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MONTE CROCE DOMINI (m 2055) MONTE RONDENINO (m 2089)
Non crediamo troverete molte guide che parlino dell’area interessata da questa splendida escursione. L’anonimato del settore è senz’altro da attribuirsi alla vicinanza di vette più famose poste a nord del Passo Croce Domini. È il caso di cime quali il Cornone di Blumone o il Frerone nonché dell’area che include il Lago della Vacca e la piana del Gaver. Spostandosi a sud del Passo Croce Domini le cime appaiono meno appariscenti; le forme si fanno più modeste e arrotondate. Siamo all’estremità delle Prealpi Bresciane ed è stata per noi una vera sorpresa scoprire zone dove è ancora possibile trovarsi a camminare nella solitudine quasi totale. L’escursione offre moltissimo da un punto di vista panoramico grazie alla visione delle vette che caratterizzano il settore meridionale del Gruppo dell’Adamello. Consigliatissima è inoltre la digressione al Laghetto di Mignolo Alto capace di offrire scorci di natura allo stato primordiale. Consigliamo questa esperienza fuori dalla direttrice degli itinerari più noti nel mese di giugno, quando le verdissime praterie punteggiate da migliaia di fiori rendono il cammino indimenticabile. Prima di giugno la neve è spesso ancora presente e il tratto stradale compreso tra il Passo Croce Domini e il Laghetto di Lavena risulta quasi sempre chiuso al traffico per il pericolo di frane o valanghe. L’escursione in breve: Laghetto di Lavena (m 1994) – Passo di Rondenino (m 2042) – Malga Rondenino Alto (m 1948) – Malga Mignolino (m 1947) – Laghetto di Mignolo Alto (m 1990) – malga senza nome (m 2006) – a ritroso sino a Malga Rondenino Alto (m 1948) – Valico Poffa di Rondenino (m 2011) – Monte Croce Domini (m 2055) - Valico Poffa di Rondenino (m 2011) – Monte Rondenino (m 2089) – SP BS 345 – Laghetto di Lavena (m 1994) Dati tecnici: Partenza dal Laghetto di Lavena (m 1994): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: frammentaria; risulta inesistente tra il Laghetto di Lavena e Malga Mignolino. Assente è anche nel tratto compreso tra il Valico Poffa di Rondenino e il Monte Rondenino oltre naturalmente alla frazione che ricalca la SP BS 345. Con tempo buono l’orientamento non è comunque troppo impegnativo. Dislivello assoluto: m 159. Dislivello realmente coperto nettamente superiore essendovi numerosi saliscendi. Acqua potabile sul percorso: solo al ritorno presso il km 62 della SS 345. Sulla sinistra della carreggiata è presente una bella fonte. Accesso alla partenza: Si accede alla partenza dalla Val Camonica oppure dalla Val Sabbia. Salendo dalla Val Camonica: Si supera la deviazione per Boario Terme procedendo sino in prossimità di Esine. Si abbandona la statale della Val Camonica volgendo a destra con indicazioni per il Passo Croce Domini che dista circa una trentina di chilometri. Scavalcati i paesi di Berzo Inferiore e Bienno la strada si inerpica progressivamente più ripida in un ambiente che diviene d’alta montagna. A quota 1400 metri superiamo Campolaro, l’ultima piccola frazione prima di salire infine al Passo di Croce Domini. Raggiunto il valico abbandoniamo la strada che procederebbe verso Bagolino scegliendo invece di volgere verso destra. Il tracciato diviene immediatamente a fondo naturale risultando percorribile, con cautela, anche ad un’utilitaria prestando attenzione a buchi e pietre prominenti. Il tratto di strada bianca da percorrere è di quasi 4 km. Appena superato il paletto indicante il km 61,5 si osserva sulla destra il bel laghetto di Lavena. Lasciamo l’auto nell’ampio spiazzo dal quale si separa il brevissimo sentiero che porta allo specchio d’acqua. Salendo dalla Val Sabbia: Si risale la valle raggiungendo il lago di Idro. La comoda provinciale prosegue lungo la sponda occidentale del lago superando Anfo e portandosi alla testata dello specchio d’acqua. Poco prima del paese di Ponte Caffaro volgiamo a sinistra con indicazioni per Bagolino e Passo Croce Domini abbandonando la strada che procederebbe altrimenti in direzione di Tione di Trento e Madonna di Campiglio. Seguiamo la comoda statale raggiungendo Bagolino e ignorando il bivio a sinistra per il Passo della Maniva. La strada diviene poi più ripida e, in un contesto d’alta montagna, supera dapprima il piccolo abitato di