Rocca Barbena

ROCCA BARBENA  (m 1142)

Le Alpi Liguri presentano un gran numero di cime schive ed appartate, sconosciute ai più. Sono elevazioni che nei loro silenzi donano visioni insospettabili in grado molte volte di coniugare la vista del Mar Ligure a quella delle più alte cime delle Alpi Marittime e Liguri. La Rocca Barbena non fa eccezione: occultata dal vicino Monte Carmo, una delle poche vette della zona ad avere una certa notorietà, potrebbe non attrarre l’escursionista. E’ bene tuttavia non cadere nella superficialità: la Rocca Barbena, a dispetto della sua quota contenuta, sfoggia una grandiosa parete settentrionale strapiombante per alcune centinaia di metri. La salita è breve, basta una buona ora di salita, ma il percorso è quanto mai interessante serpeggiando tra curiosi pinnacoli calcarei e affrontando una caratteristica cengetta esposta. L’unica raccomandazione è quella di evitare l’estate per il caldo eccessivo e di scegliere una giornata asciutta per evitare rischi nel breve tratto esposto.

L’escursione in breve:

Colle Scravaion (m 814) – Rocca Barbena (m 1142)

Dati tecnici:

Partenza dal Colle Scravaion (m 814): Difficoltà: E (Brevissimo traverso con difficoltà EE) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 328. Acqua sul percorso: assente. 

Accesso:

Usando l’Autostrada dei Fiori (A10) l’uscita migliore è quella di Albenga. Usciti dall’autostrada si segue la SS 582. Superato il paese di Cisano sul Neva si raggiunge Martinetto dove passiamo a destra sulla SP 52. La strada sale di quota guadagnando e superando il bellissimo paese di Castelvecchio di Rocca Barbena meritevole di una visita per le sue caratteristiche stradine dal sapore medioevale. La strada procede in salita accostando le pendici sudoccidentali della Rocca Barbena sino a raggiungere il valico del Colle Scravaion presso il quale è presente, ormai dismessa, una vecchia Casa Cantoniera. Possiamo lasciare l’auto presso la costruzione.

Descrizione del percorso:

Il sentiero ha inizio proprio sulla destra del passo in coincidenza della vecchia Casa Cantoniera e si arrampica nel bel prato immediatamente alle spalle della costruzione. Sin dall’inizio possiamo osservare il profilo della Rocca Barbena, rivestita dai boschi alla base e con evidenti affioramenti rocciosi nel settore sommitale. Il panorama del circondario è altrettanto interessante estendendosi verso occidente sino al Monte Galero. Attraversiamo rapidamente la distesa prativa camminando verso meridione sino a raggiungere le pendici boscate della montagna. Penetriamo nel folto della faggeta rimontando il ripido pendio con una sequenza di stretti tornanti. La segnaletica (3 pallini rossi) appare puntuale ed evidente e tale sarà sino alla cima. Ad una quindicina di minuti dalla partenza troviamo i primi affioramenti calcarei che caratterizzeranno il proseguo del percorso. Poco oltre siamo ad una bella apertura che permette di osservare il sottostante colle Scravaion. Rientriamo brevemente nel bosco aggirando a sinistra un modesto risalto di cresta e accedendo ad una selletta in coincidenza della quale compare tra le frasche, imponente e strapiombante, la parete settentrionale della Rocca Barbena. Per goderne la visione senza l’ostacolo degli alberi vale la pena di tornare per pochi metri sui propri passi sino al pendio erboso che permette con una veloce digressione di rimontare in pochi metri sino al soprastante crinaletto. Dalla modesta sommità la vista sulla Rocca Barbena è molto più spettacolare ed imponente di quanto non giustifichi la modesta altitudine della cima.

