Misone

MONTE MISONE (CIMA CAMINACOL - m 1803)

Piuttosto appartato rispetto alla parte centrale delle Alpi di Ledro, il monte Misone è una grande montagna dalla sommità prativa che domina dall’alto la conca del lago di Tenno. La sua posizione piuttosto isolata rende questa meta molto interessante per via dello splendido panorama a 360 gradi che si gode dalla vetta. Non è affatto lontana la testata del lago di Garda che risulta ben osservabile dal punto più alto; ancora più spettacolare è la vista, verso settentrione, delle Dolomiti di Brenta oltre all’Adamello e al Carè Alto con i loro ghiacciai. La via di salita risale, nell’ultimo tratto, il versante settentrionale della montagna; per questa ragione è bene non eseguire l’ascensione prima di maggio per via dell’innevamento che può costituire un serio ostacolo. Appena avvenuto il disgelo diviene un’escursione raccomandabilissima, interessante non solo per il panorama ma anche per la flora, tipicamente d’alta montagna nonostante la vicinanza al Lago di Garda che, come noto, influenza il clima del circondario mitigandolo sensibilmente. Da evitare i periodi estivi più caldi per via della quota contenuta 

Dati tecnici:

Partenza dal parcheggio presso la Sella di Calino (m 930): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 872. Acqua: assente.

Accesso:

Si accede alla partenza da Riva del Garda seguendo le indicazioni per Varone e Tenno. Raggiunto il paese di Tenno si procede brevemente in direzione dell’omonimo lago superando la frazione di Vila. Poco oltre troviamo, sulla destra, la stretta stradina asfaltata con indicazioni per il rifugio S.Pietro. La strada sale ripida, ma senza difficoltà, sino al parcheggio del Rifugio S.Pietro (m 930) posto nel bosco appena sotto la Sella di Calino.

Descrizione del percorso:

La prima parte del nostro percorso è la meno interessante ma permette di guadagnare rapidamente quota sulle pendici meridionali del Misone. Si parte dal parcheggio presso la Sella di Calino procedendo per poche decine di metri lungo il proseguo della strada bianca (chiusa al traffico). Troviamo quasi subito il bivio a sinistra (segnavia 412) che conduce in vetta: abbandoniamo pertanto il proseguo della forestale in direzione della Valle di S.Pietro per cominciare ad arrampicarci con tracciato assai ripido che progressivamente si riduce trasformandosi in sentiero. Come anticipato è una frazione un po’ noiosa, complice la vegetazione che non permette d’osservare il panorama circostante. Anche il fondo non aiuta: sassi instabili e scomodi rendono particolarmente fastidioso il cammino, tuttavia la salita diviene progressivamente più comoda e qualche apertura permette di cominciare a scorgere, verso sud, la testata del Lago di Garda sovrastata dal monte Altissimo di Nago e, verso est, le pendici prative dello Stivo.

Ad ore 1,20 dalla partenza raggiungiamo la Sella di Castiol (m 1350) punto che segna il passaggio dal versante sud del Misone a quello occidentale. Il sentiero cambia caratteristiche divenendo meno ripido e finalmente più comodo grazie al fondo terroso: traversiamo nel fresco della faggeta mantenendoci alti rispetto al fondovalle che ospita il lago di Tenno. Abbiamo i primi scorci tra gli alberi in direzione del crinale del Corno di Pichea e di Cima Parì. Poco oltre traversiamo un canalone privo d’alberatura e questo permette la visione di un panorama ancora più grandioso: oltre alle cime prima citate delle Alpi di Ledro possiamo osservare, sotto di noi, le acque color turchese del Lago di Tenno. Da notare che questo è l’unico breve tratto dell’escursione a permetterne la visione; l’angolazione della montagna non permetterà nel proseguo d’osservarlo. Il nostro itinerario prosegue in ambiente suggestivo, con tratti prativi alternati ad una rada boscaglia in parte a conifere. In salita molto moderata raggiungiamo infine un culmine oltre il quale il percorso volge verso nordest. Una sosta in questo punto è senz’altro meritevole in quanto si dischiudono ai nostri occhi nuovi orizzonti. La vista si apre in direzione delle Valli Giudicarie dominate, sullo sfondo, dalle pareti rocciose delle Dolomiti di Brenta e dalle cime del gruppo dell’Adamello. Più a destra abbiamo inoltre una vista ravvicinata della bellissima conca prativa che accoglie la Malga di Tenno. Procediamo brevemente tra i faggi sino a portarci proprio in questa magnifica distesa a pascolo. Siamo in un ambiente pastorale idilliaco: i prati sono racchiusi a nord da splendide abetaie mentre a destra, come anticipato, abbiamo la Malga di Tenno (m 1575 – ore 2 dalla partenza). Troviamo inoltre la deviazione ben indicata dall’eccellente segnaletica per la cima; abbandoniamo così la conca prativa per volgere con decisione a destra, in diagonale ascendente. L’orizzonte si amplia sempre più ed è magnifico il contrasto tra le rocce e i ghiacciai all’orizzonte con i sottostanti, verdissimi prati presso la Malga Tenno. La salita conduce brevemente nel bosco di conifere quindi un secco tornante ci riporta verso sinistra. Il bosco diviene progressivamente più rado e possiamo, per la prima volta, scorgere ad occidente l’appuntita sagoma del Carè Alto avvolta tra  ghiacciai perenni. In moderata ascesa passiamo presso gli ultimi alberi quindi, in ambiente ampio e luminoso, volgiamo ancora una volta verso destra su comodo sentierino ben marcato. Il bosco lascia spazio alla prateria d’altitudine ed è sempre l’orizzonte settentrionale ad attrarre il nostro sguardo. Saliamo sino ad un ampio dorso prativo dal quale notiamo, a sinistra, la cima ormai prossima. Gli ultimi passi tra erba e piccoli affioramenti rocciosi conducono direttamente sino al punto più alto (m 1803 – ore 2,45 dalla partenza – libro di vetta). Ampio e sconfinato è il panorama, complice la posizione isolata del Misone. A nordest abbiamo il Bondone con le sue cime mentre a sud - sud est notiamo, nei giorni tersi, la testata del lago di Garda sovrastata dalla lunga catena del monte Baldo e dall’ampia cupola del monte Altissimo di Nago. Passando a sud ovest osserviamo la lunga catena che dal monte Rocchetta Giochello ascende sino alle cime Sclapa e Parì. Subito a destra della Cima Parì notiamo la marcata Bocca di Trat quindi il crinale si impenna di nuovo, ad occidente, nelle cime della Mazza di Pichea, Corno di Pichea e Tofino. A nordovest le vaste regioni ghiacciate ai piedi del Carè Alto e dell’Adamello fanno splendida mostra di sé; infine l’orizzonte settentrionale è chiuso dalla presenza del Brenta con le sue rocce dolomitiche. Il rientro avviene a ritroso.

