Aver

MONTE AVER (m 2745)

La strada per il Colle della Lombarda permette, nel suo periodo di apertura estiva, di guadagnare comodamente quota. È un’opportunità che gli escursionisti sfruttano volentieri in quanto divengono in questo modo abbordabili alcune cime che richiederebbero altrimenti una salita con dislivelli considerevoli. Il Monte Aver appartiene a questa categoria e nonostante la relativa facilità d’accesso resta una vetta a torto quasi dimenticata, complice un ambiente selvaggio e nel complesso piuttosto esposto alle intemperie. In una stabile giornata estiva l’ascesa al Monte Aver impegna per meno di mezza giornata offrendo una salita adatta ad un escursionista di media esperienza in grado di destreggiarsi tra pietraie inclinate e tracce di sentiero non sempre così chiare. Il premio è sempre dietro l’angolo: nonostante la fatica non è raro osservare i rapaci che sorvolano le vette delle Alpi Marittime mentre nel nostro caso abbiamo incontrato lo stambecco, re incontrastato di queste vette piuttosto impervie e poco battute. Inutile sottolineare l’importanza di tempo stabile scegliendo per la salita un giorno limpido nel periodo compreso tra luglio e settembre.

L’escursione in breve:

Laghetto di Orgials Inferiore (m 2243) – Colle dei Morti (m 2477) – Monte Aver (m 2745)

Dati tecnici:

Partenza dal Laghetto di Orgials Inferiore (m 2243): Difficoltà: EE (T sino al Colle dei Morti; EE nel tratto successivo con sentiero non esposto ma a tratti ripidissimo e poco evidente). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: mulattiera ampia ed evidente sino al Colle dei Morti; nel tratto successivo l’orientamento è più difficoltoso sebbene siano presenti diversi ometti di pietra. La salita richiede pertanto buone condizioni di visibilità. Dislivello assoluto: m 502. Acqua potabile sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si percorre la Valle Stura superando i paesi di Demonte e Vinadio. Un km dopo Vinadio abbandoniamo la statale volgendo a sinistra in direzione di Sant’Anna. Seguiamo la stretta stradina per 13 km quindi al bivio lasciamo a destra il proseguo per Sant’Anna procedendo a sinistra con indicazioni per la Francia. Procediamo nella salita con alcuni tornanti sino a bordeggiare il Laghetto di Orgials Inferiore (m 2243). Lo specchio d’acqua è posto a sinistra del piano stradale. Possiamo lasciare l’automobile in sua prossimità.

Descrizione del percorso:

Dal Laghetto di Orgials Inferiore (m 2243) procediamo a piedi lungo la strada asfaltata in direzione del Colle della Lombarda incontrando, dopo circa 700 metri, il punto (m 2261) in cui si separa sulla sinistra la bella mulattiera diretta al Colle dei Morti. Una vecchia indicazione in vernice gialla riportante il toponimo del valico indica il punto in cui il tracciato si stacca dalla rotabile. È bene prestare attenzione al punto in cui si separa la mulattiera non confondendosi con un secondo sentiero che si stacca appena oltre, sempre sulla sinistra, conducendo in questo caso al Passo di Orgials. Il tracciato sale tra ondulazioni prative e alcuni affioramenti rocciosi superando uno sbalzo più ripido. Si comincia ad osservare sulla destra il Monte della Valletta e sulla sinistra il Monte Aver obiettivo finale della nostra camminata.

Guadagniamo una sorta di ripiano erboso con il sentiero che diviene più ampio e meno pendente, bordeggiato ai lati da una fila di rocce poste ad arte per definire il tracciato. Bordeggiamo un modesto invaso d’acqua che occupa una conca subito a sinistra della mulattiera quindi proseguiamo senza apprezzabili difficoltà. L’ambiente resta per lo più prativo sebbene siano presenti alcune rocce montonate a ricordare un’epoca in cui i ghiacciai coprivano completamente l’area. È ormai ben visibile la pronunciata sella che divide il Monte della Valletta dal Monte Aver. Il sentiero punta in modo evidente in questa direzione con un’ultima breve frazione un po’ più ripida. In breve accediamo così al Colle dei Morti (m 2477 – ore 0,50 dalla partenza) dove si apre ai nostri occhi il panorama verso nordest.

