Punta della Vedretta (Im Intern Heis)

CRODA DELLE CORNACCHIE (GRAWAND – m 3251)

CRODA GRIGIA (GRAUE WAND - m 3202)

PUNTA DELLA VEDRETTA (IM HINTERN EIS – m 3269)

Non siamo mai entusiasti di presentare itinerari che comprendano l’utilizzo di funivie o la percorrenza di settori profondamente modificati dall’intervento umano. Gli ambienti più belli sono ovviamente quelli allo stato primitivo, privi di alterazioni. La presenza di un impianto a fune, per quanto non sempre condivisibile, può tuttavia agevolare il raggiungimento delle quote superiori rendendo l’alta montagna fruibile a un gran numero d’escursionisti altrimenti incapaci, in poche ore, di ascendere sino all’altitudine dei ghiacciai. Il percorso che vi proponiamo appartiene a questa categoria. Si sale in funivia fin oltre i 3200 metri di quota per poi marciare tra ghiacciai, laghetti di fusione e grandiose cime in un ambiente riservato altrimenti ai trekker più esperti. In quest’ottica il percorso proietta in un ambiente singolare, a caccia di scorci che ricordano non troppo da lontano le grandiose vette della Valle d’Aosta o della Svizzera. Da rilevare, e questo rende ancora più abbordabile l’impresa, come gran parte del cammino avvenga in discesa. L’unico tratto in salita è quello relativo all’ascensione alla Punta della Vedretta; si tratta per altro della frazione più bella dell’escursione e non deve pertanto essere omessa. Sorprendente è la facilità di percorrenza del sentiero, del tutto privo di passaggi impegnativi a patto di percorrerlo a stagione avanzata, quando i residui di neve dell’inverno precedente sono ormai scomparsi. Altrettanto importante è la scelta di una giornata stabile con la possibilità, grazie alla funicolare, di intraprendere il cammino alla mattina presto quando l’atmosfera è più stabile. Naturalmente è possibile percorrere l’itinerario in senso inverso evitando l’impianto di risalita, si tratta tuttavia di una scelta sconsigliabile, molto dispendiosa in termini di tempo ed energie.

L’escursione in breve:

Berghotel Grawand (m 3212) - Croda Grigia (Graue Wand m 3202) - Laghetto ghiacciato (Gletschersee - m 2760) - Rifugio Bellavista (Schöne Aussicht Hütte - m 2842) – Punta della Vedretta (Im hintern Eis - m 3269) - Rifugio Bellavista (m 2842) - Maso Corto (Kurzras - m 2011)

Dati tecnici:

Partenza dal Berghotel Grawand (m 3212): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Indicato in alcune guide come EE si tratta in realtà di un percorso privo di pericoli in estate avanzata e con fondo asciutto; alcune difficoltà possono manifestarsi a stagione anticipata quando la presenza di nevai inclinati rende la progressione più esposta o impossibile senza l’uso di piccozza e ramponi. Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 1258. Dislivello reale: m 509 in salita e m 1710 in discesa.

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza risalendo l’intera Val Senales su comoda provinciale sino al paese di Maso Corto (m 2011) dove ha termine il tratto percorribile in automobile. La funivia che ha inizio proprio in paese ci proietterà in quota raggiungendo in pochi minuti la stazione a monte alla ragguardevole altitudine di 3212 metri dove siamo accolti dall’hotel più alto d’Europa (Berghotel Grawand).

Descrizione del percorso:

Essendo la partenza posizionata su un’esile cresta ad alta quota siamo accolti da un paesaggio di grandiosa ed impressionante bellezza. In pochi minuti guadagniamo, rimontando un’artefatta scalinata rocciosa, la cima della Croda delle Cornacchie (Grawand – m 3251). Rientrati a ritroso al Berghotel Grawand possiamo raggiungere, sempre in una decina di minuti, un’altra elevazione: la Croda Grigia (Graue Wand – m 3202) posizionata in direzione opposta rispetto alla precedente. Per guadagnarne la cima passiamo a sinistra del ristorante ignorando, subito oltre, l’ampio tracciato che scende a destra verso il Rifugio Bellavista. Procediamo su breve ed ampio sentiero di cresta sino alla sommità dove ci affacciamo sull’impressionante scarpata che precipita per oltre 1000 metri sino al paese di Maso Corto. Siamo circondati da imponenti cime tra le quali ricordiamo Punta Saldura (Saldur Spitze – m 3433) e soprattutto la grandiosa calotta, in gran parte ghiacciata, della Palla Bianca (Weißkugel – m 3739). Alle spalle notiamo il Berghotel Grawand sovrastare il grande ghiacciaio Hochjochferner mentre sotto la nostra verticale notiamo il laghetto quasi sempre ghiacciato posto presso il Rifugio Bellavista.

