaletto che dal punto più elevato scende verso meridione: la vista si apre immensa sulla Versilia e sul Lago di Massaciuccoli. L’ultima brevissima frazione si articola a destra rimontando l’ampia cresta sino a raggiungere in pochi minuti il punto più elevato (m 1221 – ore 2,40 dalla partenza). Spettacolare il panorama ad oriente sul Monte Piglione con lo sfondo del crinale appenninico tosco emiliano; verso settentrione osserviamo le Panie, Monte Corchia e, più a sinistra, Monte Gabberi in posizione prominente sulla costa versiliese.

Cenni sulla flora:

Molto interessante, nell’escursione al Prana, la sovrapposizione di piante a carattere mediterraneo con altre, salendo di quota, più comuni nelle fredde zone di montagna. In occasione della nostra ascensione (inizio mese di aprile) abbiamo avuto modo di osservare, nella prima frazione di sentiero, una fioritura straordinaria per abbondanza di Narciso tazzetta (Narcissus tazetta L.) e Anemone fior di stella (Anemone hortensis L.). Presso la partenza nel paese di Metato abbiamo inoltre potuto fotografare diverde piante fiorite di Euforbia cespugliosa (Euphorbia characias L.). Nel corso della salita, per la precisione nel punto in cui si abbandona la strada cementata per passare su sentiero, si notano, nei prati a destra, diversi splendidi esemplari di Zafferanetto comune (Romulea bulbocodium (L.) Seb et Mauri). Tutte queste entità sono di carattere per lo più mediterraneo, mentre nel proseguo, acquistando ulteriore quota, compaiono lungo il percorso, diversi fiori più spiccatamente montani. Ricordiamo, in quanto direttamente osservati, la Primula (Primula vulgaris Hudson), la Scilla bifoglia (Scilla bifolia L.), il Croco (Crocus vernus (L.) Hill.), il Farfaraccio bianco (Petasites albus L.), la Polmonaria (Pulmonaira officinalis L.), la Dafne laurella (Daphne laureola L.) e il Farfaro (Tussilago farfara L.).

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