Sulla sinistra siamo sovrastati dalle guglie rocciose del Monte Aver che sembra apparentemente difficile da raggiungere. La via di salita, sebbene richieda attenzione per il fondo mobile e ripido, si rivelerà invece più abbordabile delle apparenze. Si tratta di arretrare qualche metro sino a trovare una traccia poco evidente che si inerpica sul pendio di rocce e detrito instabile. In occasione del nostro passaggio era presente su un masso la scritta non molto visibile “Monte Aver” con una freccia nera a indicare la direzione della salita. La primissima parte della traccia è particolarmente faticosa per la pendenza assai marcata con la sensazione di ascendere quasi verticalmente rispetto alla sella sottostante. Superati i primi 40 – 50 metri di dislivello la pendenza si attenua leggermente con il fondo detritico che si alterna ad alcune frazioni erbose meno impegnative. Il sentierino non è così visibile, prestando molta attenzione si riesce tuttavia ad avanzare cercando con lo sguardo la giusta direzione indicata da diversi provvidenziali ometti di pietre. Muoviamo sempre in diagonale ascendente restando a sinistra rispetto al crinale soprastante. Attraversiamo alcune pietraie quindi muoviamo progressivamente verso destra sino a raggiungere la cresta discendente dalla cima in coincidenza di un dosso prativo. Inutile dire che il panorama si torna ad aprire verso oriente mentre alle spalle, al di là del Colle dei Morti, si erge incombente e precipite la sagoma del Monte della Valletta. Subito oltre la traccia abbandona ancora una volta il crinale riportandosi alla sua sinistra proseguendo nella salita in diagonale ascendente. Gli ometti di pietre tendono a confondersi nelle vaste pietraie inclinate che caratterizzano il settore superiore della montagna. Con buona visibilità si riesce comunque a procedere senza perdersi nell’uniformità del pendio. Il percorso punta in direzione del colletto compreso tra la Cima Centrale e quella Orientale. Il Monte Aver presenta infatti tre culmini. Nel nostro caso raggiungeremo quello più alto ovvero la Cima Orientale che, curiosamente, è anche la più comoda da raggiungere. In breve guadagniamo il colletto immediatamente ai piedi della Cima Centrale, riconoscibile per la croce posta sul suo culmine. La vetta Centrale è caratterizzata da rocce rotte con difficoltà di 1° grado su terreno esposto per chi vuole in qualche minuto raggiungerne il culmine. Chi non vuole difficoltà procederà verso la più alta Cima Orientale posta a destra rispetto al colletto.

Il percorso segue in questo caso un crinale in gran parte prativo, ampio e rassicurante su terreno ora facile e senza difficoltà d’orientamento. Un ultimo tratto su crinale più esile ma mai difficile precede l’arrivo sul punto più alto (m 2745 – ore 1,45 dalla partenza).

Spettacolare appare la vista in tutte le direzioni. In primo piano spiccano la Cima Centrale e la Cima Occidentale del Monte Aver caratterizzate verso nord da grandi pendii di sfasciumi. Osserviamo il vicino Monte della Valletta che in precedenza aveva colpito il nostro sguardo per il suo aspetto massiccio ed incombente. Dalla vetta del Monte Aver appare ora spogliato di ogni imponenza mentre più distante si osserva, nei giorni sereni, il Monte Argentera, che dall’alto dei suoi 3297 metri è il punto culminante delle Alpi Marittime. Verso occidente la vista si estende al versante francese osservando montagne a perdita d’occhio. Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta la debita attenzione alla frazione compresa fra la vetta e il Colle dei Morti. Nel complesso l’escursione impegna per circa 3,10 ore soste escluse.

Cenni sulla flora:

Nonostante il tracciato non molto lungo, l’ascensione appena descritta al Monte Aver attraversa ambienti d’alta quota in condizioni di sostanziale integrità. Il cammino è allietato dalla presenza di numerose specie botaniche. Segue un estratto delle principali osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella seconda metà del mese di luglio.

1)    Garofano pavonio (Dianthus pavonius), endemico delle Alpi Occidentali, è segnalato in Liguria e in Piemonte.

2)    Veronica di Allioni (Veronica allionii), endemica delle Alpi Occidentali.

3)    Cavolaccio lanoso (Adenostyles leucophylla). È una specie endemica con areale esteso dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta sino al Trentino Alto Adige interessando le Alpi Occidentali e Centrali. Lungo il percorso descritto è presente ad esempio presso il Colle dei Morti e nel colletto tra la Cima Centrale quella Orientale del Monte Aver.

4)    Raponzolo di Micheli (Phyteuma michelii). É una specie endemica delle Alpi sud-occidentali.

5)    Genziana di Villars (Gentiana burseri subsp. villarsii). È una sottospecie endemica delle Alpi Occidentali che interessa con la sua presenza sia il versante italiano che quello francese. É osservabile ai lati della strada nel breve tratto compreso tra il Lago di Orgials Inferiore e l’inizio del sentiero per il Colle dei Morti.

6)    Pedicolare del Moncenisio (Pedicularis cenisia). In Italia è una specie nel complesso rara presente solo sulle Alpi Occidentali e in poche stazioni sul crinale dell’Appennino Settentrionale. Una piccola stazione è presente proprio in vetta al Monte Aver.

7)    Astro alpino (Aster alpinus)

8)    Betonica densiflora (Stachys pradica)

9)    Giglio martagone (Lilium martagon) osservabile ai lati della strada nel tratto compreso tra il Lago di Orgials Inferiore e l’inizio del sentiero per il Colle dei Morti.

10)  Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

11)  Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum)

12)  Spillone alpino (Armeria alpina)

13)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

14)  Veratro comune (Veratrum album)

15)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

16)  Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium)

17)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

18)  Verga d’oro (Solidago virgaurea)

19)  Stella alpina (Leontopodium alpinum)

20)  Poligono alpino (Koenigia alpina) osservabile nel tratto mediano di salita compreso tra il Colle dei Morti e la vetta del Monte Aver.

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