Torniamo a ritroso in qualche minuto sino al punto in cui si separa a sinistra il ripidissimo tracciato per il Rifugio Bellavista. Caliamo in questa direzione affrontando instabili pietraie e restando subito a sinistra della vedretta. Purtroppo un’antiestetica seggiovia, funzionante nel periodo invernale, rovina non poco l’ambiente. Altri impianti sono presenti sulla distesa ghiacciata che, sino al secolo scorso, garantivano la possibilità di sciare in piena estate. Il continuo rivoltare e battere la neve sulla superficie della vedretta per favorire gli sport invernali hanno determinato una fortissima riduzione dello spessore ghiacciato danneggiando non poco l’ambiente. Sono infatti evidenti i segni del ritiro della vedretta e i piccoli crepacci laterali nei quali ruscella, nella stagione calda, l’acqua di fusione. Intorno ai 3000 metri raggiungiamo una spalla; in sua coincidenza sorge un rifugio, chiuso in estate, dal quale dominiamo il sottostante laghetto ghiacciato così definito in quanto tale per quasi tutto l’anno con l’eccezione del periodo luglio – settembre. Subito oltre caliamo ripidamente nella scarpata detritica in direzione dello specchio d’acqua, la cui colorazione turchese deriva dalla presenza in sospensione del limo glaciale. Il percorso è stato recentemente risistemato e l’aggiunta in un paio di punti di alcuni grossi cordoni di canapa come corrimano risulta addirittura eccessiva vista l’assoluta assenza d’esposizione e di difficoltà. Da rilevare, sulla destra, la visione di un lembo del grandioso ghiacciaio Hochjochferner con un ulteriore laghetto di fusione posizionato alla sua estremità inferiore. Guadagniamo il fondo della conca per poi attraversare in falsopiano la distesa detritica. Raggiunta l’altra estremità del pianoro rimontiamo il costone su ampissima sterrata portandoci al Rifugio Bellavista (Schöne Aussicht Hütte - m 2842 – ore 1 dalla partenza), eccellente punto d’appoggio in caso di necessità.

Trascurato il segnavia n° 3 che cala a valle, volgiamo verso nord seguendo le indicazioni per “Im Hintern Eis” ossia la Punta della Vedretta. Si tratta di lasciare alle spalle il rifugio per affrontare l’unica salita prevista su sentiero comunque ben segnato. La primissima frazione è la più ripida con alcuni grossi massi comunque superabili senza troppa difficoltà. Al di sopra il percorso diviene un innocuo sentierino che si articola tra i macereti d’altitudine evitando blocchi rocciosi e detriti instabili. La vista diviene progressivamente più ampia in rapporto con la quota sino a veder ricomparire, verso occidente, la sagoma della Palla Bianca. La vegetazione si riduce progressivamente sino a lasciar posto, dai 3000 metri in poi, ad ampie distese detritiche dove pochissime piante sopravvivono alla breve estate alpina.

