Losetta

MONTE LOSETTA (m 3054)

Chi non conosce il Monte Viso? Anche chi non ama le vette ha familiarità con questo nome; i bambini imparano sin dalle scuole elementari come la sorgente del fiume Po sia posta su questa montagna. Si tratta comunque di una fama meritata: il Viso è una delle più grandiose cime del Piemonte, ad esclusivo appannaggio degli alpinisti in grado di superare passaggi d’arrampicata e difficoltà legate alla presenza di neve o ghiaccio. Gli escursionisti hanno comunque modo di trovare, negli immediati dintorni, diverse mete alla loro portata: è il caso del Monte Losetta che potremmo definire il miglior terrazzo sul Viso il quale, dalla cima, appare in tutta la sua grandiosa imponenza. Certo non si tratta di salire agli oltre 3800 metri della montagna che dà origine al Po, tuttavia il Losetta non è montagna trascurabile. La cima raggiunge i 3054 metri, una quota ragguardevole che richiede cautela e prudenza per essere raggiunta. In compenso il sentiero d’avvicinamento risulta semplice e ben tracciato. Non vi sono passaggi d’arrampicata né frazioni esposte; le difficoltà sono semmai da ricercare nella presenza di eventuali nevai legati all’alta quota, difficoltà che può essere eliminata avventurandosi su questo percorso a partire da metà estate. Consigliamo questa magnifica esperienza ad escursionisti con un buon allenamento per via del percorso nel complesso piuttosto lungo sebbene non difficile.

L’escursione in breve:

Grange del Rio (m 2007) – Grange Bernard (m 2155) – Grange Soustra (m 2200) – Capanna della Losetta (m 2536) – Passo della Losetta (m 2872) – Monte Losetta (m 3054)

Dati tecnici:

Partenza da Grange del Rio (m 2007): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino al Passo della Losetta. Il breve tratto successivo che conduce alla vetta è indicato da alcuni ometti di pietra. Dislivello assoluto: m 1047. Acqua sul percorso: alcuni torrenti nel Vallone di Soustra.

Accesso alla partenza:

L’accesso avviene risalendo la Valle Varaita su comoda strada provinciale. Attraversiamo diversi paesi tra i quali ricordiamo Sampeyre e Casteldelfino. Superiamo Pontechianale e il suo lago quindi si guadagna Chianale, ultima frazione della valle. La strada prosegue in direzione del Colle dell’Agnello; la seguiamo sino ad un pronunciato tornante verso sinistra. Siamo all’imbocco dell’ampio Vallone di Soustra. E’ presente un cartello che segnala sulla destra il sentiero lungo il quale si svilupperà il nostro percorso.  Possiamo lasciare la macchina nello spiazzo all’interno del tornante abbandonando il proseguo della provinciale in direzione del confine di stato.

Descrizione del percorso:

Abbandonata l’auto cominciamo a seguire il sentiero segnato (segnavia U18) che rimonta il lungo Vallone di Soustra. Lasciamo alla nostra destra un bel gruppo di vecchie case in parte restaurate e ben recuperate con i caratteristici tetti in lastra di pietra così comuni nelle Alpi Piemontesi e in Valle d’Aosta (località Grange del Rio – m 2007). Il tracciato si sviluppa a sinistra del torrente in moderata salita, su fondo ben battuto in prevalenza erboso. Superata una breve frazione un po’ più ripida la pendenza decresce sino ad osservare di fronte a noi un caratteristico altipiano erboso. Lo guadagniamo calando brevemente sino all’estremità occidentale della distesa. In ambiente idilliaco attraversiamo la piana sfiorando un secondo gruppo di case abitate in estate da contadini che vendono formaggi e altri prodotti legati alla pastorizia. Siamo in località Grange Bernard (m 2155 – ore 0,30 dalla partenza) e un chiaro cartello segnaletico indica il Passo della Losetta in coincidenza del quale transiteremo per raggiungere la sommità.