Val Dorizzo per poi accedere alla bellissima piana del Gaver, dominata dall’immensa mole del Cornone di Blumone. La strada volge con decisione verso occidente e, con alcuni km di ripida salita, sale raggiungendo il Passo di Croce Domini e l’omonimo rifugio. Si procede abbandonando il proseguo in discesa della strada volgendo verso sinistra. Il tracciato diviene immediatamente a fondo naturale risultando percorribile, con cautela, anche ad un’utilitaria prestando attenzione a buchi e pietre prominenti. Il tratto di strada bianca da percorrere è di quasi 4 km. Appena superato il paletto indicante il km 61,5 si osserva sulla destra il bel laghetto di Lavena. Lasciamo l’auto nell’ampio spiazzo dal quale si separa il brevissimo stradello che porta allo specchio d’acqua. Descrizione del percorso: Mentre sulla destra della strada si separa in lieve discesa lo stradello che conduce al laghetto di Lavena, sulla sinistra sale invece una ripida mulattiera a fondo cementato. La nostra escursione muove in questa direzione con eccellenti scorci alle spalle sia sullo specchio d’acqua che in lontananza verso la Val Camonica. In pochi minuti raggiungiamo l’evidente valico del Passo di Rondenino (m 2042) dove si aprono verso oriente nuovi orizzonti. La cementata prosegue perdendo quota in questo versante con un eccellente scorcio verso nordest ad osservare il Cornone di Blumone e, più in generale, il settore meridionale del Gruppo dell’Adamello. Poco prima di raggiungere l’evidente Malga Rondenino Alto si separa sulla sinistra il sentiero segnato dove si svilupperà il proseguo del nostro itinerario ad anello. Prima di muovere in questa direzione eseguiamo tuttavia la bella digressione che conduce al Laghetto di Mignolo Alto restando dapprima sulla carrareccia per guadagnare in qualche minuto la costruzione (m 1948). Abbandoniamo il proseguo dello stradello che proseguirebbe oltre la Malga Rondenino Alto per traversare invece verso destra, senza via obbligata, in direzione della non lontana e già visibile Malga Mignolino. Il percorso non è in alcun modo segnato ma con buona visibilità la costruzione è ben evidente e facilmente riconoscibile per la presenza, nei suoi pressi, di due piccoli specchi d’acqua. L’ambiente resta prativo e solitario con grandiosa visione che si allarga verso nord includendo le pendici del Monte Frerone. Superati i ruderi della Malga Mignolino, pochi metri sotto la struttura, andiamo a confluire nel sentiero che sale dalla profonda Val Rondenino. Prendiamo quota verso destra tagliando il pendio con una breve frazione più ripida. Saliamo tra la vegetazione per lo più erbosa osservando alla sinistra, fuori dal nostro sentiero, una modesta chiesetta in pietra comunque raggiungibile con una breve deviazione. Decresce la pendenza sino a guadagnare il modesto pianetto torboso in parte occupato da un piccolo laghetto (palo di legno con malconci cartelli indicatori). Il sentiero procede aggirando l’invaso sulla sinistra per guadagnare un bel poggio erboso ai piedi del Monte Mignolo. Andiamo a scorgere, poco più in basso, il Laghetto di Mignolo Alto. Il percorso cala ad aggirare lo specchio d’acqua, anche in questo caso sulla sinistra, sino a toccare l’evidente piccolo ricovero in pietra senza toponimo a quattro passi dalla sponda (m 2006). É naturalmente possibile scendere, senza via obbligata, sino al lago (m 1990) ammirandone riflessi e trasparenze. Prima di concludere la nostra digressione procediamo ancora brevemente, su tracce non molto chiare, sino al costone erboso dal quale ci affacciamo verso est in direzione del sottostante pianetto occupato dal Laghetto di Mignolo Inferiore in un ambiente alpestre solitario e di grande suggestione. Sono zone non troppo frequentate e proprio per questo ancora più meritevoli di attenzione grazie ad una natura intatta. A termine della digressione rientriamo a ritroso tornando a toccare Malga Mignolino e Malga Rondenino Alto. Appena oltre quest’ultima costruzione abbandoniamo la cementata che riporta alla partenza trovando il sentiero segnato che si separa a destra e che andiamo a seguire per procedere nell’itinerario ad anello. Si tratta di una frazione in debole saliscendi che si sviluppa tra prati davvero meravigliosi ad inizio stagione, punteggiati come sono da migliaia di fiori. Sebbene non