Col de Puez - Montigela - Ciampanė

COL DE PUEZ (PUEZKOFEL - m 2725)

MONTIGELA (MUNTEJELA – m 2666)

CIAMPANI’ (m 2668)

Pochi itinerari permettono di conoscere cosė intimamente l’altopiano del Puez come quello che andiamo a descrivervi di seguito. Si tratta di un’area giustamente inclusa nell’ambito del Parco Naturale Puez – Odle, caratterizzata da panoramiche sconfinate in un ambiente aperto e nel complesso piuttosto isolato. Non esistono itinerari d’avvicinamento all’altopiano che siano brevi e comodi ma questo, lungi dall’essere un difetto, ha preservato l’intera area dalle modifiche dell’uomo. Anche in piena estate non faticherete nel trovare ampi settori dove solitudine e silenzio regnano sovrani. Rimarrete sorpresi dalla vastitā dell’ambiente e dai curiosi profili delle elevazioni che si ergono nel mezzo della distesa carsica. Fra tutte citiamo il Col de la Sonč che ricorda, nel suo aspetto, uno dei tanti picchi rocciosi caratteristici dei deserti dell’Arizona nel lontanissimo nord America. Un’avventura adatta ad un escursionista di medie capacitā per via del lungo tratto da coprire ma in compenso del tutto priva di settori esposti o comunque difficoltosi. Da notare che le tre cime raggiunte sono conquistabili con altrettante digressioni dal percorso principale che puō pertanto essere abbreviato a piacimento omettendo l’ascensione ad una o pių di esse.  

L’escursione in breve:

Stazione a monte della seggiovia Gardenacia (m 1790) – Rifugio Gardenacia (Ütia Gardenacia - m 2050) - Forc. Gardenacia (Gardenazza Scharte - m 2548) - Rifugio Puez (Puezhütte - m 2475) - Col del Puez (Puezkofel - m 2725) - Rifugio Puez (m 2475) - Montigela (Muntejela - m 2666) – Ciampanė (m 2668) - sentiero n°11 - Rifugio Gardenacia (m 2050) - a ritroso sino alla partenza.

Dati tecnici:

Partenza dalla stazione a monte della seggiovia Gardenacia (m 1790): Difficoltā: E (Vai alla scala delle difficoltā). Segnaletica: totale tranne che nel settore sommitale del Col de Puez dove comunque la traccia č ben evidente in condizioni di buona visibilitā. Dislivello assoluto: m 935; dislivello reale certamente superiore per via dei numerosi saliscendi sull’altopiano. Acqua sul percorso: assente ma con due ottimi punti d’appoggio nel Rifugio Gardenacia e nel Rifugio Puez.

Accesso alla partenza:

Si risale la Val Badia sino al paese di La Villa (La Ila - Stern). Una comoda seggiovia (denominata Gardenaccia) sale dal paese sulla sinistra orografica della vallata guadagnando la stazione a monte posizionata in un comodo terrazzo prativo (m 1790).

Descrizione del percorso:

Le indicazioni presso la stazione a monte della seggiovia indicano il segnavia n°5 per il Rifugio Gardenacia. Il sentiero sale in moderata pendenza nel bosco di conifere con parecchie svolte sino ad accostare le prime pareti dolomitiche. Il paesaggio offre uno scorcio sulle lontane cime delle Vedrette di Ries. Proseguiamo contornando alla base una serie di poderose rupi; non vi č da rilevare alcuna difficoltā in quanto il traverso risulta ampio e ben tracciato. Da segnalare il panorama tra gli alberi, progressivamente pių ampio, sino ad abbracciare la Valle di San Cassiano e la verdeggiante sommitā del Piz La Ila, nonché l’immensa parete rocciosa del Monte Cavallo sulla destra orografica della Val Badia.  Con un ultimo strappo raggiungiamo il bellissimo terrazzo prativo che accoglie il Rifugio Gardenacia (Ütia Gardenacia - m 2050 – ore 0,50 dalla partenza) al di lā del quale spicca la sagoma dolomitica del monte Para dai Giai.