Procediamo in pratica senza dislivello lasciando alla nostra sinistra un altro gruppo di rovine (Grange Soustra – m 2200) e ammirando una curiosa cascatella che precipita dalle vette che sovrastano il vallone. Tra distese fiorite bordeggiamo il torrente dalle acque limpidissime quindi proseguiamo brevemente sino al termine della frazione pianeggiante. Affrontiamo ora la prima salita rilevante del percorso: la valle si stringe e il sentiero si inerpica sulle pendici prative immediatamente a sinistra del corso d’acqua principale. Altri torrenti con portata minore scendono dalle pendici circostanti offrendo la possibilità d’approvvigionarsi d’acqua. Poco oltre scorgiamo per la prima volta la testata della valle e il Monte Losetta nostra meta finale. Procediamo lungamente in moderata salita finchè la pendenza decresce sino a raggiungere un nuovo piccolo altipiano in prevalenza erboso. Sulla destra, in prossimità di alcuni grandi massi rocciosi, scorgiamo le rovine della Capanna della Losetta (m 2536).

Abbiamo percorso in linea d’aria oltre 5 km dalla partenza: con lungo percorso abbiamo rimontato quasi per intero il Vallone di Soustra. Per salire al soprastante crinale il sentiero cambia ora direzione volgendo verso destra per affrontare, con una serie di tornanti, il ripido pendio. Ignoriamo il bivio a sinistra per il Passo di Soustra procedendo in sensibile pendenza su fondo che diviene in parte detritico. Osserviamo alle spalle un’ampia visione delle cime poste sulla destra orografica della valle con specifico riferimento al Monte Ruine e alla marcata guglia del Pic d’Asti. Il fondo diviene instabile e la fatica si fa sentire per via della pendenza che diviene estremamente marcata. Complice l’esposizione verso nord del pendio non è difficile trovare resti di neve in grado di persistere sino ad estate inoltrata. Un ultimo ripidissimo tratto tra detrito e sfaticcio di colore scuro permette l’accesso al marcato Passo della Losetta (m 2872 – ore 2,40 dalla partenza) che divide la Punta Seras a destra dal Monte Losetta a sinistra. L’arrivo al passo permette di gustare un panorama grandioso ed insospettabile in quanto appare per la prima volta la straordinaria parete del Monte Viso con l’ardita silhouette del Visolotto subito alla sua sinistra. La visione è mozzafiato per via della grande vicinanza alla montagna, senza ostacoli frapposti tra noi ed essa. L’altezza del Viso appare notevolissima sebbene ci troviamo a quasi 2900 metri di quota ed in effetti la sua cima svetta quasi 1000 metri più in alto rispetto alla nostra posizione. Nel proseguo la sua sagoma ci accompagnerà costantemente divenendo il motivo dominante dell’ultimo tratto di salita. Ignoriamo pertanto il segnavia U13 che scende davanti a noi nel grandioso Vallone di Vallanta calando sino a Pontechianale; nel nostro caso volgiamo invece a sinistra su sentiero non segnalato che sale in direzione del Monte Losetta.

Il percorso, seppure in assenza di segnavia, appare logico ed evidente in quanto ricalca grosso modo il filo del crinale. Inferiormente si cammina su fondo instabile con detrito a scagliette. La cresta resta sufficientemente ampia da escludere qualunque problema d’esposizione. A sinistra notiamo ancora una volta il Monte Ruine mentre alle spalle osserviamo il dirupato ed inaccessibile crinale che dal Passo della Losetta raggiunge i 2993 metri della Punta Seras. Mentre saliamo d’altitudine la vista sul fondo del Vallone di Vallanta diviene più completa sino ad osservare il laghetto di Bealera Founsa. Raggiungiamo un risalto del crinale al di là del quale perdiamo qualche metro passando immediatamente a fianco del pauroso salto che precipita a destra. Si tratta di un solo passo al di là del quale il sentiero si scosta a sinistra dello strapiombo evitando d’esporsi inutilmente. Il crinale torna ad allargarsi divenendo ampio e rassicurante. Superata una frazione dal fondo sabbioso di colore nerastro, il sentiero volge a destra del crinale evitandone il filo. Il tracciato diviene un’esile striscia scavata nel fondo erboso. La pendenza infine decresce sino a guadagnare la marcata sommità del Monte Losetta (m 3054 – ore 3,20 dalla partenza) in suggestivo e selvaggio ambiente alpino d’alta quota.