indicato in tutte le mappe escursionistiche, il sentiero è facile, segnato e soprattutto molto evidente essendo scavato nel manto erboso. Il motivo dominante del cammino è dato dalla vista del Cornone di Blumone e del Frerone essendo entrambi di fronte a noi. Superiamo un modesto macero per proseguire nel lungo traverso godendo dei silenzi di un’area ingiustamente dimenticata da gran parte degli escursionisti. Lasciamo alla nostra destra la profonda Val Rondenino mentre all’orizzonte si stagliano le cime della parte inferiore del Gruppo dell’Adamello. Poco oltre riprendiamo debolmente quota sino a guadagnare il crinale in coincidenza del Valico Poffa di Rondenino (m 2011) dove troviamo la SP 345 nel tratto compreso tra il Passo Croce Domini e il Laghetto di Lavena. Il valico è posto tra due facili elevazioni che andiamo a salire in sequenza con altrettante brevi digressioni; abbiamo sulla destra il Monte Croce Domini e sulla sinistra il Monte Rondenino. Cominciamo con la prima, assai facile, grazie al bel sentiero che lascia sulla sinistra il filo di cresta per solcare più comodamente i facili prati sommitali. Raggiungiamo in breve il punto più alto contraddistinto da un paletto che riporta il toponimo della cima (m 2055). Sono settori che furono aspramente contesi, durante il primo conflitto mondiale, come evidente dai resti della postazione di vetta in cui furono installate alcune mitragliatrici. Il paesaggio offre un eccellente scorcio sia verso la Val Camonica che a settentrione con il Monte Asino di Bazenina ad impedire quasi completamente la vista del Cornone di Blumone. Più chiara appare la vista del Monte Frerone. Rientriamo a ritroso al Valico Poffa di Rondenino restando questa volta sul filo di cresta. Sovrastiamo la SP 345 che si sviluppa alla nostra destra e che abbiamo precedentemente percorso in automobile per guadagnare la partenza. Raggiunto il valico procediamo mantenendo i prati di crinale per muovere in direzione della modesta piramide in gran parte erbosa del Monte Rondenino. Invece di ricalcare il filo di cresta, in questo tratto molto ripido e faticoso, debordiamo sul lato rivolto ad oriente seguendo la modesta traccia non segnata ma evidente che taglia il pendio quasi in piano. Il sentierino evita la cima traversando più in basso e proseguendo oltre la sommità. Si tratta, senza via obbligata, di abbandonare il tracciato, nel punto che si ritiene più comodo, per salire ripidamente sulla destra raggiungendo senza alcuna difficoltà la vetta. In alternativa si sale a destra prima della cima con alcune isolate conifere a fare da riferimento. In questo caso si affronta in qualche minuto il ripidissimo pendio che permette l’accesso diretto al soprastante crinale. Lo rimontiamo verso sinistra tra facili balze erbose raggiungendo anche in questo caso il punto più alto (m 2089). Si ripete l’eccellente visione del Frerone e del Cornone di Blumone oltre al Monte Laione e alla Cima Terre Fredde. Verso meridione il paesaggio è occupato dalle Prealpi Bresciane con in evidenza la SP 345 che andremo a seguire per completare il nostro anello. Si tratta infatti di arretrare sino al Valico Poffa di Rondenino (m 2011) dove passiamo sulla strada aperta al traffico. La seguiamo verso sinistra in lunga traversata un po’ noiosa dopo i bellissimi ambienti scoperti in precedenza. In compenso il traffico è assai limitato con gran parte dei turisti che si limitano al Passo Croce Domini senza addentrarsi lungo una strada a fondo naturale apparentemente molto malmessa e quindi poco consigliabile. In coincidenza del km 62 della strada (cartello chilometrico) troviamo sulla sinistra una bella fonte d’acqua sorgiva che scaturisce direttamente dalle rocce. Ancora poco più di mezzo km di strada e rientriamo senza alcuna difficoltà al parcheggio dove ritroviamo l’automobile a chiusura di un percorso ad anello che ha impegnato circa 4 ore del nostro tempo. Cenni sulla flora:
