Cavalbianco

 

MONTE CAVALBIANCO (m 1855)

Posizionato all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, il Monte Cavalbianco domina il Passo di Pradarena rispetto al quale è posto poco più a nord e quindi fuori dalla linea di crinale. Di conseguenza la montagna amministrativamente è posta per interno nella provincia di Reggio Emilia. La possibilità di salire sino al Passo di Pradarena rende l’itinerario molto breve sia come lunghezza che come dislivello complessivo. Non è però un problema riempire al meglio una giornata aggiungendo altre cime circostanti come ad esempio i monti Asinara e Sillano oppure la Cima Belfiore. Si tratta in ogni caso di una vetta molto spiccata e del tutto libera, nella parte sommitale, da alberatura. Il panorama che si gode dalla cima è assai vasto sia in direzione della Val Padana che nel versante toscano potendo osservare le Alpi Apuane. Essendo una cima prossima alla cresta principale ne consigliamo la salita tra metà maggio e autunno inoltrato per trovarla libera dalla neve.

L’escursione in breve:

Passo di Pradarena (m 1576) – Monte Cavalbianco (m 1855)

Dati tecnici:

Partenza dal Passo di Pradarena (m 1576): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 279. Acqua sul percorso: fonte presso la partenza.

Accesso alla partenza:

La partenza coincide con l’importante Passo di Pradarena, uno dei più alti valichi rotabili dell’Appennino Settentrionale. Usando l’autostrada A1 si esce a Reggio Emilia e si seguono le indicazioni per La Spezia e il Passo del Cerreto (SS 63). Arrivati al paese di Busana si abbandona la statale volgendo a sinistra sulla SP 18 per salire a Ligonchio (75 km da Reggio Emilia). Si tratta dell’ultimo paese, se si eccettua la piccola frazione di Ospitaletto, prima della salita che conduce direttamente al valico, al confine tra l’Emilia e la Toscana. Naturalmente si può salire al valico anche dal versante toscano. In questo caso si raggiunge, con la SS 445 della Garfagnana, il paese di Piazza al Serchio. Si abbandona la statale per salire dapprima a Sillano quindi, in 4,5 km, sino a Capanne di Sillano. La strada procede in ripida salita guadagnando, in ulteriori 7 km, il Passo di Pradarena.

Descrizione del percorso:

La salita al Monte Cavalbianco è un’avventura breve ma suggestiva. Si individua il sentiero di salita proprio a fianco del bel rifugio presente in coincidenza del Passo di Pradarena (m 1576). Presso la struttura sono presenti tavoli per il pic-nic e un’abbondante fonte. I cartelli indicano la cima a meno di un’ora di cammino. Ci incamminiamo lungo il sentiero che sale nell’ombrosa faggeta e dopo qualche minuto troviamo l’unico bivio dell’ascensione. Ignoriamo il segnavia 643 che si separa alla nostra destra proseguendo invece davanti a noi sul sentiero 643A.

Ancora un breve tratto di bosco e all’improvviso superiamo il limite dell’alberatura. Siamo così in ambiente aperto con la vetta del Cavalbianco proprio di fronte a noi e soprattutto a portata di mano. Verso oriente ad attirare il nostro sguardo è la sagoma inconfondibile del Monte Cusna, seconda più alta cima dell’Appennino Tosco Emiliano. Pochi metri di salita nella prateria e siamo sul filo del crinale con il paesaggio che si allarga verso occidente raggiungendo la vetta dell’Alpe di Succiso oltre ad essere osservabile un lungo tratto del crinale spartiacque con in evidenza la Cima Belfiore e soprattutto il Monte Nuda.

La nostra salita procede per un breve tratto lungo la cresta quindi il sentiero si scosta sulla destra per aggirare un’evidente anticima caratterizzata da alcuni affioramenti arenacei. Alle spalle è ora osservabile il Passo di Pradarena mentre all’orizzonte meridionale si stagliano le Alpi Apuane. Aggirata l’anticima il tracciato si riporta sul crinale discendente dal punto più alto; l’ultimo tratto di salita ne mantiene fedelmente il filo articolandosi nella vasta prateria d’altitudine. Gli affioramenti rocciosi restano limitati rappresentando, lungo queste pendici, l’eccezione. A partire dalla tarda primavera le fioriture rallegrano l’ascensione, già di per sé molto piacevole, in virtù di un panorama che nei giorni tersi pare sconfinato. Senza ulteriori difficoltà guadagniamo l’ampia ed erbosa cima (m 1855 – ore 0,55 dalla partenza).

Si ripete il grandioso panorama allargandosi in tutte le direzioni. Abbiamo già accennato alla visione del Cusna ad est e dell’Alpe di Succiso e del Monte Casarola verso ovest. Spostandosi con l’occhio verso settentrione appare evidente l’isolata sagoma del Monte Ventasso mentre sullo sfondo si osserva la Pianura Padana e lontanissimo l’arco alpino. Alle spalle sfila il lungo crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano con visibili le cime del Monte Prado, del Sillano nonché i monti Ischia, Scalocchi e Cima Belfiore. Un occhio attento saprà riconoscere all’orizzonte meridionale i monti Pisanino, Cavallo, Tambura, Sella e Sumbra nell’ambito delle Alpi Apuane. Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 1,30 di cammino.

Cenni sulla flora:

L’area interessata dall’escursione è inclusa nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano a proteggere un ambiente sostanzialmente integro e di rilevante interesse per la flora d’altitudine. Segue una lista parziale delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella prima parte del mese di giugno.

1)     Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

2)     Genzianella (Gentiana verna)

3)     Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

4)     Sassifraga muschiata (Saxifraga moschata)

5)     Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia)

6)     Acetosella (Oxalis acetosella)

7)     Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina)

8)     Viola con sperone (Viola calcarata)

9)     Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

10)  Ranuncolo del Pollino (Ranunculus pollinensis). Endemico dell’Italia peninsulare trova nell’Appennino Tosco Emiliano le sue estreme stazioni settentrionali.

11)  Finocchio montano (Meum athamanticum)

12)  Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

13)  Orchide maschia (Orchis mascula)

14)  Draba gialla (Draba aizoides)

15)  Sferracavallo comune (Hippocrepis comosa)

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