Raggiungiamo un modesto dosso dal quale osserviamo distintamente l’ampio crinale che discende dal punto più elevato. Caliamo per pochi metri quindi proseguiamo su fondo pietroso ed irregolare rasentando il profondo salto ricadente alla sinistra in fondo al quale possiamo scorgere il lontano paese di Maso Corto. Nel proseguo il crinale si allarga e sempre su percorso facile ed ottimamente segnalato ne rimontiamo in pratica il dorso. Da notare l’ampia conca posta subito sotto la vetta ed estesa verso oriente che ospita ciò che rimane della vedretta Latsch Ferner ormai declassata a nevaio o glacionevato. Il percorso si porta nei macereti ai piedi della modesta conca glaciale. A destra notiamo alcuni piccoli laghetti di fusione, spesso ancora ghiacciati nel mese di luglio: ad estate inoltrata, nonostante le loro dimensioni contenute, divengono un magnifico soggetto fotografico in quanto riflettono le cime circostanti. E’ consigliabile una breve digressione di un decina di minuti abbandonando il sentiero segnato per guadagnarne le sponde in un ambiente d’alta montagna di grandiosa suggestione. Non è raro, anche in estate avanzata, che galleggino nell’acqua grossi blocchi di ghiaccio ad attribuire al paesaggio un sapore quasi artico. Ripreso il sentiero segnato rimontiamo il tratto sommitale della cresta serpeggiando tra caotici accatastamenti di massi e lastroni e superando eventuali resti di neve. In ultimo siamo in pieno crinale salendo in pochi passi sino al punto più alto della Punta della Vedretta (m 3269 – ore 1,30 dal Rifugio Bellavista – ore 2,30 complessive).

Siamo al culmine della nostra escursione e il paesaggio che si apre all’improvviso, nel versante austriaco, è il più spettacolare e grandioso che si poteva immaginare. Dalle pendici della Palla Bianca scende infatti, nel versante estero, il lunghissimo ghiacciaio Hintereis Ferner che impressiona per il suo enorme sviluppo tanto da non poterne osservare l’intera lunghezza. Altre piccole vedrette ricche di crepacci sono addossate al costone che dalla nostra cima cala verso la sottostante lingua glaciale. Nel versante italiano osserviamo invece i laghetti visitati precedentemente ai piedi del modesto circo glaciale del Latsch Ferner. Più distante notiamo la Croda delle Cornacche e la Croda Grigia dove la nostra avventura ha avuto inizio.

Possiamo ora accingerci alla lunghissima discesa che ci riporterà al paese di Maso Corto dove abbiamo abbandonato l’automobile. Dalla Punta della Vedretta rientriamo a ritroso, in un’ora circa di cammino, sino al Rifugio Bellavista (m 2842 – ore 3,30 dalla partenza). La lunga discesa prevede ora la percorrenza del segnavia n° 3. Si tratta di un bel sentiero, vistosamente artefatto, che dapprima aggira dall’alto l’ampio vallone in ambiente in questa prima parte ancora d’alta montagna, con scarsa copertura vegetale e fondo detritico. Osserviamo davanti a noi un lunga frazione di sentiero grazie all’ambiente aperto e ampio. Scorgiamo la funivia usata per salire ad inizio escursione al Berghotel Grawand nonché una lunga pista di sci che scende alla nostra sinistra nel profondo della valle. Per un lungo tratto si temporeggia in quota tra prati e pascoli con il tracciato in discesa molto debole. Nel fondo valle compare il piccolo laghetto Rotkofelsee. Nel proseguo il sentiero diviene improvvisamente assai ripido. Caliamo velocemente sino ad osservare dall’alto il paese di Maso Corto con le sue strutture turistiche. Obliquiamo verso destra con i prati che lasciano spazio nell’ultima frazione al bosco di conifere. Usciamo dall’alberatura soltanto in coincidenza del paese di Maso Corto. Attraversiamo in qualche minuto l’abitato sino a riportarci al parcheggio della funivia, dove avevamo abbandonato l’automobile (ore 1,40 dal Rifugio Bellavista – ore 5,10 complessive).

Cenni sulla flora:

Elenchiamo di seguito alcune delle principali entità floristiche osservate in occasione della nostra salita, avvenuta alla metà del mese di agosto.

1) Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi, ad esempio nei dintorni del Rifugio Bellavista.

2)      Senecio biancheggiante (Senecio incanus), endemico delle Alpi con isolate stazioni disgiunte nell’Appennino Tosco Emiliano.

3)      Campanula barbata (Campanula barbata)

4)      Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

5)  Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina)

6)      Napello (Aconitum napellus)

7)      Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium)

8)  Arenaria biflora (Arenaria biflora)

9)      Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

10)   Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

11)   Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris)

12)   Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

13)   Arenaria biflora (Arenaria biflora)

14)       Achillea moscata (Achillea moschata)

15)   Veronica alpina (Veronica alpina)

16)   Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

17)   Billeri pennato (Cardamine resedifolia)

18)   Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

19)   Brugo (Calluna vulgaris)

20)   Piede di gatto (Antennaria dioica)

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