Si tratta di un eccellente punto d’appoggio assai frequentato nella bella stagione grazie all’avvicinamento agevolato dalla funicolare. Subito oltre la struttura l’ambiente si fa decisamente pių solitario in quanto la maggior parte degli escursionisti domenicali fanno del rifugio la loro meta. Procediamo tra prati idilliaci e isolati alberi di larice con scorcio sul distante ghiacciaio della Marmolada. L’alberatura, complice la quota, cede progressivamente il passo al pascolo con l’escursione che comincia ad evidenziare la sua principale caratteristica ovvero quella di svilupparsi in ambienti d’enorme vastitā. La visione si allarga verso sudest sino a scorgere la zona del Passo Valparola con le cime Lagazuoi e Settsass; appena pių a destra si apprezza all’orizzonte la sagoma del Monte Civetta. Alle spalle la vista č sempre dominata dal lungo bastione dolomitico culminante nelle cime Lavarella e Cavallo mentre di fronte a noi siamo sovrastati dai margini dell’altopiano del Puez prossimo obiettivo della nostra salita. L’ambiente diviene progressivamente pių arido con il prato frammisto ad affioramenti sempre pių frequenti di rocce e pietrisco dolomitico. Non č raro incontrare in questa frazione gruppi di cavalli al pascolo. Accostiamo un lungo costone roccioso quindi volgiamo a destra raggiungendo la base in uno stretto valloncello detritico. Ignoriamo il proseguo del sentiero 11 che si separa a destra salendo ripido nel solco: utilizzeremo questo percorso al ritorno; proseguiamo invece lungo il sentiero di sinistra (segnavia n°15). L’ambiente luminoso ed aperto permette d’osservare il proseguo del tracciato: traversiamo in lunga diagonale ascendente alla base di una grande rupe strapiombante. Da notare lo scorcio alle spalle con l’orizzonte che si dilata sino a raggiungere le lontane Alpi Aurine. Obliquiamo a destra portandoci nel cuore dell’Altopiano del Puez. L’ambiente desolato e selvaggio appare ampio ed uniforme: il sentiero č ben segnato ma qualche problema in pių potrebbe aversi in caso di scarsa visibilitā. La mancanza di riferimenti evidenti č infatti una delle caratteristiche di gran parte del percorso. Attraversiamo un irregolare pianoro carsico con macereto interrotto da numerosi affioramenti rocciosi. Un’ulteriore frazione in salita permette di scorgere un’ampia e poco pronunciata sella tra due modeste sommitā. Il sentiero traversa tra sconnesse ondulazioni quindi, con un ultimo sforzo, raggiunge l’ampio valico denominato Forcella Gardenacia (Gardenazza Scharte - m 2548). Il panorama che si apre dalla sella č di grandiosa imponenza. Ci affacciamo ad occidente con visione che nei giorni tersi si estende fino al lontano Sciliar. Ancora pių distanti appaiono, nelle giornate limpide, le principali cime delle Alpi Orientali con visibile la vetta dell’Ortles. Verso meridione notiamo le quinte rocciose del Gruppo Sella.

Il sentiero prosegue volgendo a destra tra i prati d’altitudine. Si stagliano di fronte a noi le principali cime del gruppo Puez mentre sulla destra ammiriamo qualcosa di singolare: l’inconfondibile cono del Col de la Sonč che richiama alla memoria alcune bizzarre conformazioni presenti nei lontani deserti del Nord America. Il percorso presenta ora deboli pendenze; rasentiamo un minuscolo specchio d’acqua talvolta quasi asciutto a fine stagione. Aggiriamo a sinistra il Col de la Sonč con il tracciato che asseconda i tavolati carsici affioranti. Caratteristiche appaiono le stratificazioni della dolomia orientate parallelamente l’una all’altra in modo regolare. Da rilevare la vista alle spalle in direzione del Sas Ciampac mentre ancora pių distante ricompare la Marmolada con il suo ghiacciaio. In ultimo il tracciato converge nell’ampio sentiero n°14 che sale dalla profonda Vallunga a termine del settore pių solitario e selvaggio. Volgiamo a destra seguendo le comode pendenze del segnavia ammirando in fondo alla Vallunga il vasto e prativo Altopiano di Siusi mentre di fronte a noi troneggia il grande cocuzzolo del Piz de Puez. In moderata pendenza traversiamo senza incontrare alcun ostacolo accedendo infine al grande Rifugio Puez (Puezhütte - m 2475 – ore 3 dalla partenza), sormontato dal curioso rilievo rossastro del Col de Puez che andremo a salire tra breve e da alcuni costoni rocciosi caratterizzati da curiose stratificazioni rocciose.