Ripreso il sentiero segnato procediamo oltre la sella cambiando versante: il tracciato aggira verso meridione la montagna affrontando le uniche difficoltà dell’ascensione. Dapprima scavalchiamo in salita uno stretto ma articolato canale roccioso dove non esitiamo ad usare le mani per avere un migliore equilibrio. Segue, subito oltre, un breve passaggio su cengia di pochi metri piuttosto esposto a destra. La difficoltà può essere amplificata in presenza di fondo bagnato o addirittura innevato mentre con fondo asciutto e piede fermo non vi sono grossi problemi. Da rilevare l’ampia vista verso occidente mentre nell’immediato circondario notiamo ancora una volta i bizzarri pinnacoli calcarei che caratterizzano l’escursione. Il sentiero volge verso sudest riportandosi nel bosco e traversando in breve, con scarsi dislivelli, fino alla base di un pendio per lo più terroso. Lo rimontiamo senza difficoltà passando immediatamente a sinistra di un grosso paretone calcareo. Al di là perdiamo qualche metro quindi passiamo immediatamente a monte di una grande frana che recentemente si è staccata dal pendio. Nel proseguo il sentiero raggiunge le massime pendenze dell’escursione: la salita diviene ripidissima e assai faticosa con il fondo che, particolarmente in autunno, risulta molto scivoloso per la presenza di foglie secche. In ultimo obliquiamo verso sinistra con minori pendenze guadagnando infine il punto più alto (m 1142 – ore 1 dalla partenza – libro di vetta). Impressionante appare il salto che la cima rivolge a settentrione (attenzione a non esporsi troppo).

Il panorama di vetta è, nei giorni tersi, assolutamente meritevole spaziando ad ovest sui monti Saccarello, Galero, Pizzo d’Ormea e Antoroto e ad est sui monti Carmo, Ravinet e Varatella. Verso meridione notiamo un bel tratto di litorale e quindi il Mar Ligure. Scegliendo di rientrare a ritroso ribadiamo di prestare attenzione al breve tratto esposto specialmente se si accompagnano bambini o persone molto inesperte.

Cenni sulla flora:

Merita senz’altro un cenno la particolare flora della zona. Nella salita abbondano le specie floreali come ad esempio la frequente Dafne laurella (Daphne laureola), ma ad essere preziosi sono soprattutto gli endemismi alcuni dei quali particolarmente rari e localizzati. Fra tutti ricordiamo il bellissimo Zafferano ligure (Crocus ligusticus). Potrete ammirarne moltissimi esemplari fioriti nei prati presso il Colle Scravaion se deciderete di salire la Rocca Barbena tra i mesi di ottobre e novembre. Ritenuto da molti il più bel Crocus presente in Italia, è inconfondibile per lo stimma sfrangiato che forma una sorta di fiocco rosso sporgente dal perigonio violetto. Si tratta di un endemismo delle Alpi Occidentali e dell’Appennino Ligure meritevole di rispetto e protezione.

Un’altra rarità è presente nei pinnacoli calcarei accostati nel settore mediano della salita: si tratta della splendida Primula impolverata (Primula marginata), un magnifico endemismo delle Alpi Occidentali che presenta stazioni disgiunte proprio nella zona del Monte Carmo e della Rocca Barbena oltre ad un’altra stazione isolata ancora più lontana nell’Appennino Ligure nella zona dei monti Ciapa Liscia e Roncalla tra le province di Genova e Piacenza. Sono inconfondibili sia le infiorescenze violette che le foglie caratterizzate da secrezioni calcaree così come suggerito dal nome comune della pianta. Per ammirarne i fiori dovrete risalire la Rocca Barbena nel mese di aprile. Nello stesso periodo, nell’ombra dei boschi e con un po’ di fortuna è possibile rilevare alcuni esemplari del raro Meleagride piemontese (Fritillaria involucrata) i cui tepali presentano una caratteristica retinatura a scacchi. E’ un altro endemismo delle Alpi Liguri e Marittime raro e pregevole caratterizzato da stazioni con pochissimi esemplari. Inutile raccomandare di non raccoglierne neppure un esemplare per garantirne la sopravvivenza sulle nostre montagne.

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