Dosso di Dentro (Innerer Nockenkopf)

DOSSO DI DENTRO (INNERER NOCKENKOPF – m 2772) 

Chi ama la solitudine delle montagne e i luoghi poco conosciuti senz’altro apprezzerà la salita a questa vetta. Nonostante il sentiero segnato ne raggiunga senza problemi la sommità si tratta di un luogo appartato e per lo più disertato dagli escursionisti anche in piena estate. Nel nostro caso abbiamo eseguito l’ascensione in un fine settimana di agosto incontrando in tutto una coppia di escursionisti. Per chi ama la natura incontaminata si tratta per certo di un pregio e non di un difetto. Siamo a brevissima distanza dal confine con la Svizzera e il panorama di vetta si estende a entrambi i versanti concedendo una visione di grande ampiezza e vastità. L’unica avvertenza è quella comune a tutti gli itinerari in cresta: occorre scegliere una giornata con tempo prevedibilmente stabile in quanto la zona di confine è spesso bersagliata, nella stagione estiva, dai temporali. Vi auguriamo di godere la stessa pace e il senso di meraviglia che abbiamo provato noi percorrendo queste lande in gran parte erbose all’estremità nordoccidentale dell’Alto Adige.

L’escursione in breve:

Roia (Rojen – m 1968) – sentiero n° 13 – Dosso di Dentro (Innerer Nockenkopf - m 2772)

Dati tecnici:

Partenza da Roja (Rojen – m 1968): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 804. Acqua sul percorso: assente. 

Accesso alla partenza:

Seguendo il tracciato della SS 40 si raggiunge, in salita dalla Val Venosta, il Lago di Resia quindi si prosegue lungo la sponda orientale sino a guadagnare il paese di Resia (Reschen). Abbandoniamo il proseguo della statale che altrimenti raggiungerebbe in breve il confine di stato volgendo a sinistra con indicazioni per Val Roia (Rojental) e Belpiano (Schöneben). La comoda stradina asfaltata segue per un tratto la sponda occidentale del lago quindi se ne scosta prendendo quota e infilandosi nell’alpestre e suggestiva Valle Roia (Rojental). Il tratto aperto al traffico sale per alcuni km trovando il suo termine in prossimità degli impianti di sci. Subito prima degli impianti si individua a destra la deviazione che conduce, in appena 200 metri, alla minuscola frazione di Roia (Rojen). Si tratta di un grazioso gruppetto di case con una locanda davanti alla quale è possibile lasciare l’automobile (pochi posti disponibili). Nonostante le dimensioni davvero minime, Roia presenta la caratteristica d’essere uno degli insediamenti permanenti più alti dell’arco alpino. Rimarrete affascinati dall’ambiente idilliaco ed appartato che circonda il villaggio.

Descrizione del percorso:

Sin dalla partenza possiamo apprezzare un ambiente riposante caratterizzato da prati ben tenuti in un contesto di montagne dalle forme dolci. La segnaletica indica la nostra meta (Innerer Nockenkopf) a ore 2,30 di distanza. Seguiamo il sentiero che abbandonato il villaggio di Roia risale, bordeggiato da staccionate in legno, il ripido pendio erboso. In pochi minuti raggiungiamo un primo, importante bivio. Ignoriamo il segnavia 10 che si separa a destra mantenendo il sentiero n° 13 con la vetta segnalata a ore 2,20 di marcia.

La salita si sviluppa in moderata salita tra ampi spazi prativi e le ultime conifere. La vista si apre progressivamente offrendo interessanti scorci alle spalle sulle Alpi Venoste e davanti a noi in direzione del crinale di confine tra Italia e Svizzera nonché sulla stretta valle denominata Vallungtal. Caratteristica di gran parte dell’itinerario è l’ambiente uniforme nel quale si sviluppa su sentiero fortunatamente ben segnato in considerazione degli scarsi punti di riferimento. Non si affrontano mai passaggi su roccia e in breve scompare del tutto l’alberatura lasciando spazio a pendii prevalentemente erbosi che il tracciato traversa con pendenze che non sono mai marcate. A destra della Vallungtal osserviamo il profilo piramidale della marcata Vallungspitz mentre il crinale di confine si staglia alle sue spalle. Nel proseguo cominciamo ad osservare il nostro obiettivo: la cupola che appare per lo più erbosa del Dosso di Dentro. La forma poco accentuata della cima non deve indurre al pensiero che l’escursione sia poco interessante. Il panorama di vetta risulterà infatti appagante sorprendendo per la sua vastità.