La zona del Passo Croce Domini è ben nota agli amanti della flora per la straordinaria ricchezza botanica. Non fa eccezione l’area attraversata dall’itinerario appena descritto. Da rilevare la presenza di alcuni interessanti endemismi. A seguire trovate un estratto delle principali specie osservate eseguendo l’escursione nel mese di giugno. Endemismi: 1) Primula di Val Daone (Primula daonensis); splendido endemismo dei terreni silicei con areale centrato prevalentemente nei gruppi dell’Adamello e dell’Ortles – Cevedale con sconfinamenti nei gruppi circostanti. Lungo il percorso descritto è presente per ampi tratti anche lungo la strada a fondo naturale che dal Valico Poffa di Rondenino raggiunge il Laghetto di Lavena 2) Primula lombarda (Primula glaucescens); endemismo delle Prealpi calcaree lombarde inconfondibile per i fiori con petali di colore tra il rosso e il porporino e per le foglie acute e coriacee. La fioritura è anticipata ed è immediatamente successiva alla fusione della neve. Lungo il percorso descritto è presente con diversi esemplari presso la cima del Monte Croce Domini 3) Viola del Monte Guglielmo (Viola culminis); è un endemismo ad areale assai ristretto limitato al Monte Guglielmo, da cui deriva il nome della specie, e alla zona della Val Fredda – Passo Croce Domini. Lungo il nostro percorso è facilmente osservabile nei prati tra Malga Rondenino Alto e il Valico Poffa di Rondenino 4) Meleagride alpino (Fritillaria tubaeformis). Il più appariscente degli endemismi presenti in quest’area. Si tratta di una pianta esclusiva delle Alpi Occidentali e Centrali in generale molto rara e di straordinaria bellezza grazie al grande fiore pendulo caratterizzato da un’appariscente retinatura a scacchi. Nel bresciano sono presenti alcune tra le stazioni più abbondanti della pianta in questione. Lungo il nostro percorso è presente una bella stazione proprio in coincidenza della vetta del Monte Rondenino. 5) Erba unta bianco maculata (Pinguicula leptoceras), endemica dell’arco alpino, è una delle poche piante carnivore presenti in Italia; le sue foglie appiccicose sono una trappola per gli insetti più piccoli; la pianta produce poi enzimi atti a digerire le prede. Lungo l’itinerario descritto è osservabile poco a monte della Malga Rondenino Alto nella parte iniziale del cammino. Altre specie osservate: 1) Primula di Haller (Primula halleri) 2) Viola palustre (Viola palustris) osservabile presso il modesto specchio d’acqua che si incontra prima di calare al Laghetto di Mignolo Alto. 3) Camedrio alpino (Dryas octopetala) presente lungo questo percorso solo sul Monte Croce Domini grazie al substrato in parte calcareo. 4) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens) 5) Soldanella alpina (Soldanella alpina) 6) Soldanella della silice (Soldanella pusilla) presso il Laghetto di Mignolo Alto. 7) Primula maggiore (Primula elatior) 8) Rodiola rosea (Rodiola rosea) presso la Malga Mignolino e il Laghetto di Mignolo Alto. 9) Genziana punteggiata (Gentiana punctata) nei pendii tra Malga Mignolino e il Laghetto di Mignolo Alto. 10) Pinguicola alpina (Pinguicula alpina) nel versante occidentale del Monte Rondenino. 11) Botton d’oro (Trollius europaeus) 12) Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum) 13) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 14) Anemone del Monte Baldo (Anemone baldensis) 15) Vedovella alpina (Globularia nudicaulis) 16) Vedovella celeste (Globularia cordifolia) 17) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 18) Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea) 19) Orchidea maschia (Orchis mascula) 20) Celoglosso (Coeloglossum viride) 21) Orchide candida (Pseudorchis albida) 22) Clematide alpina (Clematis alpina) 23) Poligono viviparo (Polygonum viviparum) 24) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 25) Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris) 26) Anemone alpino (Pulsatilla alpina) 27) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) 28) Genzianella (Genziana verna) 29) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 30) Cariofillata montana (Geum montanum) 31) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina) 32) Giglio martagone (Lilium martagon) 33) Pedicolare a foglie verticillate (Pedicularis verticillata) 34) Crepide dorata (Crepis aurea) 35) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) 36) Arabetta alpina (Arabis alpina) 37) Calta (Caltha palustris) 38) Billeri pennato (Cardamine resedifolia) 39) Viola gialla (Viola biflora) 40) Erica carnea (Erica carnea) 41) Bugola piramidale (Ajuga pyramidalis) 42) Vulneraria (Anthyllis vulneraria)
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