Abbiamo già anticipato lo straordinario paesaggio in direzione del Monte Viso e del Visolotto, non mancano tuttavia ulteriori spunti d’interesse; la cima del Monte Losetta è infatti posta lungo lo spartiacque delle Alpi ed è attraversata dal confine di stato. Ne consegue, grazie alla privilegiata posizione, un vastissimo panorama in tutte le direzioni compreso il versante francese nel quale notiamo ad esempio il piccolo Lago Lestio. Dirupato appare il crinale in direzione del Pic d’Asti con in evidenza le pareti che precipitano verso nord nel Vallone di Guil nell’ambito del Parco Regionale del Queyras. Nel versante italiano osserviamo gran parte del Vallone di Vallanta con splendido contrasto tra le scure rocce del Monte Viso e il verde del fondo valle. Il rientro avviene a ritroso per complessive ore 5,40 di cammino.

Cenni sulla flora:

Elenchiamo di seguito alcune delle principali entità floristiche osservate in occasione della nostra salita, avvenuta verso la fine del mese di agosto. Da rilevare la presenza di un certo numero di piante endemiche e quindi particolarmente preziose.

Endemismi:

1)      Campanula a corolla stretta (Campanula stenocodon), endemica delle Alpi Occidentali, è presente nella primissima parte di sentiero tra la partenza e Grange Bernard.

2)      Caglio del Col di Tenda (Galium tendae); endemismo delle rupi silicee segnalato nelle Alpi Marittime, Cozie e Graie.

3)      Garofano pavonio (Dianthus pavonius), endemico delle Alpi Occidentali, è segnalato in Liguria e in Piemonte.

4)      Genepì dei ghiacciai (Artemisia glacialis), endemico delle Alpi Occidentali è osservabile sulle rocce nel tratto compreso tra il Passo della Losetta e la cima.

5)      Veronica di Allioni (Veronica allionii), endemica delle Alpi Occidentali.

6)      Primula impolverata (Primula marginata). Si tratta di un endemismo delle Alpi Marittime presente pertanto in Piemonte e nella Liguria occidentale. Da segnalare alcune stazioni disgiunte nell’Appennino Ligure (Ciapa Liscia, Groppo Rosso)

7)      Tlaspi di Leresche (Thlaspi lereschianum); endemismo delle Alpi Occidentali e Centrali segnalato in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia. Lungo il percorso è osservabile nel detrito appena a valle del Passo di Soustra.

Altre piante:

1)     Epilobio di Fleischer (Epilobium fleischeri)

2)     Borracina anacampsero (Sedum ancampseros)

3)     Salice erbaceo (Salix herbacea)

4)     Poligono bistorta (Polygonum bistorta)

5)     Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

6)     Genziana nivale (Gentiana nivalis)

7)     Genzianella (Gentiana verna)

8)     Bupleuro ranuncoloide (Bupleurum ranuncoloides)

9)     Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

10)   Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

11)   Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia)

12)   Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

13)   Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

14)   Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

15)   Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum)

16)   Sulla alpina (Hedysarum hedysaroides)

17)   Astro alpino (Aster alpinus)

18)   Piede di gatto (Antennaria dioica)

19)   Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

20)   Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

21)   Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)

22)   Gipsofila strisciante (Gypsophila repens)

23)   Bartsia alpina (Bartsia alpina)

24)   Spillone alpino (Armeria alpina)

25)   Veronica alpina (Veronica alpina)

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