Salita al Col de Puez:

Come anticipato andiamo ad affrontare la salita al Col de Puez. Seguiamo sulla sinistra il sentiero con indicazioni per il Piz de Puez. Il tracciato sale a tornanti entro il fondo erboso andando a raggiungere il costone che domina dall’alto il rifugio; ne seguiamo verso destra il filo guidati da ometti di pietre e segnavia con la vista che si allarga nuovamente sulla Vallunga; ricompare, a sinistra del rilievo rossastro che ci sovrasta, il Piz de Puez che appare come una tozza struttura divisa in due da un grande ghiaione inclinato. Traversiamo in falsopiano verso sinistra aggirando la base del soprastante Col de Puez; volgiamo quindi verso destra descrivendo un ampio semicerchio attorno alla montagna. Il sentiero si fa pių scomodo passando sotto la verticale dell’incombente parete per poi tagliare un instabile ghiaione inclinato. E’ una breve frazione oltre la quale il tracciato č nuovamente ampio e ben evidente. In breve guadagniamo l’ampia sella che divide il Piz de Puez a sinistra dal Col de Puez a destra. Abbandoniamo il sentiero segnato per volgere lungo la chiara traccia che sale al Col de Puez sfruttando l’evidente canale erboso discendente direttamente dalla cima. Nonostante l’assenza di segnaletica, con buona visibilitā il percorso appare ben evidente permettendo senza alcuna difficoltā di salire sino al settore sommitale. Alle spalle appare grandiosa la vista verso il Piz de Puez. In breve, prestando attenzione in cresta al salto ricadente verso meridione, raggiungiamo il punto pių alto (Puezkofel - m 2725 – grande palo in vetta – ore 1 dal Rifugio Puez - ore 4 dalla partenza).

Vastissimo appare il panorama di vetta. Oltre al prospiciente Piz de Puez notiamo, verso settentrione, il Sass de Putia con, sullo sfondo, il crinale delle Alpi Aurine; volgendo ad oriente osserviamo il tozzo profilo del Montigela (Muntejela) a coprire parzialmente il Monte Cavallo e la Val Badia. Pių a meridione si estende gran parte dell’Altopiano del Puez con l’ardita guglia del Sass Songher protesa verso l’Alta Badia. Ancora pių a sud possiamo notare il vasto plateau sommitale del Gruppo Sella quindi, volgendo a sudovest, si distende la Vallunga con il Sassolungo sullo sfondo. Il nostro giro d’orizzonte si conclude ad occidente dove godiamo di una visione ravvicinata del Col da la Pieres mentre lontanissimi scintillano i ghiacciai del Gruppo dell’Ortles. Il proseguo dell’escursione prevede ora il rientro a ritroso sino al Rifugio Puez (Puezhütte - m 2475 – ore 0,45 dal Col de Puez – ore 4,45 complessive)

Proseguo per il Muntejela e il Cimapanė:

Rientrati al Rifugio Puez si apre la possibilitā di percorrere un magnifico itinerario ad anello. Il rifugio č infatti il crocevia di molti sentieri: seguendo il segnavia n°11 torniamo ad immergerci nel mondo vasto e solitario dell’Altopiano del Puez. La segnaletica guida in modesta salita tra vasti tavolati rocciosi avendo come riferimento davanti a noi le due caratteristiche “gobbe” del Montigela (Muntejela). L’ambiente estremamente ampio permette panoramiche entusiasmanti spalancate in direzione del Sassolungo, del Sella e del Sass de Putia mentre nell’ambito dell’altopiano notiamo alle spalle il Piz de Puez e alla nostra destra il Col de la Sonč. Da rilevare la presenza, alla sinistra, di alcuni modesti specchi d’acqua temporanei presenti soprattutto ad inizio stagione. La traccia solca un tratto prativo per poi aggirare a destra il Montigela, caratterizzato da pendii detritici instabili privi di vegetazione. Terminato l’aggiramento č possibile salire alla cima senza traccia obbligata abbandonando il segnavia per volgere a sinistra guadagnando in pochi minuti il punto pių alto (m 2666).

Ripreso il sentiero osserviamo davanti a noi la parte centrale del tavolato carsico. L’aspetto dell’altipiano č quasi lunare. Senza segnaletica sarebbe assai facile perdersi nell’uniformitā della distesa. Spicca nonostante ciō la sagoma del Col de la Sonč da questa angolazione particolarmente affusolata ed appariscente con, alle sue spalle, il grandioso massiccio della Marmolada inconfondibile per la presenza del suo ghiacciaio. In breve raggiungiamo in modesta salita il culmine dell’altopiano dal quale torniamo ad osservare la Val Badia e il grandioso bastione dolomitico del Monte Cavallo (quota m 2670 indicata su un masso). Da notare, all’orizzonte settentrionale, il lunghissimo crinale delle Alpi Aurine. E’ ora possibile guadagnare, con una breve digressione, il culmine del Ciampanė, poco pronunciato rispetto al resto dell’altipiano ma ben riconoscibile per la presenza di un grosso ometto di pietre sulla cima. Anche in questo caso si abbandona il segnavia muovendo verso sinistra. Si traversa praticamente in piano, tra le rocce, per poi aggirare un pronunciato canalone spesso intasato dalla neve sino a stagione inoltrata. Accediamo infine al poco appariscente culmine (m 2668) con grandioso il panorama, soprattutto in direzione delle non lontane Odle di Eores.

Siamo ora attesi dalla lunga discesa a valle. Riprendiamo il segnavia volgendo verso oriente su fondo detritico mai difficile. Il sentiero sfrutta in moderata discesa un marcato solco vallivo che cala lungamente verso sudest. Tratti rocciosi si alternano a piccole conche in parte prative. Inferiormente bordeggiamo alcuni costoni rocciosi quindi il solco si fa pių stretto e sconnesso. Le rupi ai lati del sentiero si fanno pių incombenti e il fondo appare a tratti pių instabile tuttavia, nonostante il valloncello si faccia opprimente, non vi č da rilevare alcun passaggio impegnativo. Da notare lo scorcio in direzione del lontano Passo di Valparola sovrastato dalla vetta del Lagazuoi. In ultimo caliamo nell’angusto canale detritico sino a confluire nel sentiero che unisce il Rifugio Gardenacia alla Forcella Gardenacia dove siamo in transitati nella parte iniziale dell’escursione. Il sentiero di rientro ricalca a ritroso, nel tratto che segue, il sentiero di salita transitando per il Rifugio Gardenacia per poi calare infine alla stazione a monte della seggiovia Gardenacia (circa 7 ore complessive considerando la salita a tutte e tre le vette).

Cenni sulla flora:

Nonostante l’aspetto per lo pių roccioso dell’Altopiano del Puez, la flora osservabile lungo il percorso č di grande valore con la presenza fra l’altro di alcune entitā endemiche. Segue una lista parziale delle principali specie osservate nel mese di agosto in occasione della stesura di questa relazione.