Cenni sulla flora:

La salita al Misone è di notevole interesse per gli amanti della flora. Nonostante la vicinanza del lago di Garda che, come noto, mitiga il clima delle sponde rendendolo quasi mediterraneo, il Misone presenta comunque una flora con parecchi elementi alpini. Nel nostro caso abbiamo eseguito la salita ad inizio maggio e quindi non nel periodo di massima fioritura che solitamente coincide con il mese di giugno. Nonostante questo abbiamo potuto identificare con certezza un numero davvero considerevole di specie. Fra tutte quante la più pregevole è senza dubbio la Peonia selvatica (Paeonia officinalis L.). Questa pianta, davvero appariscente per via dei suoi grandi fiori dai petali porporini, è stata in passato raccolta indiscriminatamente per la sua bellezza. Oggi è ancora presente in molte regioni italiane si è tuttavia pericolosamente rarefatta e le stazioni di crescita sono spesso isolate e disgiunte fra loro. Il monte Misone assieme al vicino Stivo rappresenta una delle rare zone in cui è presente nel Trentino. Nel mese di maggio la fioritura delle numerose piante offre uno spettacolo inconsueto: il sottobosco, nel tratto che precede e segue la Sella di Castiol sin quasi alla Malga Tenno, appare costellato da decine di fiori violacei; quando li osserverete ricordatevi di non danneggiare le piante: vige l’assoluto divieto di raccolta ed è giusto così se vogliamo che questa meravigliosa pianta torni ad essere diffusa come un tempo.

Molte altre specie potranno essere notate dall’attento osservatore. Ne indichiamo di seguito alcune in ordine grosso modo di “comparsa” ovvero dalla partenza sino alle specie osservate presso la cima:

1)       Acetosella (Oxalis acetosella L.) nel sottobosco presso la partenza.

2)       Biscutella montanina (Biscutella laevigata L.) ad inizio escursione, appena intrapresa la salita per la Sella di Castiol.

3)       Pero corvino (Amelanchier ovalis Medicus) presso la partenza, lungo le pendici meridionali del Misone.

4)       Anemone bianca (Anemone nemorosa L. )nel lungo settore boschivo iniziale.

5)       Erica carnea (Erica carnea L.) nelle schiarite del sottobosco.

6)       Fragola di bosco (Fragaria vescia L.), nel sottobosco presso la partenza.

7)       Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus) nel sottobosco di faggi.

8)       Elleborina bianca (Cephalanthera longifolia) nel sottobosco.

9)       Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus L.) sempre nel sottobosco.

10)   Vedovella dei prati (Globularia vulgaris L.) poco prima della Sella di Castiol.

11)   Vedovella celeste (Globularia cordifolia L.): una piccola stazione su roccette in una schiarita del bosco di poco precedente alla Sella di Castiol.

12)   Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata Miller) su alcune roccette a destra del sentiero appena superata la Sella di Castiol.

13)   Mughetto (Convallaria majalis L.) nel tratto di sottobosco successivo alla Sella di Castiol.

14)   Erba milza comune (Chrysosplenium alternifolius L.) nel sottobosco che precede e segue la Malga Tenno.

15)   Anemone alpino (Pulsatilla alpina) nei dintorni della Malga Tenno.

16)   Primula odorosa (Primula veris L.) nei prati presso la MalgaTenno.

17)   Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) presso la Malga Tenno.

18)   Dentaria a nove foglie (Cardamine enneaphyllos) nelle faggete presso la Malga Tenno.

19)   Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris L.) nel sottobosco presso la Malga Tenno.

20)   Croco (Crocus vernus (L.) Hill.) copiosissimo nei pascoli antistanti la Malga Tenno.

21)   Campanellino (Leucojum vernum L.) nei pascoli antistanti la Malga Tenno.

22)   Cipollaccio stellato (Gagea lutea) trovata in pochi esemplari nel bosco rado a monte della Malga Tenno.

23)   Soldanella alpina (Soldanella alpina L.) nelle praterie comprese tra la Malga di Tenno e la cima.

24)   Genzianella (Gentiana verna L.), dalla Malga Tenno in poi e particolarmente sulla vetta.

25)   Cariofillata montana (Geum montanum L.) nei pascoli presso la vetta.

26)   Draba gialla (Draba aizoides L.) dagli inconfondibili capolini gialli che hanno colonizzato le roccette presso la cima.

27)   Genziana di Koch (Gentiana acaulis L.) nei prati sommitali del Misone.

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