Procedendo verso occidente nuovi paesaggi si aprono osservando la piccola valle denominata Griontal e la cima Grionkopf. Il tracciato affronta una frazione in pendenza debole con la vegetazione che lascia spazio ad una pietraia che viene superata senza difficoltà. Nel proseguo gli spazi erbosi appaiono frammisti a tratti aridi a fondo sassoso per via della quota significativa (circa m 2500). Da rilevare la visione alle spalle della Langtauferer Tal con, alla sua testata, la grandiosa vetta della Palla Bianca (Weißkugel). Aggirato un costone siamo nel mezzo del vallone che si apre al di sotto della sella di crinale denominata Forcella di Mezzo. Siamo inoltre ad un importante quadrivio indicato tuttavia in modo poco evidente se non su una roccia.

Ignoriamo la deviazione a destra per la Forcella di Mezzo (segnavia 13B) e a sinistra la discesa a valle sul segnavia 13A. Manteniamo il sentiero 13 procedendo per un breve tratto sino alla base della ripida struttura sommitale del Dosso di Dentro. Nel proseguo cambia completamente la pendenza del tracciato con il sentiero che diviene assai ripido e faticoso innalzandosi sui prati sottostanti per rimontare le ripide pendici della montagna. Resta alla nostra destra la marcata Forcella di Mezzo cominciando a scorgere le cime al di là del valico. Magnifica la vista sempre più vasta, ad oriente, sulle Alpi Venoste mentre a sinistra spicca, sulla linea di crinale, la sagoma del Grionkopf. Sempre in questa direzione cominciamo a scorgere, al di là della cresta, la cima in gran parte ghiacciata dell’Ortles. Ci portiamo sulla linea di cresta discendente dalla vetta con il sentiero che ne rimonta fedelmente il filo su fondo sempre ampio e privo di qualsiasi difficoltà. Cominciamo ad osservare a breve distanza le cime in territorio svizzero. Un ultimo tratto sempre molto ripido ma privo di qualunque difficoltà permette l’accesso all’ampissima sommità del Dosso di Dentro (Innerer Nockenkopf - m 2772 – ore 2,30 dalla partenza – libro di vetta).

Insospettabile appare il panorama di vetta, davvero sorprendente per la sua grande vastità. Siamo lungo lo spartiacque alpino e la vista si estende al versante svizzero con particolare riferimento alla vicina vetta denominata Piz S-Chalambert-Dadaint (m 3031) dall’aspetto roccioso che ricorda vagamente alcune cime dolomitiche. Osserviamo inoltre il proseguo verso nordest dello spartiacque che, dopo la Forcella di Mezzo, riprende quota in direzione del Dosso di Fuori. Verso meridione si stagliano all’orizzonte le grandiose cime e i ghiacciai che caratterizzano le vette dell’Ortles e del Cevedale. Verso oriente si ripete la visione delle Alpi Venoste e del marcato solco della Langtauferer Tal. Il rientro avviene a ritroso per un totale di circa 4 ore complessive di cammino.

Cenni sulla flora:

L’ambiente poco conosciuto e appartato ha salvaguardato una zona dove la natura detta ancora i suoi ritmi. La flora ne risente positivamente mostrandosi ricca e lussureggiante nella breve stagione estiva d’alta quota. Segue una rassegna delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella prima parte del mese di agosto.

1)     Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

2)    Senecio della Carnia (Senecio incanus sbsp. carniolicum). Endemico delle Alpi Orientali.

3)    Azalea alpina (Loiseleuria procumbens); caratterizzata da intricati e compatti pulvini trapuntati da numerosi, piccoli fiori rosa.

4)     Genziana nivale (Gentiana nivalis)

5)     Genziana punteggiata (Gentiana punctata)

6)    Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

7)    Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

8)    Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

9)    Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

10)  Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

11)  Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora)

12)  Nigritella comune (Nigritella nigra)

13)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

14)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

15)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

16)  Veronica alpina (Veronica alpina)

17)  Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

18)  Campanula barbata (Campanula barbata)

19)  Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

20)  Brugo (Calluna vulgaris)

21)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

22)  Sempiterni dei Carpazi (Antennaria carpathica)

23)  Achillea moscata (Achillea moschata)

24)  Achillea nana (Achillea nana). Specie endemica delle Alpi Occidentali e Centrali

25)  Napello (Aconitum napellus)

26)  Astro alpino (Aster alpinus)

27)  Trifoglio bruno (Trifolium badium)

28)  Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

29)  Senecio abrotanino (Senecio abrotanifolius), endemico dell’Illiria e dell’arco alpino.

30)  Erba cipollina (Allium schoenoprasum)

31) Pedicolare fronzuta (Pedicularis foliosa). Per larghi settori delle Alpi è specie piuttosto rara. L’abbiamo osservata nei prati circostanti il paese di Roia e addirittura lungo la strada che scende verso Resia

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