1)       Potentilla lucida (Potentilla nitida). Caratteristica nel suo portamento strisciante, offre alcune tra le fioriture pių spettacolari delle Dolomiti

2)       Bonarota comune (Paederota bonarota). Specie rupicola per eccellenza, ama le pareti calcaree dolomitiche verticali. E’ un endemismo del nordest italiano caratterizzato in luglio da belle infiorescenze di colore blu.

3)       Sassifraga delle Dolomiti (Saxifraga squarrosa); endemica delle Alpi sud orientali appare molto simile, nell’aspetto, a Saxifraga caesia. La distinzione tra le due specie non č affatto semplice e non č d’aiuto l’osservazione dei fiori che in pratica sono quasi identici. Un elemento distintivo risiede nelle foglie, incurvate solo all’apice in S.squarrosa, curve e aperte su tutta la lunghezza in S.caesia.

4)       Achillea di Clavena (Achillea clavenae). Tipica pianta di praterie, ghiaioni e pendii aridi su substrato calcareo. E’ un endemismo alpino – dinarico con areale esteso in Italia dalla Lombardia al Friuli.

5)       Valeriana strisciante (Valeriana supina): endemica dell’arco alpino, predilige i ghiaioni rocciosi su substrato calcareo.

6)       Iberidella grassa (Thlaspi rotundifolium), endemica delle Alpi, č facilmente reperibile nei ghaioni mobili.

7)       Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum). Endemico di un ampio areale centrato essenzialmente sulle Alpi Orientali, č facilmente riconoscibile dal pių comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelositā che ne riveste le foglie.

8)       Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis), subendemica dell’arco alpino, ama le rupi e i pendii a fondo calcareo.

9)       Millefoglio dei macereti (Achillea barrelieri Ten. subsp.oxyloba) endemico delle Alpi centro orientali, presenta il fiore pių grande fra le piante del genere Achillea.

10)   Androsace gelsomino (Androsace obtusifolia); questa piccola primulacea d’alta montagna, solitamente rara, č presente lungo questo itinerario con sorprendente abbondanza. E’ frequente in particolare nel tratto che precede la Forcella Gardenacia anche se non sempre viene notata per via delle sue piccole dimensioni.

11) Sassifraga incurvata (Saxifraga cernua); sebbene non sia un'entitā endemica č una pianta in Italia estremamente rara che limita il suo areale a poche stazioni isolate nelle Dolomiti e nelle Alpi Marittime. Ama i ripari sotto roccia e le caverne, in posizioni fresche al riparo sia dal sole che dalle intemperie. E' presente a meno di 100 metri dal Rifugio Puez; preferiamo non rivelare la posizione esatta per non comprometterne la sopravvivenza.

12)   Genziana alata (Gentiana utriculosa), inconfondibile per il suo calice fortemente rigonfio con costolature alate.

13)   Orchidea odorosa (Gymnadenia odoratissima)

14)   Stella alpina (Leontopodium alpinum)

15)   Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum)

16)   Piede di gatto (Antennaria dioica)

17)   Cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae)

18)   Iberidella alpina (Hornungia alpina)

19)   Celoglosso (Coeloglossum viride)

20)   Nigritella comune (Nigritella nigra)

21)   Listera maggiore (Listera ovata)

22)   Arnica (Arnica montana)

23)   Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

24)   Vulneraria (Anthyllis vulneraria)

25)   Spillone alpino (Armeria alpina)

26)   Camedrio (Dryas octopetala)

27)   Vedovella celeste (Globularia cordifolia)

28)   Sassifraga setolosa (Saxifraga sedoides)

29)   Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

30)   Astro alpino (Aster alpinus)

31)   Borracina verde scura (Sedum atratum)

32)   Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

33)   Genziana nivale (Gentiana nivalis)

34)   Ranuncolo alpestre (Ranunculus alpestris)

35)   Viola gialla (Viola biflora)

36)   Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

37)   Veronica minore (Veronica aphylla)

38)   Luparia (Aconitum lycoctonum)

39)   Arabetta alpina (Arabis alpina)

40)   Crepide dorata (Crepis aurea)

41)   Moehringia cigliata (Moehringia ciliata)

42)   Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum)

43)   Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

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